Stavolta i dubbi non riguardano il colpevole, che è confesso, ma il vero movente e se il soggetto in questione ci stia tutto con la testa, cosa di cui parrebbe lecito dubitare. Parliamo di Martina Levato, una ragazza di soli 23 anni che ha gettato dell'acido contro un ex fidanzato. Non c'entra la gelosia, o la vendetta per essere stata lasciata, almeno non sembra, considerando anche che la giovane è fidanzata con un altro giovanotto, che nell'occasione l'avrebbe anche aiutata. Sembra che la ragazza non sia nuova e esplosioni violente, visto che qualche tempo fa è stata denunciata per aver aggredito un altro uomo con un coltello. Adesso è in carcere, e stavolta, SE TUTTO quello finora riportato fosse vero, si potrebbe anche essere d'accordo con la misura cautelare, considerata la pericolosità dimostrata dalla giovane, al di là dei motivi che la spingono. Certo, forse la misura degli arresti domiciliari, con i genitori che potrebbero tenerla d'occhio, poteva essere sufficiente, ma quantomeno stavolta il pericolo della reiterazione del reato sembra esserci.
Sempre che quello che leggerete appresso sia corretto.
Giovane aggredito con l’acido, arrestata l’ex fidanzata: “Mi ha infastidita su Facebook”
La ragazza, 23 anni, è una studentessa della Bocconi. Ha agito
insieme all’uomo con cui ha una relazione, Alexander Boettcher, 30enne
che lavora in Borsa per società immobiliare.
Martina Levato, 23 anni e Alexander Boettcher, 30 anni
Martina Levato, ascoltata in aula dal giudice di Milano Lorella Trovato durante l’udienza di convalida dell’arresto, ha ammesso di aver gettato l’acido addosso a Barbini, compagno di scuola al liceo Parini di Milano, cercando però di scagionare l’attuale fidanzato che, secondo la sua versione, «non era consapevole» delle sue intenzioni. Non avrebbe fornito invece spiegazioni sulle telefonate al giovane, che vive a Boston, tornato a Milano nei giorni scorsi per trascorrere le vacanze di Natale insieme alla famiglia, effettuate per attirarlo in via Giulio Carcano con la scusa della consegna di un pacco.
Il 30enne, arrestato dalla polizia subito dopo l’aggressione, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Martina Levato è stata riconosciuta dal padre di Barbini mentre si aggirava per i corridoi della Questura in seguito all’arresto di Boettcher, e ulteriori riscontri sul suo ruolo sono arrivati dal racconto della vittima e dall’analisi degli sms memorizzati nel suo telefono telefono cellulare. È stata quindi arrestata nella casa dove vive insieme ai genitori a Bollate, nell’hinterland milanese. L’acido è stato invece trovato in una casa affittata da Boettcher, nato in Germania ma residente da anni a Milano, che si era presentato in via Giulio Carcano armato di martello.
La giovane già stata denunciata nel maggio scorso da un altro uomo per tentate lesioni compiute con un coltello. «La conseguenza di un fatto così grave non può che essere la custodia cautelare in carcere», ha spiegato il pm di Milano Marcello Musso intervenendo in aula dopo l’interrogatorio della ragazza. «Martina Levato si è dimostrata una bocconiana reticente, falsa e spocchiosa - ha proseguito - . La sua confessione è tale perché l’hanno beccata con le mani nella marmellata ma non ci ha detto chi ha teso la trappola». Il difensore della studentessa, avvocato Paola Bonelli, ha sostenuto la necessità di «valutare la capacità di intendere e di volere» della giovane, opponendosi alla misura della custodia cautelare in carcere che «avrebbe effetti deleteri su una persona che presenta già diverse fragilità».
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