In realtà di questa notizia non mi aveva colpito il fatto del "permesso premio" ad una donna condannata all'ergastolo ( cosa che invece ha suscitato l'attenzione, e disapprovazione, dei lettori del Corriere, che si sono detti "indignati" nella misura del 70 % ! ) quanto scoprire il motivo di una pena così dura, che ad una donna non capita praticamente mai.
Ebbene questa signora uccise premeditamente la figlia per GELOSIA !!
La ragazza, appena 18enne, si era infatuata di uno di 50 ( e già le premesse erano pessime). Per evitare che la madre ostacolasse la relazione, i due l'avevano tenuta nascosta e per favorire i loro incontri, lui si era messo a corteggiare la genitrice...
Insomma, uno squallore a mò La Lupa di Verga
La madre scopre l'inganno e decide (che non lo fa al momento della scoperta, di qui la premeditazione, e il conseguente ergastolo) di punire la figlia, uccidendola.
Dopo 20 anni (che sono tanti...) questo è il primo permesso che prende : 12 ore, trascorse a pranzo con una delle figlie superstiti. Che ci sono figli che non abbandonano mai i genitori.
Nemmeno quelli come questa donna qui.
Ecco la notizia come detto postata sul Corriere.it
La ragazza aveva un fidanzato 50enne che fingeva di corteggiare la madre
Uccise la figlia 18enne per gelosia,
esce a Natale con un permesso premio
Rosalia Quartararo sta scontando una condanna all’ergastolo per omicidio ed è in carcere da vent’anni
PRANZO CON UNA FIGLIA - Rosalia Quartararo, spiega il suo difensore, Gianluca Arrighi, è rimasta ininterrottamente in carcere, tra Milano e Roma. Il giorno di Natale il magistrato di sorveglianza di Milano le ha concesso un permesso premio e la donna,attualmente detenuta a Bollate, ha trascorso il 25 dicembre in un’associazione di volontariato, dove ha potuto pranzare con una delle sue altre due figlie. Allo scadere del permesso premio di 12 ore la donna è regolarmente rientrata in carcere.
PERMESSO PREMIO - «Il presupposto essenziale per la concessione del beneficio è quello di aver manifestato durante la detenzione un costante senso di responsabilità e correttezza - ha commentato Arrighi- Il magistrato di sorveglianza, nella decisione sulla concessione dei permessi premio, deve valutare, dopo aver sentito il direttore dell’istituto, se il condannato sia o meno socialmente pericoloso». «Certo - aggiunge l’avvocato - la legge umana, come tutte le cose dell’uomo, è fallibile e possono verificarsi degli errori. Ma questo non deve mettere in discussione nel modo più assoluto l’utilità dei permessi premio, che rimangono uno strumento fondamentale nel percorso di risocializzazione imposto dalla nostra Costituzione per ogni detenuto».
Donna crudele, non merita nemmenovedere la luce del sole.Come si fa ad uccidere il proprio sangue?
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