C'E' UNA TESTE A FAVORE DI BOSSETTI MA LA PROCURA LA IGNORA
Tiziana Maiolo. giornalista de Il Garantista, sembra credere all'innocenza di Massimo Bossetti, che si trova da sette mesi in carcere con l'accusa di essere l'assassino di Yara Gambirasio. Però non è questa sua personale convinzione che sembra motivarla quanto la difesa dei principi di presunzione di non colpevolezza e della libertà personale, che non dovrebbe essere mai violata se non per gravi, specifiche e comprovate circostanze.
Sicuramente sette mesi senza che l'Accusa si decida a partorire la richiesta di rinvio a giudizio sono tanti. Certo, i nostri inquirenti possono pensare che in India fanno passare tre anni senza nemmeno partorire una precisa imputazione, ma non mi sembra un paragone accettabile né opportuno.
Curioso, nel giorno in cui il Garantista postava questo articolo della Maiolo con la notizia di un testimone che potrebbe essere utile alla tesi che Altri sia l'assassino della ragazza, quelli di Quarto Grado, una delle tre-quattro trasmissioni spazzatura che campano sul forcaiolismo nazionale, ignoravano questa teste e ne mandavano in tv un'altra che, viceversa, porta acqua ( piuttosto torbida a dire il vero, basata com'è su congetture e forse ) alla tesi preferita, cioè quella colpevolista.
Un muratore rumeno, ha fatto lavoretti a casa
Gambirasio e ha un furgone bianco. Nel 2010 raccontava di avere una
ragazza molto giovane, minorenne, che viveva in provincia di Bergamo,
faceva la “danzatrice” e si chiamava Yara. Sembra l’identikit perfetto
dell’alter- Bossetti. E, come lui, non va criminalizzato. Ma la storia
va raccontata. E’ dai difensori di Bossetti che arriva la notizia di
un’indagine difensiva che ha rintracciato una testimone “molto
attendibile”, la quale ha parlato, nella sua deposizione, del giovane
muratore rumeno.
La testimone, una signora di una certa età, lo aveva conosciuto
quando lui cercava una stanza dove alloggiare. Non si sa, per ora, in
quale città. Prima di aver perfezionato l’accordo ( complicato dal fatto
che il ragazzo rumeno voleva anche spostare a casa della
signora la residenza ), il giovane muratore un paio di volte le aveva
chiesto la possibilità di ripulirsi o fare una doccia. Le aveva anche
raccontato di questa
ragazza, che lui rispettava, tanto che mostrava un medaglione e giurava
“sul suo dio” che mai l’avrebbe toccata finché lei non fosse stata maggiorenne
.
Ma come mai si chiama Yara, aveva chiesto la signora incuriosita, è
straniera? No no, aveva risposto lui, è di Bergamo, anzi di un paese
vicino a Bergamo. E’ una danzatrice, aveva aggiunto
,
fa ginnastica e vince premi con le sue compagne. Il ragazzo dice anche
che lui e Yara si vedevano di nascosto dalla famiglia, anche perché tra
loro c’era una certa differenza di età.
Questi discorsi erano avvenuti tra settembre
e novembre
del 2010. Il 26 novembre, proprio il giorno in cui la ragazzina sparì,
il muratore rumeno chiama la signora, chiede se può andare da lei a fare
una doccia perché è in partenza per la Romania e prima deve andare a
salutare la sua ragazza. Poi parte con un’altra persona. Il giorno dopo
chiama la signora per dire che è arrivato bene, ma lo fa in modo
frettoloso e con un tono brusco che non aveva mai avuto, poi chiude la
telefonata. La sua interlocutrice, stupita per il tono e per la fretta,
lo richiama, ma trova una segreteria estera. Nel frattempo nelle valli
bergamasche tutti cercano Yara. Quando la nostra testimone apprende la
notizia della sparizione fa due più due e deduce che i due ragazzi siano
scappati insieme, che abbiano fatto la “fuitina”.
Tre giorni dopo però, quando apprende dell’arresto scenografico in
mezzo al mare del muratore marocchino Fikri, immagina che gli inquirenti
siano fuori strada
e abbiano fermato un innocente. Che cosa fa dunque? Quello che viene in
mente a una persona non pratica di questure e palazzi di giustizia.
Ferma un carabiniere per strada, ingenuamente gli dice “avete arrestato
un innocente”, lui la invita ad andare a deporre, lei si scoccia e gli
fornisce le proprie generalità, il numero di telefono e l’indirizzo. Che
caratterino! Se vi interessa, sapete dove sono, chiude. Non sarà mai
una testimone, nessuno la chiamerà.
Si farà viva di nuovo nei mesi scorsi, quando, dal suo punto di
vista, un altro innocente finirà in carcere, Massimo Bossetti. Questa
volta impugna carta
e penna e scrive all’avvocato. Così nascono le indagini difensive, incontri
diversi nel corso delle settimane,decine di viaggi all’estero del
dottor Denti, il criminologo che assiste l’avvocato Galvagni nella
difesa di Bossetti. Il muratore rumeno è individuato, anche se non
ancora contattato. Il resto è ancora notizia riservata. Ma interesserà
tutto ciò gli inquirenti, o sono così affezionati alla propria ipotesi
inquisitoria da non avere nessuna curiosità?
Intanto arrivano i risultati
ufficiali delle perizie disposte su una serie
di oggetti sequestrati a Massimo Bossetti, dall’auto al furgone al
telefonino: tutti negativi, da nessuna parte ci sono tracce di Yara. Nei
confronti del muratore bergamasco rimane solo la prova del dna. Che è
parsa troppo poco persino agli inquirenti, tanto che hanno lasciato
scadere il termine di 180 giorni entro cui avrebbero potuto far
celebrare il processo con il rito immediato. E Bossetti è in custodia
cautelare da sette mesi.
MARCO PAGELLA
RispondiEliminaEd il disposto ex art. 358 C.P. ? Se sono sicuri del quadro indiziario perché non chiudono le Indagini ?