sabato 31 gennaio 2015

EURISPES : IL 70% DELLA POPOLAZIONE NON SI FIDA DEI MAGISTRATI. DUE ITALIANI SU TRE



Non ci sarà da stupirsi se questi numeri cambieranno nelle prossime ora. Anzi, probabilmente sarà già accaduto, perché noi italiani se c'è un brutto vizio che non abbiamo mai perso è quello di plaudire un po' pecoroni al passaggio del vincitore.
Quindi non mi stupirò se domani leggerò su qualche giornale che il 90% degli italiani è contento per l'elezione di Mattarella quale dodicesimo presidente della Repubblica.
Però PRIMA dell'elezione, secondo l'unico sondaggio effettuato e cioè quello dell'Istituto Ixè per conto di Agorà, SOLO UN ITALIANO SU CINQUE, il 20%, era favorevole a questa prospettiva.
Un altro 29% si è trincerato dietro un pilatesco "non so" (lo vogliamo far equivalere ad una scheda bianca ?) e il 51% (quindi senza nemmeno bisogno del premio di maggioranza...) si è detto contrario.
Perché i miei compatrioti, quando non si fanno prendere dagli istinti peggiori - e quello di correre in soccorso al vincitore è purtroppo tra questi - non sono affatto stupidi. 
Come dimostrano i risultati di un altro sondaggio, in diversa materia, effettuato questa volta dall'Eurispes, che rivela il crollo della fiducia degli italiani nella magistratura. Non si fidano 2 italiani su 3, e credo che abbiano assolutamente ragione. 
Qualche tempo fa mi capitò di polemizzare con un lettore che contestava la mia affermazione circa la pesante discesa del favore dei cittadini per una delle più importanti istituzioni dello Stato, appunto quella dei magistrati.  Ero ragazzo quando prendevo nota come, dopo i Carabinieri - in testa -, il Capo dello Stato e prima dei vigili del fuoco venivano, nella fiducia della gente, proprio loro, i giudici, con un lusinghiero 80% di consensi. Parliamo dei primi anni '70, ere glaciali fa.  Poi erano accadute cose, tra queste la vergogna del processo Tortora, l'uso discutibile (eufemismo) dei pentiti, la politicizzazione crescente delle toghe. Tangentopoli spaccò, con tanta parte dell'opinione pubblica schierata giacobina dietro quelli di Mani Pulite, ma anche tanti che guardavano con crescente perplessità alle carcerazioni preventive di "massa". Infine, la guerra contro Berlusconi. Risultato, il consenso dei magistrati in 30 anni si era dimezzato, passando dall'80 al 40%. Per il lettore, probabilmente più giovane di me, questo 40 sembrava un risultatone, visto anche la campagna di delegittimazione a che i poveri giudici avevano subito da parte delle artiglierie mediatiche a disposizione del Cavaliere.
Sicuramente questo ha inciso, ma di più, a mio avviso, il fatto che ora c'era un signore ricco, potente, al tempo non facilmente vulnerabile, che poteva dire, e far denunciare, cose scomode e vere circa le lacune, grandi, della magistratura e del potere che parte di questa si era andata accaparrando tracimando in sfere non di sua competenza. Altro aspetto importante : la nostra società è divenuta più complessa, siamo diventati più litigiosi, la domanda di "giustizia" (le virgolette sono d'obbligo) è cresciuta, e la risposta del sistema giudiziario è assolutamente carente, fino a sfiorare il fallimento. 
Processi troppo lenti, si sa, ma anche esecuzioni insufficienti, e preparazione di molti addetti ai lavori (avvocati compresi) spesso non  adeguata a questa maggiore complessità giuridica, favorita anche da un numero disumano di norme, spesso scritte assai male. Sia come non sia, il risultato è che dal 41%, che tanto consolava il mio critico lettore ( cui evidentemente sembrava poco che il restante 60% non si fidasse di chi aveva il delicato ruolo di dare voce alla legge ) si è passati al 28,8. 
Un tonfo, di cui si devono essere accorti anche  i vertici della magistratura, se all'inaugurazione dell'anno giudiziario sia Santacroce che Canzio hanno dedicato parole preoccupate al fenomeno, spendendo, lodevolmente, osservazioni di opportuna critica verso i propri colleghi per il contributo fondamentale dato a questa penosa caduta.
Chissà cosa dirà stavolta il mio lettore difensore d'ufficio della casta togata. 
Il nostro Presidente del Consiglio queste cose già le sa, ecco perché cavalca temi anti toghe come le ferie e la responsabilità civile : roba popolare, quella che a lui più piace.



Il Garantista

Non si fidano della magistratura 2 italiani su 3



a. eurispess

E' un crollo. Il tasso di fiducia nei magistrati passa dal 41,4% di un anno fa ad appena il 28,8%. Lo dice il Rapporto 2015 dell’Eurispes, presentato ieri a Roma dal presidente dell’istituto Gian Maria Fara. Che definisce il dato su giudici e pm «preoccupante e inatteso».
Di fatto quello della magistratura è il potere che perde maggiori consensi: più del 30% di quelli che già aveva. Il governo è messo male, il dato della fiducia è al 18,9%, eppure è in lieve crescita rispetto a un anno fa. Il che autorizza a credere che nella lite tra le toghe e l’esecutivo sul taglio delle ferie, i cittadini parteggino decisamente per quest’ultimo.
I dati rischiano di galvanizzare Renzi. Soprattutto nella sua guerra a distanza con i magistrati. Secondo il Rapporto Italia 2015 dell’Eurispes la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni tende al ribasso. Ma se si va nel dettaglio, le cose si mettono davvero malissimo per la magistratura, che ha un tasso di consenso ridotto ormai al 28,8% e diminuito nel giro di un anno di ben 12,6 punti percentuali (nel 2014 era dunque al 41,4%, tutta un’altra cosa). Il governo come istituzione nel suo complesso ha un punteggio da incubo, sta al 18,9%. Ma seppur di qualche decimale, e in un clima di generale scoramento, è in salita. Non che ci sia da festeggiare visti i numeri, ma insomma il presidente del Consiglio potrebbe dedurne che gli italiani parteggiano più per lui che per le toghe, nella contesa sul taglio delle ferie. Interpretazioni a parte, le statistiche presentate ieri alla Biblioteca Nazionale di Roma da Gian Maria Fara, che dell’Eurispes è presidente, fanno impressione. Il giudizio degli italiani nei confronti delle istituzioni resta complessivamente negativo, il 69,4% dice di riporvi minore fiducia che in passato. E questo in un quadro complessivo di certezze sempre più scarse, di valutazioni molto critiche nei confronti dell’Unione europea e della moneta unica e in un generale clima di oppressione percepita nei confronti di fisco e burocrazia. Nulla di sorprendente, però. Tranne il dato sui magistrati. Che tracollano in modo davvero verticale – di fatto perdono oltre il 30% dei consensi che avevano – nonostante il grande impatto mediatico di inchieste come quella su Mafia Capitale. E’ la pietra tombale sul ricordo stesso della stagione di Mani pulite. Un cambio di paradigma che tra l’altro è stato ampiamente rappresentato pochi giorni fa all’inaugurazione dell’anno giudiziario dal primo presidente della Cassazione, Giorgio Santacroce, proprio con il riferimento alla golden age di Tangentopoli. Nella sua esposizione pubblica Fara non si dilunga granché sul dato. Si limita a definirlo «preoccupante e inatteso». E a proporlo anche in versione capovolta: «La quota di cittadini che non ripongono fiducia nella magistratura è passata dal54,8% del Rapporto 2014 al 68,6% dell’ultimo rilevamento>>.

Il clima del Paese non è certo colorato di rosa, dice lo studio presentato ieri. Gli aspetti patologici da rimuovere in fretta sarebbero la pervasività della burocrazia e le tasse asfissianti. Soprattutto il primo elemento potrebbe indurre il sospetto che il crollo della magistratura nell’indice di gradimento degli italiani sia parte di una più generale ripulsa nei confronti di tutto ciò che è apparato e potere pubblico.
E invece non è così. Niente da fare, le toghe non possono aggrapparsi neppure a questo. Perché nonostante l’analisi del presidente Fara parta da quello che lui chiama il «Grande Fardello» degli adempimenti infiniti e del fisco, la fiducia nei confronti della pubblica amministrazione non è in calo, anzi: è in clamorosa ascesa, fa registrare un +18,1% e si risolleva così da un dato precedente molto basso, fino a raggiungere il 39,1%. Meglio i travet e gli impiegati, meglio i ministeriali di giudici e pm.
Chi l’avrebbe mai detto. Persino i partiti si riprendono un po’ (arrivano al 15.1% con un significativo +8,6% rispetto a un an anno fa), addirittura i vituperatissimi sindacati hanno consensi più che doppi rispetto alle forze politiche (tasso di fiducia al 33,9%, con un +14,7). La magistratura niente, è così penalizzata dalla ricerca dell’Eurispes da far pensare a un rancore profondo, diffuso, quasi a una voglia di fargliela pagare. Figurarsi se davvero insisteranno con il piagnisteo per quei 15 giorni su 45 di vacanza in meno.

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