domenica 8 febbraio 2015

GRAZIANO STACCHIO : EROE PER CASO E FUTURO IMPUTATO



Un amico di FB mi chiede : possibile mai che l'azione di Graziano Stacchio possa essere perseguita come "eccesso di legittima difesa" ? Io non sono un avvocato penalista, e quindi giro il quesito agli amici e colleghi che mi gratificano con la loro lettura. 
In attesa del loro più attendibile responso. mi auguro di no, anche in ragione della descrizione dei fatti che leggo dalla cronaca (che però vanno sempre verificati). 
Sicuramente, l'immagine, non solo esteriore, del benzinaio di Albettone. non ci fa pensare ad un fan di Charles Bronson nei panni di giustiziere. Le dichiarazione dell'uomo sono di tormento per aver ucciso un uomo, pur avendo agito per difendere la commessa di una gioielleria, aggredita da rapinatori armati, e sparato non certo per uccidere. Una persona modesta, evidentemente però decisa a non subire, visto che detiene un fucile. 
Non stupisce che la moglie del rapinatore ucciso voglia perseguire Stacchio, confido però che le aspettative di questa donna vengano deluse dalla giustizia.





«Non sono un divo, non usatemi» 
 
Parla il benzinaio che ha ucciso un rapinatore nel Vicentino. Il questore lo mette sotto scorta «Le magliette di solidarietà? Non mi strumentalizzate. Sto male, lasciatemi al mio lavoro»
Lo esaltano, lo cercano, lo chiamano. Prima i compaesani, poi i politici, di destra, di sinistra, di centro. L’ardente sindaco di Albettone, Joe Formaggio, l’ha pure stampato su una t-shirt, «Io sto con Stacchio», facendone un’icona di generosità e ardimento. E lui, il sessantacinquenne benzinaio Graziano Stacchio di Ponte di Nanto (Vicenza) che per difendere la commessa della vicina gioielleria dall’assalto armato di una banda criminale ha ucciso senza volerlo un bandito, cosa ne pensa? «Non vorrei sembrare poco gentile con queste persone che parlano di me e fanno tante cose belle. Li ringrazio molto ma io sono in uno stato di confusione totale e di malessere e vorrei solo tornare a fare il mio lavoro…».
L’improvvisa ribalta mediatica nazionale sta disorientando il benzinaio di Nanto che cerca di tornare alla sua pace misurando le parole, per non offendere nessuno. «È giusto che tutti dicano quel che pensano e se quel che fanno servirà a portare più sicurezza nei paesini come il mio, ben vengano anche le parole e le iniziative. Il fatto è che io non sono un divo, non sono un politico, non voglio essere troppo un esempio e non vorrei essere strumentalizzato. Non è la mia vita questa».
Ma i fatti sono quelli: c’è stata una tentata rapina violentissima, c’era Genny che aveva chiuso la porta della gioielleria ed era terrorizzata, c’erano i rapinatori che tentavano di entrare armati davanti agli occhi spaventati della gente che non poteva fare nulla. E c’era Stacchio che di fronte a quell’assalto indisturbato decise di intervenire prendendo il suo fucile per sparare in aria nel tentativo di allontanare i malviventi. Uno ha risposto al fuoco e Nanto si è trasformata nella Durango del Vecchio West, con il bandito che si avvicina, lo punta e Stacchio che preme il grilletto e gli scarica sulla gamba una pallottola diventata letale, avendo disgraziatamente beccato l’arteria femorale. Un fatto straordinario che ha inevitabilmente proiettato il benzinaio di paese su un’altra dimensione. «Una dimensione di disperazione, di angoscia, di confusione. A volte mi dico che ho fatto la cosa giusta, altre volte mi sento male, poi torno tranquillo e poi mi riprende lo sconforto». Il segretario della Lega Matteo Salvini non ha esitato: «Sto con lui». Il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli ha usato un piedistallo: «É un eroe». Per Antonio De Poli dell’Udc «ha tutta la nostra solidarietà», mentre Alessandra Moretti del Pd parla di «reazione comprensibile». Qualcuno lo vede già sindaco, altri parlamentare. Stacchio anticipa tutti: «Spero abbiano rispetto della mia persona e non mi espongano».
La Confcommercio ha avviato una raccolta di fondi per pagargli uno dei migliori avvocati di Vicenza, Lino Roetta. Il Questore gli ha dato una scorta, una pattuglia giorno e notte per proteggerlo da eventuali ritorsioni. «È imbarazzante avere una scorta, mi fa anche piacere, se l’hanno deciso significa che ci saranno dei motivi. Però io francamente non temo reazioni da questa gente. Penso che anche i parenti della vittima abbiano capito perché ho sparato e che non volevo uccidere quell’uomo». La moglie di Albano Cassol, la vittima, un giostraio di 41 anni con precedenti per rapina, ha nominato un legale di fiducia e sembra intenzionata a denunciarlo: «Chi ha sbagliato deve pagare, in giro c’è troppo odio», ha dichiarato d’impeto al Gazzettino . E lui: «Non credo che la moglie abbia potuto dire una cosa del genere. Mi sembrano parole esagerate. Forse non sapeva cosa faceva il marito... Se poi penso ai loro figli... mi fa male».

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