Ho un amico e cliente che gestisce vari negozi wind e sono curioso di sapere se sarà contento della notizia : se il disegno di legge va in porto, torneranno le penali per chi cambia gestore telefonico.
Una fidelizzazione forzata dei clienti, ma anche un ostacolo per acquisirne di nuovi. Come sarà il saldo di una simile operazione ?
Bersani le aveva eliminate, Renzi le reintroduce.
Una cosa ho imparato da tempo : le leggi dovrebbero essere commentate solo dopo la loro effettiva entrata in vigore. Prima, pososno accadere molte cose.
Per esempio, se questa mossa non verrà spiegata bene, rischia di essere alquanto impopolare, e sappiamo quanto il nostro premier sia sensibile al consenso della gente.
Quindi o le cose sono diverse da come sembrano di primo acchitto, leggendo titolo ed articolo del Corriere, oppure cambieranno in corsa.
Vedrete che andrà così.
Liberalizzazioni
Cambio operatore, arriva la penale «Si rischiano anche più di 100 euro»
Nel disegno di legge Concorrenza rispuntano i costi per il passaggio a un contratto all’altro abolite dalla Bersani. Altronconsumo: «Saranno cifre non da poco»
Tradire
un operatore diventerà costoso. La pratica di passare da un marchio
all’altro per godere di offerte più convenienti, che nel caso della
telefonia mobile può rivelarsi particolarmente interessante (ne abbiamo parlato qui), è tuttora tutelata dalla legge 40 del 2007,
altrimenti detta legge Bersani, secondo cui “i contratti per adesione
stipulati con operatori di telefonia e di reti televisive e di
comunicazione elettronica, indipendentemente dalla tecnologia
utilizzata, devono prevedere la facoltà del contraente di recedere dal
contratto o di trasferire le utenze presso un altro operatore senza
vincoli temporali o ritardi non giustificati e senza spese non
giustificate da costi dell’operatore”. Adesso è il disegno di legge sulla Concorrenza
approvato venerdì 20 febbraio dal Consiglio dei Ministri a (provare a)
scompaginare le carte: “Nel caso di risoluzione anticipata […]
l’eventuale penale deve essere equa e proporzionata al valore del
contratto e alla durata residua della promozione offerta”. Torna quindi,
nero su bianco, la penale che la Bersani aveva eliminato lasciando
esclusivamente i costi tecnici dovuti alla eventuale disattivazione.
Doppio passo indietro
Quanto
dovuto, secondo il testo, dovrà essere coerente con il valore
dell’accordo e i mesi restanti in base a quello che è stato pattuito nel
momento della firma. “Così facendo”, spiega al Corriere della Sera
il responsabile dei rapporti istituzionali per Altroconsumo Marco
Pierani, “l’operatore può far pesare sulla fine anticipata del
contratto, che non può essere superiore ai 24 mesi, l’investimento in
marketing per promuovere l’offerta”. Se il decreto dovesse concludere
inalterato tutto l’iter necessario per entrare in vigore, quindi si
“rischierà di andare oltre al centinaio di euro. Un doppio passo
indietro considerando che aspettavamo addirittura un limite concreto
all’entità dei costi di disattivazione”, prosegue Pierani.
Il 20% del mercato delle Sim
Nonostante
la Bersani, infatti, in questi anni il Garante delle comunicazione è
dovuto intervenire con multe da centinaia di migliaia di euro per
ribadire quanto previsto dalla legge 40. Si tratta nel caso specifico di
linee fisse, segmento che secondo Pierani “rischia di dare i maggiori
problemi”. Per quello che riguarda la telefonia mobile, da un lato la
concorrenza e la maggiore agilità del settore hanno garantito condizioni
più favorevoli, dall’altro proprio il “ritorno delle penali rischia di
peggiorare la situazione” a fronte dei costi comunque applicati per la
chiusura dei rapporti. A quali vanno eventualmente aggiunte le rate
restanti dei telefonini compresi nell’accordo. Quando si parla di
cessazione anzitempo dei contratti si prende in considerazione poco più
del 20% del mercato delle Sim, con la percentuale restante che sceglie
la ricaricabile. Secondo l’ultimo spaccato trimestrale Agcom, a fine
settembre le linee trasferite hanno superato i 74 milioni.
Nessun commento:
Posta un commento