martedì 31 marzo 2015

LA PRESCRIZIONE ? MEGLIO ABOLIRLA. LA PROVOCAZIONE DEI PROFESSORI AL CONVEGNO UCPI

 

A seguito della legge appena licenziata dalla Camera sulla Prescrizione, che il Ministro Orlando ha già detto dovrà essere ritoccata in Senato ( e quindi tornerà di nuovo a Montecitorio...per essere gente che vuole eliminare il bicameralismo perfetto, mi sembra che ne facciano un ampio uso), l'Unione Camere Penali ha organizzato oggi a Roma un convegno assai dotto sull'istituto, sulle conseguenze nel processo, su verità e bugie che magistrati e politici sono usi dire al riguardo.
All'incontro vi erano molti politici - forse anche troppi, specie del PD...- e molti valenti professori, docenti universitari e spesso membri di commissioni parlamentari di giustizia (alle quali partecipano ma non mi sembra siano alla fine granché ascoltati, a vedere i risultati).
Nessun magistrato, eppure alcuni, almeno a sentire la testimonianza dei commissari parlamentari, ce ne sono di quelli che ricordano, magari retaggio degli studi universitari, come la prescrizione non fosse un MALE ASSOLUTO, ma un principio di civiltà e anche di razionalizzazione del sistema giudiziario, per questo adottato da gente precisa e pratica quale sicuramente erano quelli dell'antica Roma (altra grandezza, rispetto all'Italietta nostrana).  
Gli interventi degli onorevoli Vazio, Rossomando, Ermini (nuovo responsabile della giustizia PD, che non fa rimpiangere il suo predecessore, l'ineffabile Morani, solo perché è proprio IMPOSSIBILE) e Ferranti sono stati dal noioso, al non convincente fino all'irritante. 
Hanno ripetuto come pappagalli le stesse farfugliate giustificazioni : sì la prescrizione non è la soluzione, ma tenete conto delle altre cose che stiamo facendo, che qualcosina bisogna pur concederla all'altra parte ( che dovrebbe essere il popolo bisognoso di vendetta, ma più realisticamente si tratta dei diktat della lobby dei magistrati), in fondo 14 o 16 anni che saranno mai...Ora, a parte che a chi dice una cosa del genere (l'on. Vazio, per la precisione), replicherò sempre con l'augurio più sentito che presto tocchi a lui sperimentare cosa sia stare sotto processo per un quarto della vita, ma poi non è nemmeno vero, che in alcuni casi i tempi si potranno prolungare ulteriormente, tanto da far dire al professor Giunta la magica battuta "magari è un modo questo dei legislatori di augurare lunga vita ai criminali...".
Sull'obbligatorietà dell'azione penale, ha espresso il suo favore l'onorevole Rossomando, a cui non si capisce come il presidente Migliucci non abbia accorciato il tempo dell'intervento, cosa fatta ad esempio all'on. Bazoli (che comunque stava chiudendo), perché il viceministro Costa doveva parlare e poi andare subito via per impegni istituzionali...Peccato che evidentemente la Rossomando non dovesse andare da nessuna parte, e quindi ci ha tediato per mezz'ora per dire nulla, e quel nulla sbagliato. L'obbligatorietà come simbolo di eguaglianza dei cittadini davanti alla legge... Indirettamente gli hanno risposto in tanti, mi limito a citare il professor Giunta il quale rilevava come la massa di notizie di reato ( molte infondate, ma tanto il fascicolo lo apri lo stesso), il mancato funzionamento dei riti alternativi ( e su questo anche i politici erano pronti a dare la colpa ai magistrati, con le loro ossessioni punitive che hanno disincentivato il ricorso al rito abbreviato e al patteggiamento, che la riforma vuole rilanciare, insieme ad altre misure, come la messa in prova), hanno portato alla episodicità delle condanne. In altre parole, come diceva la canzone di Morandi, 1 su mille di processi ce la fa...E mica tirano a sorte in procura per decidere chi taglierà il traguardo e chi no...Decidono loro...e questo potere discrezionale lo chiamano "obbligatorietà"...
Risultati immagini per convegno camere penali sulla prescrizione
La Ferranti invece ce l'ha con la proposta di una norma che preveda l'estinzione del processo che non decolla...In questo modo mantiene in vita un sistema per il quale, a parte i mille trucchi (che poi tali non sono, bensì dei segreti di pulcinella, perché TUTTI sanno come funziona il meccanismo) per prolungare ad libitum le indagini, poi, chiuse queste, si entra in un limbo indefinito, perché la legge non impone alcun termine al giudice per l'udienza di rinvio a giudizio...
Ma un termine, dice la politica, non può essere posto, perché  "che colpa ne ha un cittadino che chiede giustizia se il PM della sua causa, o il GIP, sono neghittosi (questo termine ha usato...) ??"
Bene, che colpa ha il cittadino innocente se il suo avvocato è neghittoso e fa scadere i termini per l'impugnazione ?
Eppure questi ultimi sono perentori (lo sono sempre quelli degli avvocati), mentre quelli dei magistrati raramente. Certo, l'avvocato incapace o distratto potrà essere chiamato a risarcire il danno...Nell'altro caso, che sanzione c'è per i "neghittosi" onorevole Ferranti ??
In realta il problema di un tempo entro il quale, aperte le indagini, il cittadino o viene rinviato a giudizio o DEVE essere prosciolto, è grave e reale, ma NESSUNO di questi pusillanimi se lo pone, nonostante che nelle commissioni c'è chi si affanni a proporlo.
Ma del resto la Ferranti è quella che dice, suscitando veri moti di ilarità in sala, che mica è detto che nei due anni di sospensione della prescrizione dopo la condanna di primo grado i giudici se la prenderanno comoda e "congeleranno" quel processo ...
Siccome il presidente Migliucci giura sulla buona fede della deputata, noi gli crediamo e concludiamo quindi che non ci fa, c'è proprio. 
No, gli unici due politici decenti sono stati Bazoli e (stranamente del PD) e D'Ascola (senatore del NCD). Il primo si è discostato dai colleghi richiamandosi al pensiero di Falcone per attaccare due "mitimanie" ( copyright : Prof. Giunta) dei magistrati e dei loro sodali : obbligatorietà ed unità delle carriere dei giudicanti e degli inquirenti. 
Coraggioso, ma assolutamente minoritario nel suo partito, anche quando esorta il suo premier a non assecondare la voglia di vendetta, camuffata per domanda di giustizia, citando il biasimo di Papa Bergoglio contro il "populismo penale". 
Bene, anzi meglio, il senatore D'Ascola, che forte e chiaro ricorda come una pretesa punitiva in perpetuum è propria di uno stato autoritario e totalitario, mentre lo stato di diritto, democratico e liberale, ha tra i suoi principi cardini proprio la prescrizione. Sullo stesso tema torneranno gli altri docenti, e in particolare ricordo il Prof. Stortoni, dell'Università di Bologna, che,   alla domanda retorica dell'on. Vazio (questo è un deputato...deus meus...), se la prescrizione sia un valore,  risponde risoluto : SI LO E'.
A parte che un processo troppo lungo non potrebbe più validamente perseguire i suoi effetti (si pensi all'efficacia delle prove testimoniali, distorte nella memoria a distanza di anni !), senza contare che alla fine, anche l'imputato effettivamente colpevole, sarebbe un'altra persona, proprio biologicamente, rispetto a quella che commise il reato.
Quindi li mandiamo tutti assolti ? No, facciamo i processi in tempi "ragionevoli". E 15 anni, 20 e di più...NON sono tempi ragionevoli se non per i matti delle procure o i loro sodali dei 5 Stelle, del PD e pare anche gli zombie di Scelta Civica (quelli rimasti). Cito questi tre partiti perché sono stati i membri di questi a presentare istanza perché l'aspetto della prescrizione venisse stralciato dal resto delle riforme e avesse una procedura d'urgenza...(così si è giustificata la Ferranti, che  era contraria a questa disunificazione).
Il pessimismo lucido del Professor Spangher lo conoscono ormai tutti, tra i membri delle camere penali, e quindi non stupisce che  le parole più dure, con chiaro riferimento ad una politica commissariata dai magistrati (tema caro a Sansonetti e a quelli del Garantista ; al convegno c'era Errico Novi e domani sicuramente ci sarà un suo articolo a commento), siano state le sue. Spangher, oltre a ricordare che il principio della "ragionevole durata del processo" è consacrato nell'art. 111 della Costituzione (articolo che quelli di ANM maledicono tutti i giorni, la domenica due volte), rammenta le cifre spese dallo stato a titolo di risarcimenti (ai detenuti ingiustamente, per i processi troppo lunghi, per le inumane condizioni del carcere) e multe (comminate dall'Europa per i guasti della nostra (in)giustizia).
Sono centinaia e centinaia di milioni, che, forse, risparmiati, potrebbero essere impiegati per quelle maggiori risorse che aiuterebbero a celebrare processi più veloci. Anche avere uffici più efficienti, e magistrati recuperati dagli imboscamente fuori ruolo, servirebbero allo scopo. 
 
Il prof. Fiorella, dell'Università di Roma Tre, recupera il concetto espresso dal senatore D'Ascola : in che tipo di Società vogliamo vivere ? Quanto tempo consideriamo giusto perché un cittadino viva sotto la spada di Damocle della pretesa punitiva dello Stato ? Quale risarcimento dovrà essere corrisposto a chi per lustri e decenni sia stato sottoposto a questa sospensione della vita perché sotto processo ? Perché qui vengono risarciti solo - e non sempre - quelli detenuti ingiustamente, ma gli altri ? E non sono pochi, visto che il viceministro Costa ricordava come circa il 50% alla fine viene assolto...Uno su due...
Chiudete gli occhi, pensate di essere uno di quei due, quello "sbagliato" perché INNOCENTE, ma fortunato, perché alla fine la sua innocenza è stata riconosciuta. Chi vi ridarà mai quegli anni ?
Occasioni perse, soldi (tantissimi) spesi, magari anche debiti fatti...
Uno su due...
L'abolizione di fatto (ma allora, suggeriscono i professori, e nemmeno provocatoriamente, abbiate il coraggio di abolirla del tutto !) della Prescrizione allungherà i processi, laddove TUTTO il mondo ci addita e ci biasima per i tempi sconcertanti della nostra giustizia.
Questa è la verità e la sanno anche quei politici azzerbinati e pavidi ai voleri dei signori in toga.




14 commenti:

  1. DOMENICO BATTISTA

    "" Ermini (nuovo responsabile della giustizia PD, che non fa rimpiangere il suo predecessore, l'ineffabile Morani, solo perché è proprio IMPOSSIBILE) "" (...) . RAPPRESENTAZIONE PERFETTA DELL'INTERVENTO ODIERNO !!!!
    Bravo Stefano !

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  2. FRANCESCO ANTONIO MAISANO

    Due grazie: il primo perchè con la tua cronaca ci hai quasi fatto assistere a quanto accaduto; il secondo per la condivisibile analisi. Quindi bravo bis!

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  3. EMILIA ROSSI

    Perfetto. Nel resoconto e nell'analisi. La conclusione, poi, dice tutto.
    Bravissimo
    Dal resoconto puntuale deduco che la politica ha detto la sua (Nico D'Ascola è dell'Ncd, non udc ) e la dottrina pure (per fortuna). Ma noi, noi agitati, abbiamo replicato? O stiamo a guardare?
    Perché che la politica avesse le intenzioni e le deficienze di cui dici, Stefano, lo sapevamo, da tempo. Non c'era bisogno di raccoglierne le voci in un convegno, per saperlo.
    Pensavo che quello di oggi dovesse essere un confronto. Una di quelle cose in cui arriva uno che dice, per esempio, 'se fate questa cosa vi facciamo chiudere i tribunali'. Una di quelle cose in cui oltre che ribadire la posizione dei penalisti si dichiara cosa faranno per sostenere la loro posizione e quanto sono pronti a giocarsi per sostenerla.
    È successo?

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  4. MARTA MARINI

    Una di quelle cose in cui arriva uno che dice, per esempio, 'se fate questa cosa vi facciamo chiudere i tribunali'. Esatto!
    Io mi attendevo qualcosa del genere. Sarò ingenua. Invece cosa abbiamo fatto? Oltre a confrontarci ed ascoltare, pacatamente seduti, le ragioni del Governo?
    Non esistono più battaglie. Esistono solo compromessi. Peccato che non riguardino solo noi.

    Qualcuno mi sa spiegare il senso di quel "siamo in agitazione"? Perché se si fosse trattato soltanto di uno stato soggettivo di qualcuno, andava esplicitato. Noi, invece, abbiamo frainteso. Pensando fosse una cosa seria.

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  5. MARIA LAMPITELLA

    Il tuo articolo Stefano è talmente puntuale da far immaginare addirittura le espressioni dei volti degli intervenuti , mi auguravo un colpo di scena finale dell'Avvocatura presente che, a quanto pare, non c'è stato ! Un'altra buona occasione sprecata per far "sentire" la nostra voce. Che la prescrizione stia investendo noi ?

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  6. ROBERTA ROSSI

    Emilia, purtroppo siamo stati a guardare. Abbiamo ascoltato per le prime due ore i politici che si lodavano e si sbrodavano senza alcun contraddittore e i professori ce li siamo ascoltati solo noi visto che i politici - che come dice giustamente Stefano Turchetti avrebbero avuto davvero bisogno di starli ad ascoltare - fatto il loro spottino elettorale sono scappati via subito

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  7. DOMENICO BATTISTA

    ilarità Nella sala, ascoltando le argomentazioni di qualche "orfano dell'inquisitorio"
    l'ilarità lascia spazio allo sconcerto ed alla preoccupazione ascoltando il presidente della Commissione giustizia della Camera che , compiacendosi di aver .....accelerato ....i tempi del processo ....allungandoli.... , ha preannunziato altre derive del nostro sistema giudiziario.

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  8. ROBERTA MARCHETTI

    Il Camerlengo continua imperterrito a tessere ….

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    1. DOMENICO

      Purtroppo, e ripeto purtroppo, quanto scritto dal L' Ultimo Camerlengo riproduce esattamente lo stato dell'arte. Una serie di incredibili affermazioni da parte dei politici , con la netta sensazione di riforme fatte a vanvera , ammettendo la necessità di soddisfare i peggiori appetiti di certa opinione pubblica, senza un minimo quadro complessivo ed organico di quel che occorrerebbe fare . Una serie di doglianze dell'Accademia , inascoltata o ascoltata male (il caso della commissione Fiorella è significativo !!!). Una serie di silenzi assordanti dell'Avvocatura, con una associazione di penalisti ormai ricca di compiaciuti graduati e priva di esercito.

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    2. MARTA

      L''esercito segue solo quelli in cui crede davvero. I graduati devono guadagnarsi la fiducia di quell'esercito, parlando per loro e, a volte, urlando per loro. Non ho sentito nulla.

      Bravo Stefano! Non omaggi mai il potere, ma i diritti.

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  9. MAURO ANETRINI

    Comincerei ad interrogarmi, Caro Domenico Battista: ad interrogarmi su me stesso e sulla causa delle amare constatazioni di Stefano Turchetti, il quale, se bene ricordo, non appartiene alla categoria dei penalisti.
    Invece di accusare i detrattori, gli avversari, i nemici veri o presunti, mi chiederei se sto davvero facendo quello che dovrei fare come dovrei farlo.
    Mi chiederei, anche, quale sia la ragione che spinge attenti osservatori come Stefano ad esprimere giudizi cosi' severi.
    Ho visto la fotografia della sala, che mi e" parsa quasi deserta. Puo' accadere, certo. Ma anche di questo si deve tenere conto, partendo dal presupposto che il disinteresse dei Colleghi e' un segnale da non trascurare.
    Mancanza di appeal, rischio di contiguita', difetto di capacita' propositiva. Questi, mi pare, sono i rilievi di Stefano.
    I rimedi, secondo me. Organizzare, scrivere, diffondere cultura, come dice Cataldo, riguardano il "come". Su questo ci si puo' confrontare, magari modernizzando un poco la comunicazione. Di certo, serve una spinta forte da parte delle Camere territoriali.
    Il "che cosa", allo stato, mi sembra un poco confuso. Abbiamo difficolta' a trovare il bandolo della matassa - l'ubi consistam - e a definire una strategia seria, fatta di obiettivi precisi e concreti. Condivisi da tutti e coordinati dall'alto.
    Un soggetto politico, fa politica, ma, soprattutto, ha una "politica". Quando si dice a qualcuno "prova a farlo e io ti faro' chiudere i tribunali" due cose devono essere chiare: hai tracciato la linea del non negoziabile e hai la forza per difenderla. Mica una cosa da poco.

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  10. MARCO SIRAGUSA

    Se manca la proposta, la politica fa da sola. E fa male!

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  11. GIUSEPPE CAMPANELLI

    bloccato in studio da una emergenza, l'ho seguita in streaming....dopo il terzo politico mi sono francamente scrafagnato gli zebedei....... è stato comunque utile veder rappresentata ancora una volta la mediocrità di chi ci governa

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  12. DANIELE CHIEZZI

    La cosa che mi manda più "in bestia" è che valenti penalisti, iscritti convinti di Camere Penali, poi diventano politici e si dimenticano dei propri principi, per i quali hanno lottato insieme a noi. E neppure mi basta, per giustificazione, che qualcuno sia stato "contaminato" per essere stato componente del CSM o per essersi trovato, in ambiti governativi, troppo gomito a gomito con i soliti magistrati "infiltrati" (rectius: collocati, secondo scientifico disegno di stampo paramilitare)!

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