Bè, a leggerlo quasi non ci si crede, eppure è proprio lui, Rudi Garcia, l'uomo che fino ad un mese fa ancora sosteneva che la Juventus in testa alla classifica era il mero frutto del "furto" avvenuto allo Stadium contro la sua Roma (finì 3-2), e che oggi in conferenza stampa smette i panni dell'incendiario e spande parole di fair play sportivo che sempre vorremmo sentire dai protagonisti del pallone, e che invece sono piuttosto rare, soprattutto in certe piazze.
Proprio ieri, sempre parlando con un amico tifoso della Roma - ne ho per forza, vivo nella capitale !! - gli chiedevo se non pensava che Garcia avesse sbagliato a caricare troppo squadra e ambiente con la famosa frase autunnale : vinceremo lo scudetto !
Ebbene, il mio interlocutore mi ha dato, con 24 ore di anticipo, l'identica spiegazione che Garcia ha fornito in conferenza stampa a chi gli faceva analoga osservazione : l'ho fatto per caricare tutti, spronarli e non abbattersi a considerazioni fataliste (non uso le virgolette, riporto la sostanza).
In effetti era stato Totti, dopo il match dell'andata, a dire che era inutile dannarsi, che in Italia si poteva giocare solo per il secondo posto.
Rimasi colpito da questa frase detta dal capitano giallorosso, che calca i campi della seria A da oltre 20 anni, quindi ha conoscenza storica diretta, e che dovrebbe ricordare che la rivalità tra Juve e Roma è più polemica che calcistica (come del resto accade con altre compagini, come Fiorentina e Napoli), nel senso che lo scudetto lui si è trovato a contenderselo più con l'Inter che non con i bianconeri.
Totti esordì, non dovrei sbagliare, nel 1992 : nei suoi 25 anni è finito primo una volta, nel 2001, e secondo sette . In quattro di queste sette, la Roma fu sopravanzata dall'Inter. Quindi ?
Per finire l'excursus storico, una volta i giallorossi finirono dietro il Milan e due alla Juve. Di queste due, la prima in realtà lo scudetto fu regalato dall'Inter di Ronaldo all'ultima giornata (in testa alla classifica, i nerazzurri persero all'Olimpico contro la Lazio, e così furono superati non solo dalla Juve, che vinse il titolo, ma anche dalla Roma che finì seconda, ma senza mai avere avuto serie possibilità di vincere il campionato, avendo sempre avuto DUE squadre davanti), mentre nell'altra, la scorsa stagione, alla fine il distacco finale dai bianconeri fu di 17 punti (se non è un record anche questo, poco ci manca), e in tutto il girone di ritorno la distanza tra le due squadre non fu mai inferiore ai 7-8.
Insomma, Totti detesterà la Juve e non l'Inter, ma ha più volte visto le maglie nerazzurre condannarlo sul traguardo. Dato questo contributo alla memoria, sempre scarsina nei tifosi e nei calciatori, torniamo a Garcia che addirittura ammette di aver peccato di superbia con quelle parole, che peraltro avevano, come detto, lo scopo di dare una scossa.
Che in effetti ci fu : la Roma dopo Torino giocò bene e vinse, FINO alla debacle all'Olimpico contro il Bayern. Ecco, è dopo quel 7-1 che i giallorossi non sono mai stati più veramente quelli di un anno fa.
Comunque, non so se le parole moderate del mister giallorosso siano dettate dalla scaramanzia, dall'intento di far rilassare gli avversari, già un po' tentati in questo dal vantaggio dei 9 punti (ovviamente spero che questo non accada. Con Conte NON ci sarebbe questo pericolo, con Allegri non so...), però leggere " La Juve è prima, con nove punti sulla seconda, e si è dimostrata la formazione più forte del campionato, non c’è altro da dire. La sfida di domani non sarà una rivincita, ma una normale sfida tra il secondo in classifica che riceve il primo" fa bene allo Sport.
Speriamo che questa nouvelle vague sia confermata anche dopo domani sera, comunque vada, e da tutti i protagonisti.
Roma, Garcia: “Scudetto? Un peccato di superbia”
Il tecnico giallorosso spiega che la frase era stata detta, dopo la
sconfitta allo Stadium, per tenere alte le motivazioni. Domani sera nel
posticipo contro la Juve ultima chiamata per avvicinare i bianconeri.
LAPRESSE
Rudi Garcia
roma
Ancora dentro o definitivamente fuori. Per la Roma, rinfrancata e
rivitalizzata dalla notte europea di Rotterdam, la visita a domicilio
della Juve capolista rappresenta l’ultima chiamata per lo scudetto:
vincere, con relativa salita a -6 in classifica, riaprirebbe il discorso
tricolore, pareggiare o perdere certificherebbe nella conservazione del
secondo posto l’obiettivo primario del campionato giallorosso. I veleni
e i rancori dell’andata, però, non albergano più dalle parti di
Trigoria.
Da incendiario, nel giro di quattro mesi conditi da tantissimi pareggi, Rudi Garcia si è trasformato in pompiere: “ Forse una divinità misteriosa ha voluto punire il mio peccato di superbia. Quando dicevo di essere sicuro dello scudetto ci credevo, l’ho fatto per lottare contro un ambiente pessimista ossessivo che diceva che potevamo inventarci qualsiasi cosa ma non avremmo mai vinto (le parole usate a caldo da Totti dopo lo Juve-Roma incriminato dello scorso 5 ottobre, nda) e per ridare orgoglio alla nostra città e ai nostri tifosi. Il nostro obiettivo non è riportare la Roma al centro del villaggio, ma dell’Italia. Questa stagione siamo stati sfortunati, soprattutto con gli infortuni, ma nel nostro destino, anche futuro, c’è sempre la vittoria. Domani vogliamo battere la Juve, ma da noi stessi dipende solo il secondo posto. Solo mantenendolo, possiamo successivamente attaccare il primo”.
Per gli eterni rivali bianconeri, dalla bocca di Rudi Garcia, ci sono solo parole all’acqua di rose: “Differenze tra la squadra di Conte e quella di Allegri? La Juve è prima, con nove punti sulla seconda, e si è dimostrata la formazione più forte del campionato, non c’è altro da dire. La sfida di domani non sarà una rivincita, ma una normale sfida tra il secondo in classifica che riceve il primo. Noi, ovviamente, siamo motivatissimi. Spero che all’Olimpico tutto si svolga all’insegna del fair play e che la Juve venga accolta con rispetto, non come è successo alla Roma a Rotterdam. Poi, sul campo, sarà una sfida a viso aperto”.
Da incendiario, nel giro di quattro mesi conditi da tantissimi pareggi, Rudi Garcia si è trasformato in pompiere: “ Forse una divinità misteriosa ha voluto punire il mio peccato di superbia. Quando dicevo di essere sicuro dello scudetto ci credevo, l’ho fatto per lottare contro un ambiente pessimista ossessivo che diceva che potevamo inventarci qualsiasi cosa ma non avremmo mai vinto (le parole usate a caldo da Totti dopo lo Juve-Roma incriminato dello scorso 5 ottobre, nda) e per ridare orgoglio alla nostra città e ai nostri tifosi. Il nostro obiettivo non è riportare la Roma al centro del villaggio, ma dell’Italia. Questa stagione siamo stati sfortunati, soprattutto con gli infortuni, ma nel nostro destino, anche futuro, c’è sempre la vittoria. Domani vogliamo battere la Juve, ma da noi stessi dipende solo il secondo posto. Solo mantenendolo, possiamo successivamente attaccare il primo”.
Per gli eterni rivali bianconeri, dalla bocca di Rudi Garcia, ci sono solo parole all’acqua di rose: “Differenze tra la squadra di Conte e quella di Allegri? La Juve è prima, con nove punti sulla seconda, e si è dimostrata la formazione più forte del campionato, non c’è altro da dire. La sfida di domani non sarà una rivincita, ma una normale sfida tra il secondo in classifica che riceve il primo. Noi, ovviamente, siamo motivatissimi. Spero che all’Olimpico tutto si svolga all’insegna del fair play e che la Juve venga accolta con rispetto, non come è successo alla Roma a Rotterdam. Poi, sul campo, sarà una sfida a viso aperto”.
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