Sarebbe una scommessa vinta in partenza puntare un euro sul fatto che mia madre, sentendo in tv del proscioglimento di Antonio Logli, il marito della scomparsa Roberta Ragusa, commenterà, con qualche milione di altri italiani " e allora chi l'ha uccisa ?".
perché è sempre questo che dice (dicono) quando poni il dubbio che l'imputato sia innocente !
Ed il fatto che il corpo della donna non sia stato mai trovato, e quindi che non vi sia nemmeno la certezza della morte, non fa certo venir meno le granitiche certezze dei colpevolisti sempre e comunque.
Come ben prevede il collega Francesco Antonio Maisano, nel salutare con un plauso la decisione del Giudice di Pisa, adesso bisognerà difenderlo questo magistrato che, in mancanza di prove ma anche di validi indizi, ha deciso che Logli non andasse processato.
La Procura naturalmente "rispetta" la decisione (che altro vorrebbe mai fare ??), ma ricorrerà in Cassazione (qualcuno scommette, stasera voglio vincere facile !), e ricorda a tutti che il proscioglimento non significa che Logli cessi di essere imputato, fino alla definitività della sentenza.
Giusto, e il dr. Giaconi ricordi a sua volta che, sempre fino a quel momento, Logli, come qualsiasi imputato dei tribunali italiani (e del mondo libero) è da considerarsi NON COLPEVOLE.
Così ricordiamo una cosa per uno.
Caso Roberta Ragusa
Il giudice: niente processo per Logli
Il pm: «Le indagini continuano»
Prosciolto l’uomo accusato dell’omicidio volontario della moglie e di distruzione del suo cadavere. La donna era scomparsa dalla sua casa di Gello di San Giuliano Terme (Pisa) la notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012
PISA
- È arrivata pochi istanti prima delle 16.20 la decisione del Gup
Giuseppe Laghezza del tribunale di Pisa sul caso Roberta Ragusa,
scomparsa dalla sua casa di San Giuliano Terme nella notte fra il 13 e
il 14 gennaio 2012: il giudice ha deciso per il non luogo a procedere
«per non aver commesso il fatto» nei confronti di Antonio Logli, il
marito della donna. L’uomo, che era arrivato al mattino in aula, ha
abbandonato il tribunale di Pisa scortato dai suoi avvocati uscendo
dall’ingresso principale e affrontando senza dire una parola decine di
telecamere e giornalisti, poi a piedi ha raggiunto l’auto con la quale
era arrivato e che era stata parcheggiata sul retro del palazzo di
giustizia. Per tutta la passeggiata, durata alcuni minuti, Logli ha
continuato a camminare a testa alta fissando le telecamere ma senza
pronunciare alcuna parola anche se incalzato dai giornalisti. Solo il
suo difensore, Roberto Cavani, si è limitato a dire: «No grazie, nessun
commento».
La giornata
Logli
era arrivato accompagnato da un conoscente, seduto sul sedile
posteriore, sorridente, attorniato dalle telecamere, ed è entrato da un
ingresso secondario del tribunale di Pisa per l’udienza preliminare nel
processo che lo vede accusato di omicidio volontario e distruzione del
cadavere. Logli in questi tre anni non ha mai parlato né accettato di
farsi interrogare durante le indagini preliminari. Quello a suo carico è
un processo indiziario: mancano infatti prove schiaccianti a conferma
dell’accusa, mentre ci sono numerosi testimoni che hanno raccontato a
più riprese e con diverse versioni la notte della scomparsa di Roberta
Ragusa.
La Procura
«Rispettiamo
questo pronunciamento anche se lo critichiamo, ma ora è necessario
aspettare le motivazioni della sentenza, attese tra 30 o 60 giorni, per
valutare se appellarlo per cassazione». Così il procuratore facente
funzioni di Pisa Antonio Giaconi ai giornalisti dopo il proscioglimento
di Antonio Logli. Il magistrato ha però ribadito che «le indagini non si
fermano e che fino a che non arriverà una sentenza definitiva Logli
resta imputato e comunque continueremo a cercare sia il corpo di Roberta
Ragusa ed elementi nuovi, anche di natura testimoniale».
«Nell’interpretazione del dispositivo e in attesa di leggerne le
motivazione è possibile che il giudice abbia ritenuto che, in assenza
del corpo, Roberta Ragusa non sia morta. Noi invece riteniamo che sia
stata uccisa e per questo continueremo a indagare». Il pronunciamento,
ha sottolineato Giaconi, «è francamente inatteso, ma non lo definirei
uno schiaffo alla procura: semmai si tratta di una decisione, senz’altro
presa in coscienza, molto coraggiosa per una vicenda così complessa che
meritava un approfondimento processuale».
Il pm: «Un bugiardo patentato»
Il
procuratore è convinto della colpevolezza di Logli, al punto che prima
dell’inizio dell’udienza ha definito Logli«un bugiardo patentato».
«Logli portava avanti da molti anni una relazione clandestina con
un’amante che era una persona intima della moglie e ciò dimostra la sua
capacità di simulare e dire menzogne», ha detto il pm, volendo
evidenziare il clima psicologico della vicenda. Ci sarebbe anche un
movente economico secondo gli inquirenti, per i quali Logli avrebbe
ucciso la moglie per evitare un divorzio costoso. «L’imputato - ha
detto ancora Giaconi - si è tolto di mezzo una persona scomoda nel
momento in cui ha capito che una separazione gli avrebbe fatto perdere
tutto: la casa coniugale, i soldi, i figli e forse anche il lavoro. È in
questo contesto che è maturato l’omicidio e questo è quello che ho
spiegato al gup».
I figli non si sono costituiti parte civile
Fuori
dal tribunale di Pisa un folto gruppo di telecamere e giornalisti, per
quello che è un caso a cui è stata data rilevanza nazionale grazie alla
presenza assidua dei media. I due figli di Logli e Ragusa, un ragazzo di
18 anni e una ragazza di 14, non si sono costituiti parte civile.
FRANCESCO ANTONIO MAISANO
RispondiEliminadate una scorta a questo giudice! L'unità delle carriere non salva dal fuoco amico!