Sono naturalmente d'accordo col viceministro Costa : c'è da pensare (e sperare) che il procuratore capo di Monza non si sia espresso come i media on line virgolettano "ormai dicono tutti così". In caso contrario, allora il ministro sarebbe stato anche troppo indulgente nel definire quelle parole solo "fuori luogo".
Già, perché nel caso di specie, per non lasciare che le proprie parole rimanessero vacua accusa enfatica, un uomo si è ucciso ( ed era deciso a farlo anche la moglie). Quando le accuse si accompagnono a fatti dimostrativi tragici, forse è meglio stare in silenzio.
Vado a memoria, quindi potrei ricordare male, ma al tempo del suicidio di Gabriele Cagliari (anche lui accusò i pubblici ministeri per la sua decisione estrema), il Dr. D'Ambrosio parlò di una sorta di tardivo recupero del senso dell'onore...
Probabilmente ricordo male. In caso contrario, non certo un esempio da seguire dr. Carnevali.
Di seguito, la notizia di cronaca riportata sul Corsera on line
Genova, medico si suicida perché
il figlio farmacista è stato arrestato
Ha lasciato un biglietto: «La magistratura miope a volte uccide». Il procuratore di Monza: «Oramai dicono tutti così». Replica del viceministro: «Parole fuori luogo»
Ha scritto su un biglietto «la magistratura miope a volte uccide» e si è
suicidato gettandosi dal ponte Monumentale, nel centro di Genova.
Protagonista un medico pediatra di 65 anni noto in città che ha deciso
di farla finita dopo che il figlio, farmacista, è stato arrestato dalla
procura di Monza per una truffa riguardante la vendita fuorilegge di costosissimi farmaci antitumorali .
Anche la moglie del medico aveva deciso di suicidarsi insieme con il
marito ma ha esitato all’ ultimo momento dopo avere visto l’uomo
gettarsi ed è stata salvata in extremis dalla polizia arrivata sul ponte
dopo l’allarme lanciato da alcuni passanti. La donna è ora ricoverata
in ospedale in stato di choc. Sulla vicenda è divampata una polemica
dopo le parole pronunciate dal procuratore di Monza Corrado Carnevali:
«Oramai dicono tutti così». «Parole fuori luogo» è stata la replica del
vice ministro alla Giustizia Enrico Costa.
La domenica insieme a cena
Marito
e moglie erano scossi per un’inchiesta della procura di Monza che aveva
scoperto un giro sospetto di farmaci antitumorali venduti all’estero, e
che era culminata lo scorso 2 aprile con l’arresto del farmacista
(inviato ai domiciliari, mentre la moglie, coinvolta nell’indagine, è
stata denunciata). Il figlio del pediatra ha detto alla polizia che
domenica sera i genitori gli avevano fatto visita. «Mio padre e mia
mamma hanno passato la serata con me» ha detto alla polizia, «abbiamo
cenato insieme e guardato la televisione. Poi sono andati via dicendo
che dovevano fare una visita. Non immaginavo che avessero deciso di
togliersi la vita».
Il figlio scarcerato: già una sorella si suicidò anni fa
L’uomo
lunedì è stato scarcerato in seguito al suicidio del padre, secondo
quant ha riferito il suo legale, Umberto Pruzzo: «Ho fatto istanza di
scarcerazione per i gravi eventi familiari, è stata accolta - ha
spiegato - Il giovane è rimasto solo, aveva una sorella che è purtroppo
morta suicida qualche anno fa. Sua madre ha bisogno delle sue cure».
Il procuratore: «Oramai dicono tutti così»
«Ormai
dicono tutti così. Non c’è altro da commentare». Questa la
dichiarazione del Procuratore Capo della Repubblica di Monza Corrado
Carnevali, che non ha nascosto lo sconforto e il dispiacere per il
suicidio del pediatra.
Il viceministro (Giustizia): «Parole fuori luogo»
Sulle
parole del pm interviene il viceministro della Giustizia Enrico Costa.
«Di fronte a questo tragico gesto che mi ha profondamente turbato,
spero che le parole riportate come pronunciate dal Procuratore, non
siano state riportate in modo corretto, perché diversamente sarebbero
parole fuori luogo».
Indagato per traffico illecito di farmaci salvavita
Il giovane è indagato, appunto, dalla procura di Monza perché ritenuto
parte di un presunto traffico illecito di farmaci salvavita. Un’indagine
condotta dai carabinieri del Nas di Milano che delineato una filiera
fuorilegge dedita a lucrare attorno a questi costosissimi medicinali.
C’era chi commissionava i furti di medicinali (confezioni anche da 10
mila euro ciascuna, in genere distribuiti ai pazienti solo dagli
ospedali), chi gestiva il mercato parallelo, e, ultimo anello della
catena chi si preoccupava di venderli in Germania, Olanda, Polonia,
Bulgaria e Montenegro con tanto di fatture false. Un business illegale
da circa 30 milioni di euro.
La moglie del farmacista denunciata
I
provvedimenti giudiziari riguardano 5 persone: sotto inchiesta anche
la moglie del farmacista. Il marito poi è stato messo ai domiciliari,
mentre la donna (anche lei farmacista) denunciata.
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