sabato 30 maggio 2015

DAJE ALLA BINDI !!! CHE GUSTO VEDERE LE CONSEGUENZE DEL POPULISMO GIUSTIZIALISTA

 

Se si organizzasse un torneo di disistimatori di Rosy Bindi, io parteciperei e con ottime possibilità di vittoria.
Non mi piace nulla di questa donna, dai tempi della democrazia cristiana, perfetto esempio di quello che viene definito spregiativamente un soggetto catto-comunista. Il peggio del peggio.
Quindi figuriamoci se mi straccio le vesti se i renziani inveiscono contro di lei per questa mela avvelenata delle liste degli impresentabili, che segnalano sì un solo piddino, però un number one delle imminenti elezioni regionali : De Luca !!
Poveraccio renzino, aveva appena finito di dire che nessuno degli impresentabili sarebbe stato eletto, che si trattava di figure marginali, di liste civiche minoritarie se non civetta, e che salta fuori ? Il nome del suo candidato a governatore della Campania...
Sicuramente una brutta botta. Di qui lo scatenarsi delle truppe camellate.
In tutto questo c'è un però.
Questa iattura è la nemesi del moralismo giustizialista che anima quelli di sinistra e ovviamente il PD.
La storia della lista degli impresentabili non nasce dal cavolo, ma è una cosuccia - becera - che si sono inventati loro e l'hanno messa nel loro codice etico...
Quindi, anche se la tempistica resta sospetta, con la lista allla fine completa proprio a due giorni dal voto !, questa cosa non se l'è inventata quella che spiritosamente (quanti lai si levarono al tempo) il Cav definì più bella che intelligente...
Il problema grave e grande è quella deriva populista giustizialista che i partiti, specie taluni..., rincorrono sperando di catturare voti. 
Lo ricorda opportunamente, con parole estremamente chiare, l'amico Marco Fanti, un attento osservatore di tanti aspetti dell'italietta.
Dategli una letta :

Non sarò il difensore di ufficio di Rosy Bindi, ma è necessario parlare chiaramente: questa vicenda delle liste di proscrizione non nasce improvvisamente a due giorni dalle elezioni ma è l’ultimo frutto avvelenato di una lunga stagione populista e giustizialista, che ha visto complici e protagonisti il Pd e i suoi progenitori.
Gli “impresentabili” della famosa lista non lo sono per un capriccio di Rosy Bindi, ma per un “codice etico” volontario, approvato dalla commissione nel 2014, che impegna i sottoscrittori a non presentare e sostenere candidati anche soltanto rinviati a giudizio e perfino assolti in primo grado per determinati reati. Il Pd, nel folle tentativo di inseguire populismo e giustizialismo (la cui stagione, non dimentichiamolo, ha radici profonde che vedono protagonisti e complici i progenitori dell’odierno Pd) ha promosso e accettato tale codice per cui è quantomeno sorprendente che oggi si dolga del fatto che un proprio prestigioso esponente ne voglia trarre le conseguenze, stilando liste imbarazzanti.
Da questa situazione, tuttavia, non si può uscire portando un attacco personale a Rosy Bindi: se ne può uscire solamente riportando entro la legalità costituzionale e dello stato di diritto tutte le normative (dal suddetto “codice etico” alla stessa legge Severino) che oggi rendono la politica e la democrazia succubi dei pm e della cultura giustizialista.
Esiste un problema di moralità e di onestà nella politica? Lo si affronti con gli strumenti giudiziari corretti. Con i processi e le sentenze definitive. Con le misure cautelari, se ne sussistono i presupposti. Con le sanzioni penali accessorie (interdizione dai pubblici uffici e, in via cautelare, con la sospensione dalla carica).

Se non si esce da questa logica, anzi la si cavalca per avere qualche voto in più e per regolare qualche conto in sospeso, non si avrà alcuna legittimazione per sottrarsi all’assedio di populismo e giustizialismo.
Ci rifletta, Matteo Renzi, e ci dia delle risposte: qui non sono in gioco semplicemente i rapporti di forza interni al Pd, ma valori ben più importanti.


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