mercoledì 5 febbraio 2014

TRA LA BIGNARDI E CASALINO, VINCE ADRIANO SOFRI


La polemica tra Rocco Casalino e Daria Bignardi, estesa indirettamente a Luca Sofri (marito della conduttrice) e soprattutto al padre Adriano (e quindi suocero), non mi piace.
Peraltro, Casalino non sembra voler tacitare la Bignardi con una sorta di "zitta tu che hai sposato il figlio di un assassino", bensì la provoca affermando "cosa ne diresti se intervistando te,  ti chiedessero conto di matrimonio e relativa parentela ? ". Che è un po' diverso.
L'amico Aldo Zuech mi ha inviato il filmato dell'intervista -
 
in questione addirittura suggerendomi da quale minuto partiva ( il Camerlengo ha amici preziosi ormai !) la fatidica domanda in modo che, volendo, non perdessi tempo sul resto. Bene, al 26° minuto la Bignardi finge dispiacere di "dover" (??) rivolgere al giovanotto la domanda sul padre,ma siccome quest'ultimo, intervistato a sua volta su Radio 24, aveva rivendicato il suo passato fascista, non poteva esimersi dal domandare al figlio che cosa ne pensasse. Mah, questo imperativo non lo vedo, ma diciamo che ci poteva stare. Dopodiché Di Battista risponde con assoluta calma , dicendo che lui non è il padre, anzi, forse anche per reazione ha sempre militato nel campo avverso (Di Battista aveva votato PD prima del 2013). Bene, poteva finire lì no ? No. La Bignardi non è soddisfatta, e insiste. Perché ? 
Le piace troppo sta cosa del grillino col padre fascista, per confermare la vulgata corrente ? Oppure vuole un'abiura del genitore ? DI Battista non la fa, ribadisce che vuole essere giudicato per le SUE idee (e ci mancherebbe) e che comunque il padre è una persona onesta e per bene. Lui fa una bella figura, la Bignardi pessima. Casalino s'infuria, o fa finta di , e se ne esce biasimando la conduttrice nel modo che sappiamo.
Adriano Sofri risponde con assoluta classe, che è la cifra dell'uomo, scrivendo sul Foglio :  "Io non sono né un assassino né soprattutto un mandante. Però lui e molti possono dirlo perché una sentenza li autorizza". Dopodiché rigira la domanda e risponde a "quel giovane uomo così umanamente interessato ai sentimenti altrui come sia essere il suocero della moglie del figlio di un assassino: "molto bello".
Applausi, a lui, non alla nuora.
Sulla pagina FB di Sofri qualcuno ha scritto :
" Vorrei ricordare che è, credo, l'unico a poter vantare una condanna confermata da sei gradi di giudizio!! Se in una tale circostanza si dubita ancora della sentenza e si mette in dubbio la sua qualifica di assassino o mandante di assassinio allora a che serve la magistratura italiana?? "
E' stato agevole rispondere :

Questa è la pagina di Adriano Sofri, e voi potete scrivere tranquillamente che siete convinti che sia un assassino. Lui non vi censurerà, che non lo fa mai. Un po' dà la misura dell'uomo no ? Quanto alle sentenze, posso essere d'accordo con il sig. Corrado quando parla di doppio pesismo, però si rivolge all'uomo sbagliato, che Adriano Sofri non mi risulta ne faccia uso Quanto alla domanda di Giancarlo, a cosa serva la magistratura, potrei dire sarcasticamente che fa una bella domanda, è la risposta che fa intendere che è sbagliata. Quando una condanna si basa esclusivamente sulle dichiarazioni di un pentito, i cui riscontri sono dubbi, e con elementi contraddittori, si porterà sempre appresso il dubbio. In un sistema diverso dal nostro, Sofri il carcere non lo avrebbe mai fatto, perché in uno dei tanti giudizi citati, è stato assolto. Negli USA tanto sarebbe bastato perché da loro il "ragionevole dubbio" è preso sul serio. Chiedo scusa a Sofri che non apprezzerà questa non richiesta "difesa", però è il mio pensiero, convinto. E io sono uno che "sta dalla parte di Calabresi"..,, per dire. Uno di "destra", per semplificare.

Pertinenti i commenti di altri lettori :
- "La doppia morale non è certo riferita ad Adriano Sofri, che ne ha scelta una sola e l'ha osservata con rigore. La doppia morale è del mondo che ruota intorno a Sofri e che poi su Sofri e di Sofri discute come se tifasse per una squadra di calcio. Ultima piccola noticina: sapete cos'è insopportabile? La presunzione che c'è dietro la domanda della Bignardi e di quelli che la pensano come lei "
- "Credo che la domanda della Bignardi sul padre di Di Battista fosse inutile e cretina, ma che il deputato ne fosse uscito benissimo, ribadendo che lui voleva bene a suo padre in ogni modo, e che avevano idee diverse.
IO cre
do che le colpe dei padri non debbano mai ricadere sui figli e che ogni figlio abbia il diritto-dovere di essere orgoglioso del proprio padre, al di là delle sue idee: io amo il ricordo di mio padre, benchè fossimo molto distanti politicamente. Ma il rapporto fra padri e figli non è politico, ma affettivo".

Concludo dicendo che, secondo me, Adriano Sofri quella domanda non l'avrebbe fatta.
Almeno, mi piace pensarlo.   



 
Sofri: vi spiego com'è essere suocero della Bignardi...

 

7 commenti:

  1. PAOLO CAVUTO

    Certo Stefano, la domanda della Bignardi (certamente la sua insistenza) è inelegante e forse non pertinente alle idee di Di Battista; ma il punto è, secondo me, che lei fa la giornalista e l'altro il deputato della Repubblica, e la sua domanda non mi sembra inopportuna: non si tratta di ritenere che Di Battista sia fascista come il padre, ma semplicemente di sapere che un deputato venga da un ambiente di un certo tipo, può essere inelegante, ma nelle cose. Invece trovo del tutto fuori luogo le parole di Casalino, proprio per la differenza fondamentale di ruolo tra la Bignardi e Di Battista.

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    1. Paolo, l'ho scritto : la domanda ci poteva stare. L'insistenza no. Quindi la giornalista - che la Bignardi non lo è, è una conduttrice tv, che dice "di non sapere nulla di politica", testuale - fatta la domanda e ottenuta la risposta, poteva fermarsi. Invece non lo fa. Riguardo all'ambiente, alla "provenienza", non le frega nulla di quando Di Battista ricorda che lui proviene dagli elettori del PD (e lo dice proprio per ribadire di avere idee diverse dal padre). Del resto, è la storia di tanti, ANche Francesco PIccolo, nel suo bel libro "Volevo essere come TUTTI", rammenta (parlando sempre con affetto grande e commosso del genitore) che il padre fosse assolutamente di destra, un conservatore che viveva come una disgrazia il figlio comunista (salvo raccoglierne in segreto tutti i ritagli delle recensioni dei libri, gli articoli sui giornali e così via ). Ecco, io giornalista avrei colto il riferimento al passato piddino per chiedere come mai la maggiore ostilità si sia aperta proprio con quelli dell'area comunque a lui più vicina ( come tanti altri come Di Battista). No, Bignardi bocciatissima sulla circostanza. Di Battista è stato bravo a rimanere sempre composto e garbato.

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  2. ANNA CONTI

    Non ho parole! Inelegante?
    Certo che la lingua italiana si presta a porgere aiuto a chiunque pur di trovare attenuanti a chi è invece indifendibile.

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    1. Anna, si tratta di percezioni che in queste cose ognuno ha le proprie. Paolo mette in evidenza il ruolo della Bignardi, che in quanto conduttrice di un talk show può ritenere opportuno "stanare", "provocare" l'intervistato e dare più sale alla trasmissione. Io, come evidentemente tu, non sono d'accordo. Però non è che in queste cose ci sono verità assolute

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  3. PAOLO CAVUTO

    Stefano, io di questa vicenda quello che trovo inopportuno più di tutto è l'intervento di Casalino, fuori fuoco per quanto ho scritto sopra. Non colgo la nota sulla Bignardi che non sarebbe giornalista: intendi giornalista politica?
    Anna (ti do del tu, perchè commentiamo insieme quanto scritto da Stefano, quindi spero che possiamo considerarci "amici" in questo contesto ), indifendibile rispetto a cosa? Sono indifendibili anche Parenzo e Cruciani che hanno per primi parlato del padre di Di Battista? Non capisco.

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    1. Paolo, non credo propro che la Bignardi sia giornalista punto. E' una conduttrice, come la De Filippi, per intenderci e non come la Gabanelli. Parenzo e Cruciani, che fanno un tipo di trasmissione che a me NON piace, hanno comunque intervistato il diretto interessato, non chesto conto al figlio delle idee del padre. Io se avessi avuto un padre nato negli anni 20 o 30 che era fascista non mi sarei certo sentito in imbarazzo. E infatti la stessa cosa ha detto Pierluigi Battista. Mio padre fu fascista : embè ? In questo sono d'accordo con Orsina e altri che osservano come l'intolleranza fascista oggi in Italia è dei nostalgici (piuttosto pochi) e degli antifascisti (che sono di più). Anna credo volesse dire che la Bignardi ha sbagliato, e che lo sbaglio resta al di là di come la si pensi sull'intervento di CAsalino.

      Dopodiché, sull'ex gieffino, se quanto ho letto è riportato correttamente (mentre invece l'intervista l'ho sentita, quindi il biasimo per la Bignardi è confermato alla "fonte" ) , bé , come ho scritto, non è che lui ha dato al suo intervento un taglio intimidatorio, tipo "zitta tu che sei la moglie di e la nuora di", ma piuttosto "ti piacerebbe se intervistandoti ti chiedessero...". E? un po' diverso. Ed è una reazione. Sempre che sia giusta la premessa, e cioè che quanto letto, ma NON sentito, sia stato riportato correttamente.

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  4. ANNA CONTI

    ono abituata a leggere " percezioni " a senso unico, ma in altre bacheche. La tua Stefano si fregia delle tue riflessioni "alte" obiettive e pacate, ed è frequentata da persone del tuo calibro. Da qui il mio rammarico. Io purtroppo non frequento molto causa insufficienza dialettica, ma apprezzo molto.

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