domenica 24 maggio 2015

"NUN T' O PAVO" . IL GRANDE EDOARDO SOCCORRE LA GRECIA DI TSIPRAS

 

Barzelletta nota.  Mario ha una cambiale in scadenza il giorno dopo. I soldi glieli ha prestati Bruno, suo dirimpettaio di casa. Si rigira nel letto, senza riuscire a prendere sonno. Quei soldi non ce li ha...ha provato di tutto (soprattutto farseli prestare da qualcun altro...) ma stavolta senza esito. La moglie, accanto, è presa dall'ansia a vedere l'agitazione del marito, ma non osa dire nulla. Ad un certo punto l'illuminazione : Mario si alza, apre la finestra e nella notte grida : "Bruno, i soldi per pagare la tua cambiale non ce li ho e quindi non la pago !!". Dopodiché chiude la finestra, torna a letto e sorridendo dice alla moglie : "adesso è lui che non dorme !".
Mi è tornata in mente leggendo l'annuncio della Grecia che non pagherà la rata di giugno del debito col FMI. "Sono un miliardo e 6, e non li abbiamo".
In fondo è semplice no ?



La Grecia: non rimborsiamo i soldi al Fmi

Atene: le quattro rate di giugno valgono 1,6 miliardi di euro, non ce li abbiamo
REUTERS
Il premier greco, Alexis Tsipras

 
La Grecia annuncia che non ripianerà il suo debito con il Fondo Monetario internazionale. Il governo di Atene non sarà infatti in grado di pagare le rate del prestito del Fmi entro il 5 giugno semplicemente perchè non ha i soldi per farlo. E quello che sino a ieri era ampiamente probabile, oggi è diventato ufficiale: «Le quattro rate per l’Fmi - spiega in tv il ministro dell’Interno Nikos Voutsis - a giugno ammontano a 1,6 miliardi di euro. Questo denaro non sarà versato, perché non c’è». Parole nette che accrescono l’ansia attorno al dossier greco. 

ANALISI - Incubo bancarotta: che succede se Atene fallisce? (di Luigi Grassia)  

L’OPZIONE “GREXIT”  
Mentre sul fronte europeo, dalla Commissione, alla Bce, ai grandi creditori, si continua a lavorare per un compromesso, soprattutto sul piano delle riforme, tra Atene e l’istituzione di Washington si registra un drammatico impasse. Secondo molti osservatori, se la Grecia non fosse nell’Eurozona, con questa esposizione nei confronti del Fondo, avrebbe già fatto la fine dell’Argentina di qualche anno fa. Ma lo scenario è come noto radicalmente diverso. In gioco, infatti, non c’è solo il default di un Paese ma la cosiddetta Grexit, con gli effetti sulla tenuta dell’intera area della moneta unica. 

VAROUFAKIS: SAREBBE LA FINE DELLA MONETA UNICA  
Non a caso, dopo l’annuncio dell’insolvenza nei confronti del Fondo, il ministro delle Finanze, Yannis Varoufakis, lancia un messaggio inequivocabile a Bruxelles e a tutte le cancellerie europee: «L’uscita della Grecia dalla moneta unica sarebbe l’inizio della fine per il progetto dell’euro. Se ci si trova in un’unione monetaria - aggiunge - uscirne è catastrofico». Quasi come dire che siamo tutti nella stessa barca. E che nessuno possa pensare di risolvere il problema greco facendo pagare il prezzo di un accordo al solo governo di Atene. «Una volta che si mette nella testa degli investitori che l’euro non è indivisibile - aggiunge - è solo una questione di tempo prima che tutto inizi a disfarsi. La Grecia ha fatto enormi passi avanti raggiungendo un accordo. Spetta ora alle istituzioni fare la loro part». 

LA PARTITA A SCACCHI  
Insomma, ancora il braccio di ferro che estenuante va avanti da mesi, con Atene che ripete di non poter più accettare altre politiche di austerità, e chiede più tempo. E i suoi interlocutori che spingono per ottenere fatti concreti. Tuttavia, il tempo stringe sul serio: la settimana prossima il governo è chiamato a pagare salari e pensioni, quella dopo era prevista la restituzione dei soldi al Fondo. Mercoledì il premier Alexis Tsipras è atteso a Bruxelles per un’audizione al Parlamento europeo. Quindi giovedì e venerdì occhi puntati a Dresda, dove si riunisce il G7 economico che stavolta di fatto sarà la riunione del club dei grandi creditori di Atene.

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