domenica 24 maggio 2015

PENSIONI : QUALCHE NUMERO SU USA, GERMANIA E ITALIA



Sempre curioso e anche utile Danilo Taino con la sua rubrica del sabato  impegnata "a dare i numeri". Nelle settimana del disastro della Consulta che azzoppa i conti dello Stato dichiarando l'illegittimità del blocco delle indicizzazione delle pensioni superiori ad un certo importo, il giornalista, esperto di statistiche, ci fornisce qualche dato sull'invecchiamento, sul risparmio, sulla percezione del futuro di tedeschi, americani e italiani.
Indovinate chi sta complessivamente peggio ?



Futuro delle pensioni.
Poca fiducia nello Stato
di Danilo Taino (Statistics editor)
 

Sarà bene che registriamo le nostre aspettative e le adeguiamo meglio alla realtà, quando affrontiamo la questione del nostro benessere nell’età avanzata. C’è infatti un serio disallineamento tra i due poli: in molti Paesi, ma ancora di più in Italia. Uno studio del Pew Research Center ha cercato di capire qual è l’approccio al problema di americani, tedeschi e italiani. Si tratta di tre società che invecchiano, ma con tempi diversi: Italia e Germania già nel 2010 avevano rispettivamente il 20 e il 21% di popolazione con più di 65 anni ; gli Stati Uniti erano al 13% e raggiungeranno il 21% nel 2050 , quando i due Paesi europei saranno al 33% . Invecchiano però anche con idee diverse.
   Per esempio, il 58% degli italiani pensa che la maggiore responsabilità del benessere degli anziani spetti allo Stato, quota che è del 48% tra i tedeschi e del 24% tra gli americani. E, in effetti, già oggi in Italia il reddito di chi ha più di 65 anni viene per il 73% dallo Stato: in Germania per il 69% e in America, dove la struttura delle entrate è diversificata, per il 38% , con il resto diviso quasi equamente tra rendite e reddito da lavoro. La dipendenza dal denaro pubblico contribuisce a creare parecchia ansia in Italia, dove la fiducia nello Stato non è elevata. Alla domanda che molti giovani e meno giovani spesso si fanno, «chissà se avrò mai una pensione», la risposta è molto negativa, tra gli italiani: il 53% dice di ritenere che al momento della loro uscita dal mondo del lavoro non ci saranno denari, il 29% pensa che l’assegno sarà ridotto rispetto a oggi e solo il 7% crede che le pensioni rimarranno invariate. Gli americani che pensano che i redditi da previdenza saranno del livello di quelli odierni sono invece il 20% , i tedeschi l’ 11% .
   Il livello di ansia, però, da noi non si traduce in comportamenti coerenti, il che probabilmente accresce l’angoscia di chi vede avvicinarsi un futuro difficile. Il 73% dice di non risparmiare per la vecchiaia, mentre in America risparmia il 56% e in Germania il 61% . Una situazione che nel nostro Paese ha creato una larga Sandwich Generation , come la chiama Pew Research: il 64% di chi ha tra 40 e 59 anni ha genitori che spesso deve aiutare finanziariamente e allo stesso tempo figli da crescere o da mantenere (in queste condizioni sono il 47% degli americani e il 41% dei tedeschi della stessa età). Dovremo affidarci molto meno allo Stato per superare l’ansia.

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