domenica 14 giugno 2015

L'OCCIDENTE DEVE FERMARE LA GUERRA IN MEDIOORIENTE SE VUOLE SALVARE L' EUROPA

 Image result for esodo immigrati

Problema gigantesco e drammatico quello della immigrazione, che rivela tutta la clamorosa inadeguatezza dei governanti nazionali e internazionali. Non c'è controprova, ma sognando ad occhi aperti, chissà se gente come De Gasperi, Kohl e Roosvelt avrebbe saputo affrontare in modo più capace una situazione che sta assumendo contorni epocali anche per le lacune di chi è chiamato ad affrontarlo. Reputo sbagliate, come più spesso mi accade, le posizioni estreme, e quindi non sto né con le chiusure drastiche ed egoistiche alla Salvini, né con quelli dall'accoglienza a prescindere. 
Penso, come Adriano Sofri, di cui riporto il pensiero nell'articolo che segue, che bisogna fare tutto il possibile per far cessare i conflitti che hanno fatto esplodere la situazione in Siria, Iraq e Libia, tanto per cominciare, e quindi decidersi a combattere seriamente l' Isis e sconfiggerlo. Non è possibile che sulla carta si sia formata una coalizione di 60 nazioni e non si riesca a farla finiti con le bandiere nere del califfato. In realtà, i curdi hanno dimostrato che sono battibili, se affrontati da uomini determinati e decentemente armati. 
Il problema che tutti vogliono avvantaggiarsi sul "dopo", le divisioni al riguardo sono infinite così come le titubanze (specie occidentali) e di questo i sicari di Al Bagdhadi finora hanno approfittato al meglio. Conseguenza : milioni di siriani ed iracheni fuggono dalle loro terre occupate dagli islamisti. In Libia sta accadendo lo stesso, e poi quella è la porta che, eliminato Gheddafi, viene usata dagli sfruttatori della disperazione. 
Bisogna cominciare da lì, ma per farlo, tocca sporcarsi le mani e trovare pure un po' di coraggio. Merce rara in occidente da qualche decennio.
Buona Lettura



Restare umani, e capire a che punto siamo


 Image result for esodo immigrati
Il mare, quello vero, ha ingoiato tanti esseri umani e tanti ne ha spaventati, che la lingua rilutta alle sue meravigliose metafore. Tuttavia anche noi di terraferma, siamo in alto mare. Si incappa in un gorgo e ci si affanna a uscirne, fino a perdere le forze. Forse stiamo facendo così. Fermiamoci un momento, e facciamo il punto. Abbiamo due punti cardinali, noi. Il primo, la nostra stella, è il comandamento: restare umani. I migranti sono il nostro prossimo. Cercano la nostra mano per mettersi in salvo sulle nostre navi, per sbarcare sulla nostra terra. Questo è quanto. Coloro cui il nostro prossimo piace annegato, sono disgustosi. Noi vogliamo restare umani.
Coloro i quali si limitano ad ammonire che bisogna accogliere tutti, sono meravigliosi, purché vedano il costo. Cambiamenti così bruschi e drammatici, non si governano col richiamo alla fredda razionalità e alla calda morale. Il terreno manca, ci si sente sradicati e derubati –del proprio paesaggio famigliare, delle proprie abitudini, di sé. Quando quella soglia emotiva è superata, ricorrere all’appello alla razionalità, anche la più splendida, è come esortare alla calma una folla presa dal panico. Non importa quanto l’allarme –l’incendio, il naufragio- sia falso o vero. Quella soglia è stata in buona parte superata. Ci dividiamo fra un egoismo che si crede sacro, e un altruismo che ignora come il travaso precipitoso di popolazione esasperi uno stato d’animo e minacci uno stile di vita.
Gli italiani, “brava gente”, erano andati per il mondo, e il mondo non era venuto da loro. Il ricambio è avvenuto dentro una globalizzazione che ha destituito classi –gli operai e gli artigiani, i ceti medi- che occupavano un posto riconosciuto nella gerarchia sociale e contavano su una promozione. E anche i più poveri hanno visto soppiantato il proprio titolo di ultimi da nuovi arrivati, e sono retrocessi al desolato rango di penultimi. Quelli che, davvero o in immaginazione, si vedono “sorpassare dagli stranieri” nelle graduatorie…
Nostalgia del passato e paura del futuro, non sono l’opera di neopopulisti xenofobi. (L’avvento del fascismo non fu l’opera dei fascisti). Costoro ne abusano, tanto più lucrosamente quanto meno lucida è la parte che confida di restare umana. La sinistra - chiamiamola così, per incoraggiamento- che emula la xenofobia della destra, facendole uno sconto, è destinata probabilmente a perdere, sicuramente a perdersi. Caccia agli scafisti, pescherecci affondati, il balletto sulle quote, sono un vivacchiare di espedienti.
Non che la crassa demagogia della Lega non meriti d’essere smascherata; l’ha fatto Enrico Rossi che conosce scabbia e treni pendolari. La Lega vota contro ogni partecipazione a missioni nei luoghi da cui fuggono i migranti, e però è pronta ad aprire il fuoco sui treni. Gridava che Mare Nostrum adescava i migranti. Con Triton aumentarono sia gli arrivi che gli annegati: sconfessione tragica, e hanno fatto finta di niente. Salvini ha la linea: il suo responsabile all’immigrazione, un signore nigeriano, lo accompagnerà ad Abuja, e lui chiederà “ai ministri di quel governo di che cosa hanno bisogno”: così si risolve il problema. In Nigeria: 180 milioni di abitanti, il nordest in mano a Boko Haram, mezzo paese governato dalla Sharia, petrolio e guerre civili a sud, la più forte economia africana, eccetera, e lui gli chiederà: “Di che cosa avete bisogno?” Vorrei esserci, a vedere che faccia fanno.
Intervenire economicamente nei paesi dai quali nasce l’immigrazione, buona idea. In genere ci “interveniamo” per aiutare i dittatori a spogliarli delle loro ricchezze. L’idea è così invecchiata che viene da piangere: intervenire in Siria (quinto anno di guerra civile, 220 mila morti, 10 milioni e mezzo fra sfollati e profughi)? In Iraq? In Somalia? In Eritrea? Tali sono i paesi da cui ci arrivano gli scabbiosi.
Matteo Renzi può essere diabolicamente tentato di restare un po’ meno umano. Amato com’è, anche il Papa ha un problema. La Chiesa cattolica è il baluardo della solidarietà verso lo straniero, e però l’incupimento del sentimento popolare l’ha isolata, in questa degnissima causa, altrettanto che sui temi della sessualità o della fine della vita. Non c’è più un fondo cattolico che sorregga a sufficienza l’italiano brava gente.
Restare umani: ogni volta che ne incontriamo uno, di questi nostri simili che si giocano la vita per un sì o per un no. Intanto distinguere, e far leva sulle innumerevoli buone volontà che si adoperano nell’accoglienza, dissipatamente. Le assurde pratiche sull’asilo. Si può immaginare un Piano, e se paia troppo per i nostri tempi corti, tanti piani minori, invece di dilapidare gente nei Centri-galera e nei giardini delle giostre.
Questo movimento cesserà di essere febbrile se si addomesticherà la Grande Guerra nel vicino oriente. E’ quello il contagio, altro che la scabbia. Ormai ne parliamo come di un fenomeno di costume: come si passa a fil di lama senza schizzarsi, come si coprono le donne di un sudario nero. Il Califfato ha festeggiato il primo anniversario a Mosul. Là è la questione “epocale”, quello è l’altro polo del nostro impegno a restare umani. C’è una gara col tempo: se quelle guerre non saranno spente, l’Europa andrà in pezzi, e i pezzi saranno fascisti e razzisti. Andato al governo, Renzi poteva dire questo, e prima doveva convincersene. Le sorti di quelle guerre sono affare dell’Europa, quando le arriva ancora una minima risacca: milioni aspettano, nei campi di Libano, Giordania, Turchia, nei lager della Libia. Abbiamo lesinato fucilini di riporto ai curdi, e ventilato incursori subacquei al molo di Zuwara. E’ ridiventato un problema di Obama: il quale fa il minimo sindacale. L’Europa avrebbe qualcosa da raccontare a quei popoli martoriati: che anche lei ebbe la sua Grande Guerra fratricida, e che perché non tornasse più immaginò di federarsi, e che nonostante tutto la vita vi è ancora libera e dolce abbastanza perché gli scampati dal vicino oriente si mettano a un nuovo repentaglio per raggiungerla. I confini là non esistono più, e restaurarli è un’illusione. Un’Europa capace di queste due cose: contribuire a fermare le guerre di bande, e proporsi come un modo di convivenza rispettosa delle diversità, dovrebbe credere in se stessa. Dopotutto, lo farebbe per salvarsi.

Nessun commento:

Posta un commento