martedì 14 luglio 2015

"C'ERAVAMO TANTO AMATI" ."EUROPEI, ATTENTI..." : VAROUFAKIS GRIDA AL GOLPE E ACCUSA TSIPRAS DI ESSERSI ARRESO

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Lunedì mattina ho visto persone soddisfatte per l'intesa in zona cesarini al drammatico summit di Bruxelles : si era evitata la Grexit, i greci avevano accettato le dure condizioni di riforma, i tedeschi si erano costretti ad una prova d'appello, nonostante la perdita di fiducia. L'Europa (??) era salva (???).
Personalmente sono rimasto scettico. Ma come può fare Tsipras, pensavo, e penso, a far digerire tutto questo ad un popolo che lo ha per la maggioranza eletto per tutto il contrario e, ancora di più, ha votato in un referendum contro un memorandum MENO duro delle condizioni attuali ?? 
A questo punto forse c'è da pensare che nel suo bluff, l'attuale premier sperasse o che gli europei cedessero PRIMA del voto greco - e la Merkel gli ha tolto subito questa illusione - o di perderlo...
Invece ha avuto il suo OXI, espresso da ben oltre il 60% dei votanti, e ora come fa ?
Ovvio che la miglior figura la fanno i duri e puri, e tra tutti quel Varoufakis che, dimettendosi dopo il voto per "facilitare" la ripresa delle trattative, ora può gridare al golpe e alla resa del premier.
Intanto i greci eccolì lì, pronti a scioperare (dipendenti pubblici, farmacisti contro le privatizzazioni...vi ricorda qualcosa ? ) , mentre pare siano improvvisamente sparite, dal progetto , pur ricco di misure draconiane, sottoposto al parlamento ellenico, le famigerate "pensioni baby". Leggo addirittura di "tutele costituzionali" in materia...
Cioè è un diritto costituzionale in Grecia ritirarsi dal lavoro anche a 55 anni, giù di lì ? Sicuramente ho capito male, e non lo dico con sarcasmo.
Però nell'articolo de La Stampa, questo mi è parso di leggere.
Comunqe eccolo.



Tsipras: “Non taglieremo stipendi né pensioni”. Varoufakis lo attacca: “Come il golpe del 1967”

Mercoledì di fuoco ad Atene: il premier interviene alla televisione pubblica per spiegare l’intesa con l’Europa. Il piano in Parlamento. Sciopero di 24 ore dei dipendenti pubblici
 
 
Tsipras con Varoufakis in una foto d’archivio

 
«Non caliamo gli stipendi e neanche le pensioni, anche se indirettamente con le tasse a l’aumento dell’Iva c’è un delle taglio pensioni». Il premier Alexis Tsipras prova a spiegare ai greci l’intesa raggiunta a Bruxelles. Lo fa intervenendo alla televisione pubblica dove ammette: «Si tratta di un accordo molto duro per il popolo ma, per vedere i lati positivi, vi è la totale copertura dei bisogni finanziari del Paese per tre anni e alla fine del memorandum si parla di un’eventuale ristrutturazione del debito». Il premier, inoltre, non ha intenzione di lasciare: «Quando un premier perde un referendum non può rimanere, io mi assumo pienamente mie responsabilità, non ho intenzione di scappare, è mia intenzione far capire al popolo che non ho intenzione lasciare il Paese nella catastrofe». Ma conclude laconico: «il modo in cui è stata vista la consultazione popolare non onora l’Europa».  


VAROUFAKIS ALL’ATTACCO  
Varoufakis intanto torna ad attaccare l’Eurogruppo: domenica è stato un colpo di Stato come quello del 1967, solo che stavolta invece dei tank hanno usato le banche, scrive sul suo blog. Secondo l’ex ministro l’accordo ha previsto la firma su «un documento che illustra le condizioni di resa della Grecia». L’economista afferma che «i leader europei, con il modo in cui hanno trattato Alexis Tsipras e il nostro governo, hanno inferto un colpo decisivo contro il progetto europeo». Per Varoufakis l’intesa di lunedì mattina «non ha nulla a che vedere con un programma di riforme che possa tirare fuori la Grecia dal fango». «È una pura e semplice manifestazione di una politica di umiliazione» dichiara ancora. «Gli europei, compresi quelli a cui non frega niente della Grecia, devono stare attenti», avverte l’ex ministro. 

IL NODO DEL PRESTITO PONTE  
In soccorso al premier greco torna il Fondo monetario internazionale, che sostiene la necessità di ristrutturare il debito. Tutti i grandi economisti del mondo dicono che la ricetta dell’Eurogruppo è sbagliata. Ma l’ondata di indignazione mondiale non smuove i «grandi creditori». E mentre a Bruxelles si cerca di dare fiato alle banche greche con un prestito ponte con i residui 13 miliardi dell’Efsf (il primo fondo salva Stati) - cui però si oppongono Londra oltre che la solita Berlino - la situazione ad Atene sembra complicarsi ancora di più: secondo il principale quotidiano greco, Katrhimerini, dal testo di riforme che il governo di Alexis Tsipras ha presentato stasera in Parlamento e che dovrà essere approvato entro la mezzanotte di domani sono sparite le baby pensioni

I NUMERI IN PARLAMENTO  
L’ala radicale di Syriza domani dirà comunque «no», ma non è chiaro quanti saranno i “traditori” di Tsipras. Né cosa sceglierà il ministro della Difesa Kammenos, leader di Anel, junior partner. Per tutto il giorno Tsipras ha tessuto colloqui con tutte le forze politiche e con i suoi deputati. Secondo Kathimerini, l’eliminazione delle baby pensioni è sparita perché servirebbe una pronuncia della Corte costituzionale, che a giugno ha bocciato la riforma delle pensioni varata nel 2012. Ma potrebbe essere un tentativo di recuperare qualche “ribelle”. 

IL PIANO E L’IPOTESI RIMPASTO  
In compenso ci sono ritocchi all’Iva, sparisce il regime speciale per le isole, sono previsti aumenti dei contributi di solidarietà per i redditi oltre i 30mila euro ed anche un contributo speciale del 5% per tutte le cariche dello Stato e della pubblica amministrazione, dal presidente della repubblica fino ai sindaci. Il testo, così come anticipato da Kathimerini, avrebbe una portata - fra tagli di spesa e nuove entrate - di 3,175 miliardi. Eppure il taglio secco dei pensionamenti anticipati era una delle condizioni imposte dal drammatico eurosummit concluso all’alba di ieri. La presentazione dell’omnibus intitolato `Misure urgenti per la negoziazione e la conclusione di un accordo con l’Esm´ è l’unico fatto concreto mentre Alexis Tsipras si prepara ad un rimpasto di governo e mentre monta la tensione in Grecia. Consumata la rottura con l’ala radicale di Syriza, il premier domani dovrebbe avere comunque la maggioranza in aula grazie all’appoggio dei centristi di To Potami, del Pasok e di Nea Demokratia. La soluzione del “rimpasto” di governo sembra la più probabile, mentre fonti governative lasciano intendere che il giovane premier non ha controllo pieno non solo del suo partito, ma anche della macchina dello stato. Per preparare la “lenzuolata” si è affidato ai tecnici del partito invece che ai funzionari dei ministeri che dovrebbero poi metterla in pratica. 

SCIOPERO DEI DIPENDENTI PUBBLICI  
In contemporanea con il voto al Parlamento sulle riforme chieste concordate con i leader dell’Eurozona, il sindacato greco dei dipendenti pubblici, Aedy, ha indetto uno sciopero di 24 ore in segno di protesta contro l’accordo raggiunto dal premier Alexis Tsipras. Lo sciopero sarà accompagnato, in serata, da una manifestazione in piazza Syntagma, nel centro di Atene. Anche l’associazione delle farmacie elleniche, ha preannunciato, sempre per mercoledì, uno sciopero di 24 ore contro la prevista liberalizzazione del settore che dovrebbe aprire alla vendita di medicinali over-the-counter anche nei supermercati e concedere, sempre ai supermercati, licenze per aprire punti vendita al loro interno. «Non lo permetteremo», ha detto il presidente dell’associazione, Giorgos Lourantos, alla radio greca.

2 commenti:

  1. E' vero che i Greci sono andati in pensione a 55 anni( non tutti a dire il vero)...Vorrei segnalare che in Italia le pensioni nel 1972 sono state elargite ai 35enni...con 15 anni 6 mesi e 1 giorno di lavoro.....e ancora oggi ci sono 495.000 persone che continuano a percepire quella pensione...quindi sarebbe meglio che ognuno pensasse a fattacci sua!

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  2. Gentile Anonimo (è carino mettere il proprio nome) , non capisco il senso delle sue obiezioni. Intanto, anche se non è un lettore del blog (altrimenti non avrebbe fatto le considerazioni che ha scritto ) , avrebbe potuto rilevare nel mio commento di presentazione il chiaro riferimento ai vizi italiani (scioperi dei dipendenti pubblici, le difese di categoria). Dopodiché, il fatto che noi abbiamo avuto lo scandalo delle baby pensioni, non significa che non possiamo dire che siano sbagliate, specie ora che quella vergogna è stata eliminata. Terzo e non ultimo : la vicenda greca è "fattaccio nostro", visto che gli aiuti sono pagati anche da noi.

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