giovedì 27 agosto 2015

DIVORZIO BREVE : E' BOOM DI RICHIESTE. AUMENTANO QUELLE DEGLI ANZIANI

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Resta piuttosto difficile da comprendere a cosa serva la separazione consensuale dal momento in cui a sei mesi dalla stessa si può chiedere il divorzio : perché non eliminare questa strana e palesemente inutile parentesi e divorziare tout court subito ? 
Cosa potrà cambiare mai in sei mesi ? 
Non ho avuto risposte a questo quesito. Nel frattempo gli italiani mostrano di apprezzare questa abbreviazione e pare siano già 50.000 le pratiche firmate a questo scopo. 
Con una curiosità : aumentano le richieste degli ultra 65enni. 
La notizia la riporta il Corsera nell'articolo che segue. In un altro il giornale posta l'intervista ad una di queste grigie divorziande che spiega come nella decisione ha un peso determinante l'idea di poter avere un nuovo amore...: «I figli sono grandi e ho un nuovo amore Magari mi risposo»
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Il Corriere della Sera - Digital Edition

È l’estate del divorzio breve 
Boom di richieste dai 65enni
Le stime degli avvocati: firmate 50 mila pratiche in soli due mesi



ROMA È corsa al divorzio, da quando lo scorso 26 maggio quello breve è diventato legge. In soli due mesi sarebbero state firmate 50 mila pratiche, secondo la stima dell’Associazione matrimonialisti italiani (Ami) riportata dal quotidiano «Italia Oggi», ed entro Natale se ne potrebbero contare almeno altre 50 mila. L’effetto valanga, che in teoria potrebbe essere anche più dirompente, visto che in questo momento sono 250 mila le coppie di separati che potrebbero decidere di accedere subito al divorzio breve, con pesanti ripercussioni sui tribunali, è dovuto al fatto che le norme sono retroattive. Valgono quindi per tutte le coppie che hanno fatto domanda di separazione dal 2011 a sei mesi fa, e che lo faranno ancor di più adesso che i tempi si sono tanto accorciati.
Ma il dato più significativo e curioso è quello dell’impennata dei divorzi degli ultrasessantenni. Almeno una coppia su 5, il 20 per cento dei divorzi brevi, riguarda gli over 65. Se bastano sei mesi per una separazione consensuale, tanto vale farlo. «Il divorzio breve prevede sei mesi per una consensuale e 12 per una giudiziale, con o senza figli — spiega Gian Ettore Gassani, presidente nazionale dell’Ami —. Prima i tempi erano di minimo tre anni per la prima sentenza. Per le giudiziali non prevediamo in realtà una reale velocizzazione, perché quando c’è una causa in corso i tempi finiscono per essere quelli biblici dei tribunali italiani. Dubito molto che in 12 mesi si riesca davvero ad arrivare al divorzio, soprattutto se la coppia è molto litigiosa, o se ci sono grandi patrimoni da dividere o ci sono state violenze in famiglia, con conseguenti procedimenti penali».
Se si ricorre alla giudiziale, continua Gassani, «un 30 per cento di tutte le separazioni, diciamo lo zoccolo duro, veri vantaggi non ce ne sono. Ma le consensuali portano invece davvero al divorzio in sei mesi e qualche giorno per espletare le ultime pratiche. Questo potrebbe essere un incentivo a scegliere di lasciarsi d’amore e d’accordo».
Gassani non ha mai nascosto di essere un fan del divorzio breve. «Anche la cultura di noi avvocati matrimonialisti sta cambiando. Le giudiziali sono lunghe e costose ma estenuanti, meglio il divorzio veloce. Inoltre, da un punto di vista sociale e familiare, si riduce la conflittualità. Meno attesa significa meno risentimenti, i coniugi non hanno il tempo di affilare le armi, in sei mesi è tutto finito. Con grande beneficio per i figli».
Il dato degli «over 65» divorziati sorprende molto Gassani: «Prima i tempi erano così lunghi che ad una certa età si rinunciava. Adesso, in questa epoca di grandi egoismi e individualismi, in mezzo anno si firma e arrivederci. Le coppie con figli grandi, che non hanno più un progetto di vita comune, scelgono più facilmente il divorzio. Altro che traguardo delle nozze d’oro».

Mariolina Iossa

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