martedì 25 agosto 2015

I CASAMONICA E QUELL'INDIGNAZIONE UN TANTO AL CHILO

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Il bello dell'informazione e della Rete è che troverai sempre opinionisti apprezzati che la pensano come te.  Ovviamente ci saranno anche quelli che la pensano come i tuoi antagonisti. Diciamo che qualche motivo di soddisfazione lo puoi trarre in ragione della diversa stima che hai nei confronti degli autori.
Se io verifico che il mio pensiero corrisponde, in linea di massima, a quello, che so, di un Panebianco, di un Ricolfi o di un Giacalone, mentre è osteggiato da un Travaglio, da un Ferrarella, in genere sono non solo gratificato ma anche confortato : mi sento sulla strada giusta. 
Sulla infinita, e anche un po' stolida, polemica sul funerale sfarzoso di Vittorio Casamonica si è ripetuto questo schema. Ho scritto, di getto, che francamente non condividevo l'eruzione di indignazione che, more solito (curioso : l'Italia è il paese con più scarsa tenuta etica e al contempo la più alta capacità di indignazione su praticamente TUTTO ) , si era scatenata.  Il clan dei rom occupava per qualche ora il sagrato della chiesa di Don Bosco e la piazza adiacente, creando anche problemi di viabilità nelle aree prospicenti del quartire Cinecittà, e nessuno interveniva, anzi lo STATO rimaneva passivo ad assistere alla celebrazione post mortem di un noto (?) Boss. 
Francamente, a me le perplessità maggiori venivano al pensiero che questo padrino in salsa sinti era arrivato tranquillamente libero alla sua dipartita, nonostante fosse risaputo, a Roma (ché non credo fuori la capitale sapessero la fama dei Casamonica) la portata criminale di questa famiglia, specie nel campo dell'usura. 
Nei giorni seguenti, numerosi resoconti hanno descritto il potere e gli aneddoti sulla famiglia, e non parliamo di un fenomeno recente, che l'autorità giudiziaria non ha ancora sgominato. Io avevo 10 anni quando nel quartiere appio tuscolano, per fare un paragone criminale, si diceva : "hai presente i Casamonica ?".
Sono passati oltre 40 anni da allora, durante i quali ogni tanto il clan subisce arresti e sequestri milionari, ma sono sempre lì, anzi, più forti di prima, a leggere l'espansione del giro criminale da loro gestito, da soli o in collaborazione con altre bande.
Ebbene, di fronte a questa REALTA', il problema qual è ?  "Non che un gruppo criminale di questa portata possa operare indisturbato a Roma, ma diventa che non si deve vedere. In futuro perciò non devono esserci funerali pubblici, che richiamano l'attenzione ed offrono l'occasione di vedere verità scomode.  (Astolfo Di Amato, sul Garantista).
Il "re dei sinti", in vita, ha comprato "protezioni e complicità, è diventato ricco in maniera sostanzialmente indisturbata e, con la ricchezza, è diventato Un Intoccabile. Ora i custodi della "legge" dell' "ordine", della "sicurezza", della "pubblica morale", devono gridare forte per coprire con la vuota violenza verbale la loro sostanziale complicità o la loro incapacità. Dopo essere stati "compari" del Casamonica quando era vivo, e innocui osservatori delle sue gesta, mettono in campo una strategia per fottere l'opinione pubblica. Si dà in pasto una bara per far passare sotto silenzio il vero problema che non possono e non vogliono affrontare. 
...
Allora dai ! Rimuoviamo il parroco, ritiriamo la licenza di volo all'elicotterista. Magari ammoniamo qualche vigile urbano o qualche netturbino. Accumuliamo montagne di carta, facciamo inchieste, relazioni, riunioni, dicendo di voler "punire" i responsabili di cotanto delitto " ( Ilario Ammendolia, pure sul Garantista) .
Qualcuno ha chiamato in causa il "falso" garantismo. Ma che ci azzecca mai ?? La polemica semmai è con gli indignati di professione, quelli che s'accaniscono sull' "Effetto", dopo aver colpevolmente ignorato da sempre la Causa. E questo vale per le "Autorità". 
Per noialtri cittadini, ci sono più attenuanti : è agosto, le cene e gli aperitivi sono più numerosi. vuoi mettere fare bella figura con una bella tirata indignata ?? 

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