domenica 2 agosto 2015

"I SINDACATI HANNO PIU' TESSERE CHE IDEE". NON C'è DUBBIO : RENZI VUOLE IL MIO VOTO !!

 Risultati immagini per cerasa le catene della sinistra

Una settimana fa, l'annuncio sulla riduzione fiscale record nei prossimi tre anni. L'altro giorno l'esternazione sui parlamentari "non semplici passacarte delle procure ".
Oggi altro salace commento sui sindacati,  provvisti "più di tessere che di idee". 
 Siccome tre indizi fanno una prova, ormai è certo  : Renzino vuole proprio il mio voto !! 
Vedremo la percentuale di realizzazione di questi annunci, e quindi se veramente le tasse saranno ridotte, se la politica riuscirà finalmente ad affrancarsi dal frequente (e vile) appiattimento sulle posizioni della parte rampante della magistratura e se sul lavoro il jobs act realizzerà le trasformazioni promesse (qualcosa si vede, ma è presto). 
Dario Di Vico, notoriamente tra i commentatori prudenti del Corsera, invita il Premier a non infilarsi, in previsione dell'autunno, in nuovi bracci di ferro coi sindacati, esortandolo anche a fare distinzione tra le varie sigle.
Resta che due capisaldi - magistratura e sindacati - delle "catene delle sinistra", titolo di un bel libro dell'attuale direttore del Foglio, Claudio Cerasa, sono ogni tanto discretamente strattonati dal presidente del Consiglio, e questa cosa francamente ci piace. 
Non basta, ma intanto è qualcosa. 


Quegli strattoni alle catene della sinistra

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Dopo la battuta sui magistrati di Trani Matteo Renzi ha messo nel mirino anche i sindacati, rei di «avere più tessere che idee». Nello sforzo di riposizionamento politico il premier sembra aver deciso di fare i conti con quelle che erano state chiamate «le catene della sinistra» ed è sicuramente un modo per ammiccare a quell’elettorato di centro-destra che ancora non trova pace (e un leader in cui credere). Per quanto riguarda Cgil-Cisl-Uil non è la prima volta che Renzi apre il contenzioso ma finora lo ha fatto pasticciando. Del resto il sociale non è la materia in cui va meglio. Ha iniziato disegnando sulla carta un improbabile asse con Maurizio Landini, ha continuato pensando che i veri corpi intermedi fossero i sindaci, poi non ha valorizzato la posizione della Cisl che si era dissociata dallo sciopero generale contro il governo e oggi ritorna sul tema pensando di risolvere le contraddizioni per via legislativa. Per carità, una legge sulla rappresentanza in linea di principio sarebbe utile ma hic et nunc si rivelerebbe una scelta sbagliata. L’economia reale e il Pil-che-non-cresce non hanno bisogno di un nuovo braccio di ferro parlamentare con mesi di comizi e controcomizi, scioperi e arringhe televisive. Occorre invece una riforma della contrattazione che sposti (presto) il baricentro dei negoziati da Roma ai luoghi di lavoro. E non è vero che i sindacati sono privi di idee perché la Cisl ha presentato proprio su questo tema un documento che rappresenta un’ottima base di partenza per rilanciare l’unità sindacale con idee innovative. Toccherebbe forse alla Confindustria superare le remore e valorizzare il promemoria cislino. Il governo, dal canto suo, farà bene a rispettare l’autonomia delle parti ma il ministro Giuliano Poletti potrebbe accendere un faro su ciò che sta maturando. Uscirebbe, quantomeno, da una fase di evidente appannamento.

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