sabato 22 agosto 2015

LA PAROLA AI CASAMONICA : " CI AVETE DISONORATO, SIETE RAZZISTI"

 Nel regno di Vittorio Casamonica "Era il capofamiglia, era il nostro Papa"

Ho già spiegato in un altro post ( http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2015/08/chi-sono-i-casamonica-oggi-colpevoli-di.html  ) perché non partecipo all'indignazione generale per la mancata proibizione dei funerali "reali" di Vittorio Casamonica
Chi avesse curiosità di un pensiero controcorrente,  lo trova lì.
Qui riporto l'articolo de La Repubblica che, giustamente, è andata a sentire la voce dei "protagonisti" che , a loro volta, sono arrabbiati dicendo che i "disonorati" sono loro, e non la capitale.


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VITTORIO ERA IL CAPOFAMIGLIA, ERA IL NOSTRO PAPA

Nel regno dei Casamonica

di Lorenzo D'Albergo


"La pubblicità che avete dato al funerale per noi è un disonore". Guerino e Giorgio Casamonica, i nipoti di Vittorio, si presentano così, a muso duro. Spuntano dal cancello del loro villino tra la Tuscolana e l'Anagnina e si assicurano dell'identità dell'interlocutore. Decidono di fidarsi quasi subito, ché l'occasione è buona per far ascoltare al mondo esterno la propria di campana. E da lì all'apertura della porta della magione dello zio passano solo pochi secondi. In casa del "Re di Roma" la luce è soffusa e gli specchi sono stati coperti con grossi teli scuri: su un divano se ne sta la vedova Casamonica.

Poche parole per chiedere il perché dell'intrusione, poi il silenzio. Gli occhi sono puntati sul tavolone attorno a cui si estende un'enorme cucina a vista. Le donne di casa e la giovane colf, calata romana, stanno spulciando tra i vecchi album di famiglia, alla ricerca delle foto più belle di Vittorio.
Niente da fare: la migliore a detta di tutti è quella già appesa e contornata da una grossa cornice rosso e oro. Eccolo il capo famiglia da giovane, seduto su una macchina sportiva. Ha i capelli lunghi, una grossa cravatta a righe e sorride, adagiato su una macchina sportiva.

I carabinieri della stazione di Ciampino irrompono all'improvviso, chiedono di lasciare la casa perché il figlio della vittima è ai domiciliari e può parlare solo con i familiari. La conversazione, allora, avrà luogo in casa di Guerino. Veste di nero e assicurano che il lutto per lo zio durerà almeno un anno: "La televisione è spenta, non c'è musica, non balliamo. Ci faremo crescere la barba e mangeremo solo pesce, niente carne o latticini. Da noi si onora così un parente defunto".

Vale lo stesso per i cocchi, i cavalli e gli elicotteri?

"Abbiamo solo rispettato la tradizione (a prendere la parola è un fratello di Vittorio, omonimo, ndr). Da 20 anni usiamo i cavalli. E i manifesti non sono stati capiti. Volevamo dire che ha preso il nostro popolo con il cuore. I giornalisti hanno scritto senza conoscere 70 anni della nostra storia. E se non conoscete le usanze, non parlate".

Tra le tante polemiche sul funerale anche quella dei permessi per il corteo. Avete chiesto qualche autorizzazione?

"Non ne esistono (ora a parlare è Guerino, ndr). Nel 2002 è morto mio zio Antonio e siamo andati dalla Romanina al Verano con i cavalli. E ora basta con questa pubblicità. Ho aperto la porta tranquillamente, non ho nulla da nascondere. Così rovinano il futuro di noi giovani".

E per voi giovani chi era Vittorio?

"Era come un Papa. Era il campo della famiglia. Decideva sui figli e sui nipoti, risolveva i nostri litigi. Era al vertice per le sue capacità. E ora siamo senza guida".

Nel suo passato ci sono frequentazioni con la Banda della Magliana. Si dice fosse il braccio destro di Nicoletti.

"Una falsità. Lui e mio suocero sono cresciuti insieme e basta. Per noi Vittorio era il nostro Re. Di noi, degli zingari della nostra famiglia. Ci ha mostrato come si può riuscire nella vita. Ha cominciato a vendere motorini a 13 anni e a 17, senza patente, aveva già una Ferrari. Gli piacevano i cavalli e le belle macchine. Il resto sono bugie: non è mai stato arrestato per droga e non era un boss, come noi non siamo un clan. Siamo 1.600 in tutta Italia. Ho cugini carnali che neanche conosco. I clan ammazzano e sequestrano. Io ti pago se trovi un Casamonica che ha fatto un omicidio. Se qualcuno di noi commette un reato, deve pagare. Ma è sbagliato fare di tutta l'erba un fascio".

Chiaro. Allora perché la musica del "Padrino" al funerale?

"Lo zio era matto per il sax di Fausto Papetti, per Elvis. Amava la musica e basta. I giornali hanno trasformato il funerale in una zozzeria. È un disonore. Lui era il più grande e abbiamo solo voluto fare qualcosa di più del solito".

Quanto è costato il funerale?

"Ieri ci saranno stati mille parenti e abbiamo raccolto i soldi: 50 euro a persona. Hanno partecipato tutti. Sono venuti da Pescara, Alba Adriatica, Avezzano... lo zio oggi se lo piangono anche i sassi. Avete visto le foto al Cafè de Paris (locale sequestrato alle 'ndrine dalla polizia nel 2009, ndr) di via Veneto? I camerieri lo attendevano a braccia aperte".

La basilica di San Giovanni Bosco è stata scelta per qualche motivo in particolare?

"Nelle chiese siamo sempre entrati (riprende il fratello del defunto, ndr) per battesimi e matrimoni. Abbiamo una tradizione e Vittorio non era un Boss. Non aveva precedenti. Ma tanto è sempre così. Se parlano dei Casalesi poi usciamo noi. Mafia Capitale e usciamo noi. Se eravamo mafiosi, mica stavamo qui.  Stavamo nei campi nomadi. Quella chiesa è stata scelta perché serviva una parrocchia grande. Eravamo tanti. E solo per questo ci hanno detto che siamo un clan. Vogliamo andare in tv per spiegare tutto".

Su Mafia Capitale. Ma la famosa foto con Alemanno?

"Luciano stava mangiando per conto suo. Qualcuno poi gli ha chiesto la foto. Ma ora basta, dovete capire una storia troppo lunga per continuare a parlare". "Aspetta (finalmente
prende la parola Giorgio, ndr) prima vogliamo dire che Vittorio nei cartelloni non era vestito di bianco per apparire come il Papa. Non volevamo offendere il Vaticano e di questo ci scusiamo con il pontefice. Tutte le altre polemiche non sono cose serie: siamo gitani e qui sono razzisti. Non siamo dei cafoni. I nostri funerali sono sempre stati fatti così. Ma quando si parla di Casamonica è sempre così. Si generalizza. Ma i politici, invece, quante ne hanno fatte?

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