martedì 1 settembre 2015

PIEPOLI DA' I NUMERI : NESSUN PARTITO AL 40%, E ALFANO LETALE PER RENZI SE INSIEME ALLE ELEZIONI


La notizia, secondo la Stampa che dà risalto ai sondaggi del 31 agosto sfornati dall'istituto demoscopico di Piepoli, sarebbe che nessun partito oggi, se si andasse alle elezioni, raggiungerebbe la magica soglia del 40% e con essa il regalo della maggioranza assoluta in Parlamento - quel che ne resta - grazie alla previsione dell'Italicum.
Se lo chiedevano a me, gli dicevo la stessa cosa e risparmiavano un sacco di soldi.
Quel numero - 40% - il PD lo ha varcato una volta sola, in occasione di elezioni non politiche nazionali, ma europee  ( mele con mele, pere con pere, ricordate ? ), dopo pochi mesi dall'insedimento di Renzi a Palazzo Chigi, in piena luna di miele con l'uomo degli annunci e con un pubblico (in vari sensi) grato per la mancia di 80 euro elargito per l'occasione. Da allora mai, in nessuna elezione territoriale e in nessun sondaggio il PD si è nemmeno avvicinato a quella cifra. 
Semmai più interessanti sono le altre tre rilevazioni :
1) L'NCD , tanto preziosa in questa legislatura per aver salvato, con le proprie poltrone ( mission assolutamente primaria), i governi di Letta e Renzino, sarebbe invece una gravosa zavorra in caso di confusione elettorale con i Dem. In poche parole, porterebbe via voti, facendo fuggire un'altra frangia di riformisti che nemmeno tappandosi il naso sopporterebbero i superstiti alfaniani. Si potrebbe dire che il mondo è ingrato, ma a noi piace di più pensare che questa è la sorte degli opportunisti ( o traditori, termine che sicuramente in molti riterranno più appropriato). Qualcuno ha notizie di Fini e dei suoi vassalli del tempo poco glorioso di Futuro (mai termine fu meno azzeccato) e Libertà ? 
Alfano, e i suoi compari, sono sulla stessa strada. 
2) Il Centro destra, negli scenari approfonditi da Piepoli - che  però, ci torneremo, non sono evidentemente gli unici possibili - solo in un caso su quattro avrebbero la possibilità di andare al ballottaggio, e nemmeno con certezza.
3) Un centro sinistra unito vale MENO di due formazioni di quel campo che si presentassero separate. Continuando a chiamare SEL una "Cosa" di sinistra -sinistra, questa prenderebbe più voti, attorno al 10%, se si presentasse da sola, assai di meno alleata col PD.
Prevedibile invece che in ogni caso i democratici sarebbero una delle due forze ammesse al ballottaggio, mentre francamente non comprendo l'utilità di un'ipotesi assolutamente fuori della realtà come quella di un'alleanza Leghisti - Grillini. L'unica, aggiungo, che porterebbe - allo stato attuale - quelli come me a non astenersi e a votare l'uomo dei mille annunci. 
Ma, appunto, è un rischio che non corro.





Forza Italia e Lega uniti insidiano il M5S. E il Pd perde punti se si allea con Ncd

Sondaggio Piepoli per La Stampa: con l’Italicum ballottaggio sicuro, nessuno oltre il 40%
 
 
LAPRESSE
Angelino Alfano e Matteo Renzi: se il Pd corresse alle elezioni in coalizione con Ncd, secondo i sondaggi perderebbe punti

La prima notizia è che, se si andasse a votare con l’Italicum, il ballottaggio sarebbe assicurato. Nessun partito - o lista formata da più partiti - supererebbe infatti la fatidica soglia del 40%. E al secondo turno, poi, tutto potrebbe succedere. 

L’Istituto Piepoli ha simulato quattro diversi scenari e sulla base di questi ha sondato gli elettori per capire quali liste si sfiderebbero al secondo turno. Sicuramente il Pd (vedremo poi con quali alleati), e in tre casi su quattro anche il Movimento Cinque Stelle. Nel quarto caso sarebbe un testa a testa tra i grillini e la lista formata dall’unione di Lega e Forza Italia. 



Centrosinistra unito  
Nell’ipotesi in cui Pd e Sel corressero insieme, in una lista unica (nell’Italicum, che entrerà in vigore ufficialmente dal 1° luglio 2016, non sono previste le coalizioni), non basterebbe il primo turno per decretare il vincitore. Uniti arriverebbero al 37%, nove punti sopra il Movimento Cinque Stelle. Bisognerebbe tornare alle urne dopo quindici giorni. 

La «zavorra» Ncd  
In tutti e quattro gli scenari considerati, come detto, il Pd accederebbe al ballottaggio. In tre casi su quattro come primo partito, ma se i dem decidessero di allearsi con Ncd (esattamente come succede nella maggioranza attuale), il M5S diventerebbe il primo partito con il 29%. L’alleanza Pd-Ncd non andrebbe infatti oltre il 28%. Soltanto due punti sopra il listone unico formato da Lega e Forza Italia. 

Testa a testa  
L’alleanza forzaleghista potrebbe invece puntare al ballottaggio nel caso in cui il Pd corresse da solo. I dem andrebbero al 32% e al secondo posto ci sarebbe un testa a testa tra il listone Lega-FI e i Cinque Stelle. 

Il peso della sinistra  
Detto che l’unione tra Pd e Sel non permetterebbe comunque di superare la soglia del 40%, è molto probabile che alla fine i due partiti finiscano per correre separati (a meno che non venga introdotta nella legge elettorale la possibilità di apparentarsi, almeno al secondo turno). Ma quanto vale un nuovo partito di sinistra, formato da Sel e dai fuoriusciti del Pd? Secondo la rilevazione di Piepoli potrebbe arrivare al 12%, ma solo in caso di un’improbabile alleanza M5S-Lega (valutata al 30%). In una situazione più «normale» la Cosa Rossa viaggerebbe attorno al 10%. 

[Nota metodologica: il sondaggio qui presentato è stato eseguito da Istituto Piepoli il 31 Agosto 2015 per La Stampa con metodologia mista CATI - CAWI, su un campione di 500 casi rappresentativo della popolazione italiana maschi e femmine dai 18 anni in su, segmentato per sesso, età, Grandi Ripartizioni Geografiche e Ampiezza Centri proporzionalmente all’universo della popolazione italiana. Il documento della ricerca è pubblicato sul sito www.agcom.it e/o www.sondaggipoliticoelettorali.it.] 

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