Forse, e dico forse, qualcosa si muove contro la tradizione ormai vetusta e stantia degli studenti medi italiani di occupare le loro scuole in prossimità del natale. Questi giovanotti possono elencare le loro ragioni - sono sempre quelle : la scuola inefficiente, mancanza di mezzi per la modernizzazione, le prospettive non fauste...- che sicuramente conservano, nei lustri (sono le stesse cose che sentivo io nei collettivi e nelle assemblee... " a che servono il latino e il greco ? e la storia, e la filosofia..." elenco lungo, che variava a seconda delle lacune personali, e poi la scuola come parcheggio, il sei politico, la gratuità di libri e iscrizioni...) qualche loro verità, insieme a tanta demagogia e una discreta voglia di NON studiare.
Però una cosa è strana e sospetta : perché SEMPRE e SOLO a fine autunno, con l'approssimarsi del natale, e MAI in altri momenti dell'anno ? Sembra una sorta di orologio biologico che scatta nei cervelli degli adolescenti...
Tra l'altro, la partecipazione convinta alle occupazioni riguarda sempre strette minoranze, che aumentano per la naturale voglia di fare forca di molti altri (tra l'altro, l'occupazione è molto più divertente che la semplice bigiatura, e molto meno rischiosa) , mentre la maggioranza silenziosa subisce ( non con grande rammarico, ché una settimana o due di vacanze extra, senza compiti e interrogazioni a chi dispiace ? ).
Per decenni preside e insegnanti sono stati o complici o pavidi succubi. Ultimamente qualcosa sembra cambiare, e alcuni reagiscono ricordandosi, toh !, che occupare le aule, impedire la didattica, è contro la legge.
Alcuni presidi "addirittura" fanno intervenire le forze dell'ordine.
Siccome i tempi non sono più quelli dei gruppettari, del "movimento" e compagnia bella, la cosa avviene senza particolari disordini, che i ragazzotti sono più stupiti che incazzati dall'irrigidimento di chi non gli fa celebrare un rito così consolidato, quasi parte del programma scolastico ministeriale.
Sarei stupito che la nouvelle vague fosse da attribuire alla "buona scuola" di stampo renziano, ma se così dovesse essere, bé , un punto a favore del putto di Palazzo Chigi.
A Firenze Aule occupate
La preside denuncia i suoi alunni
«L’idea era di resistere fino al vertice Nato (a Firenze il 26 e 27, ndr ), per dare visibilità alla nostra protesta. Ma forse per evitare un problema in più, il questore ha ordinato lo sgombero». Emma Ricucci, 17 anni, è una degli studenti che hanno occupato il liceo Alberti per quattro giorni finché, lunedì, agenti della Digos hanno fatto irruzione nella scuola, identificato i ragazzi, liberato i locali. Qualche zaino buttato a terra, un po’ di spavento. Ma l’intervento non è stato «ruvido», ammette Emma. Che pur non avendo votato a favore dell’occupazione, come invece altri 234 compagni (su 500), sostiene che il confronto debba rimanere aperto, perché «i problemi che vogliamo discutere sono tanti». Riforma della scuola, diritto allo studio che non c’è, contributi alle private, alternanza scuola-lavoro. Ma anche problemi contingenti, come l’ambìto indirizzo multimediale dell’Alberti, «in cui si entra solo con
Occupazione: liturgia d’autunno. Esercizio muscolare degli studenti che alcuni dirigenti tollerano, altri rispediscono al mittente. Come la preside dell’Alberti, Anna De Santis, che ha presentato denuncia per interruzione di pubblico servizio. «Non avevo fatto richiesta di sgombero», dice. «È un reato per cui si procede d’ufficio, la polizia ha valutato in autonomia». «L’irruzione? Grave», commenta Danilo Lampis, dell’Unione degli studenti, che ieri hanno manifestato solidarietà ai colleghi dell’Alberti. Non solo Firenze: a Bologna, all’Isart (Istituto artistico) «dal 23 novembre un gruppo di studenti ha occupato la scuola», ha scritto la preside alle famiglie. Tensioni al Cannizzaro di Palermo, dove alcuni ragazzi hanno messo le catene ai cancelli per impe-dire l’accesso ed è interve-nuta
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