Mi piace Checco Zalone. E' simpatico, divertente, rilassante. E poi sta antipatico ai radical chic superstiti - buona cosa il loro lento spegnimento - il che è un valore aggiunto.
Il successo di Quo Vado, che in tre giorni ha raggiunto gli incassi di Star Wars, nelle sale da quasi tre settimane , è una conferma della bravura e del seguito del comico pugliese che occupa con due suoi film la prima e la seconda posizione nella classifica di incassi del cinema italiano di sempre. Al primo c'è Sole a Catinelle, del 2013, con 43 milioni e mezzo di euro, e al secondo Che Bella Giornata, del 2011, con 34 milioni e mezzo. Quo Vado occupa già la nona posizione e nessuno si stupirà se scalerà la vetta. A quel punto avremo l'intero podio occupato da questo comico "qualunquista", che prende le distanze da chiunque cerchi di tirarlo per la giacchetta con interpretazioni pseudo sociologiche, per non parlare dei soliti arruolamenti nelle file dei tardo (perché tardi, oltre che ormai fuori tempo) anti berlusconiani.
Il suo prendere le distanze, rivendicando il piacere esclusivo di voler far ridere, regalare buonumore e nient'altro, lo rende per me migliore di colleghi meno bravi e per questo meno fortunati, che hanno invece cercato di cavalcare tigri non di loro competenza, con penosi risultati. Se vi vengono in mente la Guzzanti o, più in piccolo, Brignano, avete in mente esempi giusti, cui si potrebbero aggiungere altri colleghi.
Zalone: voglio far ridere,
non sono un sociologo dell’Italia
MILANO Più di 7 milioni di euro al giorno: in 72 ore Quo vado? di Checco Zalone arriva alla stratosferica cifra di oltre 22 milioni (22.248.121) con oltre 3 milioni di presenze (3.060.698). Lo stesso risultato ottenuto in 18 giorni di programmazione (22.347.677) da Star Wars: Il risveglio della Forza — mica uno qualunque visto che stando alle proiezioni si avvia a diventare il film più visto di sempre nel mondo.
Intervistato da Rtl 102.5, lo stesso Zalone non sa darsi una spiegazione — men che meno sociologica — di un plebiscito così ampio: «In realtà chi fa questo mestiere non pensa ai beni o ai mali di questo Paese, ma solo a far ridere. Il comico per una battuta si venderebbe l’anima. Poi se la battuta è azzeccata, nel senso che muove da una realtà tangibile e familiare a tutti, è più efficace.
Io però non voglio fare analisi sociologiche sul nostro Paese, sul posto fisso, sul degrado, sul berlusconismo, su tutto quello che hanno scritto in questi giorni. Io e Gennaro Nunziante (regista e coautore di Quo vado? ) vogliamo solo far passare un’ora e mezza a ridere».
Quindi sparge riconoscenza a tutto lo spettro degli spettatori, dagli osannanti agli irritati: «Voglio ringraziare quelli che mi dicono “grazie” ma anche gli indignati, perché siamo un popolo di indignati, anzi, soprattutto loro, perché fanno scaturire curiosità e quindi la gente va al cinema. Grazie indignati. Non puoi essere simpatico a tutti, anzi quando c’è questo consenso quasi plebiscitario, paradossalmente, senti l’esigenza di ritornare a terra e di trovare qualcuno a cui stai sulle balle, altrimenti potrei avere manie di onnipotenza. Continuate a indignarvi che io sono contento».
Distribuito da Medusa (oltre 1.200 schermi), Quo vado? è prodotto da Pietro Valsecchi (Taodue Film) che analizza: «Questo risultato ci dice che possiamo superare il cinema hollywoodiano e che, come succede da anni in Francia, possiamo trovare una strada originale e di successo, senza complessi di inferiorità».
Festeggiano anche a Roccaraso (L’Aquila), comune di 1.630 abitanti che ora è conosciuto da almeno 3 milioni di italiani, grazie a una battuta del film, quando l’impiegato Zalone — che non ne vuole sapere di lasciare il posto fisso — è in trasferta al Polo: «Qui fa freddissimo, più che a Roccaraso». Il sindaco mostra orgoglioso la fascia: «Lo ringraziamo ufficialmente e lo aspettiamo. Roccaraso è casa sua».
Carissimo amico mio, qualche volta fai venire i nervi!
RispondiEliminaRadical chic "de che"?!!!
Perché ricondurre e schematizzare la comicità o l'espressione artistica in generale su temi politici o di diversa natura?
I gusti sono gusti e basta... a me personalmente Checco Zalone divertiva moltissimo quando faceva gli sketch in TV ma a cinema mi dà proprio sui nervi, nel senso che non mi fa affatto ridere! Mi annoia!!! Per questo sono radical chic? Pensa che mi accadeva lo stesso con Verdone: l'ho adorato i primissimi tempi in TV, mentre poi a cinema non mi divertiva affatto. Nè lo fa oggi! Brignano non mi è mai piaciuto, nemmeno in TV, e quindi mai sono andato a vederlo a teatro. La Guzzanti si, invece. Quindi sono per metà radical chic? Ma dai!!! Il mondo è bello così: c'è chi ha odiato il Woody Allen di Midnight in Paris che io ho adorato e c'è chi invece lo ha gradito in quella che per me era una porcata girata a Roma con Benigni!
Massimo rispetto per tutti... ma non venirmi a dire che sono critico verso qualcosa o qualcuno per partito preso o per convinzioni politiche, per piacere! E proprio a proposito di Benigni? Quando molti anni fa io lo trovavo esilarante molti lo odiavano (forse anche tu...) perché sfacciatamente comunista! Oggi, dopo il capolavoro de La vita è bella l'uomo mi annoia...lo trovo insopportabile nei suoi commenti alla divina commedia o ai dieci comandamenti...
Adoravo Tolkien quando molti dicevano che era una lettura fascista... che fesserie!
Viva la vita quando è varia!
... Certo che poi ci sarebbe un bel discorso da fare sul cinema, in Italia in mano a pochi potenti e ammanicati, per lo più con filmetti prodotti e spesso finanziati come di interesse pubblico solo perché...bob? E magari possono far cassetta ma senza contenuti... In Francia abbiamo visto invece che si puà far ridere e avere successo anche rischiando di produrre opere diverse dal solito... Ti ricordi quella meraviglia di "Quasi amici"? In Italia una cosa così non l'avrebbe prodotta nessuno!!! Invece guarda che genialità e come è andata poi nelle sale! Insomma, ho paura che dietro i primi posti in classifica di Zalone ci sia ben altro da dire... a prescindere dal fatto che lui sia più o meno bravo e possa piacere o meno ai radical chic e a persone normali come me! Sempre con grandissimo affetto e stima, Maurizio
CAro Guretto
RispondiEliminaintanto buon anno.
So (perché me lo dici e ogni tanto me lo dimostri : la cosa un po' mi stupisce ma soprattutto mi fa piacere, ovviamente) che ogni tanto mi leggi e questa cosa mi rende vieppiù contento sapendo le tue idee, piuttosto difformi, in generale, dalle mie.
Ed è questa, direi, la cosa bella della vita, quando accade : che due persone molto diverse, anche per idee politiche - tu di sinistra, io di destra, questa semplificazione credo che me la passerai - possano essere amiche e stimarsi (volersi bene è più facile : i sentimenti sono più liberi, anche se a volte restano impigliati dalle idee, specie se contrapposte).
Sul post in questione, io francamente mi riferivo, nel biasimo, a chi critica Zalone partendo da un punto di vista politico-culturale e non artistico, come fai tu.
So abbastanza quali sono i tuoi gusti cinematografici e non mi stupisce che la semplicità di Zalone non ti piaccia, e non dubito che, per quanto ti riguarda, QUI l'essere radical chic (intendendo con questa definizione sicuramente ormai stereotipata, ma usata per infastidire, cosa che a quanto pare riesce bene..., certi intellettuali da salotto della sinistra bene, i "capalbiesi", per abusare di altro luogo comune che pure rende l'idea) non c'entra nulla. Ami il cinema, lo conosci bene, e ti piacciono determinate cose, per nulla altre. Quindi il tuo discorso vale, ma per te - a cui non era rivolto il mio - mentre il post resta valido per altre persone che invece sono pregiudizialmente ostili a comici come Zalone, o ieri Pieraccioni (poi scaduto, ma simpaticissimo ai tempi de I Laureati e del Ciclone, anch'esso campione d'incassi, e solo sul passa parola ), per non parlare l'altro ieri di Alberto Sordi. Ecco, Nanni MOretti, l'inventore dell'invettiva "ve lo meritate Alberto Sordi", è un radical chic, fatto e finito.
Personalmente peraltro, ancorché non in campo artistico (perché tu un po' artista lo sei veramente) ritengo - vorrai perdonarmi - che questo aggettivo che tanto ti irrita, un po' ti si attagli, in altri campi... Ma per semplificazione, alla stregua del tuo definire me "berlusconiano" quando non addirittura "fascista". Sono provocazioni, per enfatizzare il semplice concetto di destra - sinistra. Infine, quanto al tuo definirti persona "normale", bè, questa affermazione è alquanto insincera. Sai benissimo, nel bene (per lo più) e nel male ( qualche difettuccio lo tieni pure tu) che "normale" non è propriamente l'aggettivo che ti si attaglia.
Nessuno dei tuoi amici, controlla e sappimi dire, ti definirebbe "normale" !
Del resto, nessun genialoide lo è.
Abbraccione