Se qualcuno mi avesse detto che ci sarebbe stato un tempo in cui sarei stato d'accordo con esponenti del movimento femminista, gli avrei suggerito di smettere con l'alcol, che evidentemente ne faceva abuso o non lo reggeva bene.
E invece... Avvisaglie ce n'erano state ai tempi della gogna puritana per le olgettine ( che si riverberò anche oltre alpe con Strauss Khan, libertino confesso) di Berlusconi, e le femministe storiche coerenti nel rivendicare il diritto di quelle ragazze di fare del proprio corpo quello che credevano meglio, senza richiami ad un astratto etico "dover essere". Poi, la posizione contro l'utero in affitto, anche qui spiazzando la sinistra politically correct.
Adesso la condanna senza se e ma arriva contro il tentativo di minimizzare, di accumunare fatti come quelli di Colonia al generale maschilismo, presente ovviamente anche in occidente. Si tratta di due cose ben diverse, affermano con durezza le femministe, perché in questo caso il "branco" conta sull'approvazione e solidarietà del proprio gruppo etnico religioso. E se dopo le croci e i presepi ai musulmani immigrati dessero fastidio le gonne corte, i pantaloni attillati, i capelli al vento ? Che diranno i dementi sempre alla ricerca dei peccato originali dell'Occidente (le crociate, il colonialismo...roba vecchiotta, dopo la quale qualcosa dalle nostre parti è pure cambiato, laddove modernizzazioni nelle società islamiche pochine...) nel caso i loro protetti manifestassero fastidio per l'eccessiva libertà delle donne europee, esempi negativi e travianti per le loro figlie ?
Prima di lasciarvi al dialogo tra Stefano Montefiori del Corsera con la filosofa femminista tedesca Badinter, riporto una massima di Popper che sottoscrivo totalmente : la tolleranza illimitata porta alla scomparsa della tolleranza. Se estendiamo l'illimitata tolleranza anche a coloro che sono intolleranti, se non siamo disposti a difendere una società tollerante contro gli attacchi degli intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti e la tolleranza con essi
La filosofa Badinter: «Hanno difeso gli stranieri e trascurato i nostri diritti»
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI «La prima reazione delle autorità e dei media agli incidenti di Colonia è stata, subito, difendere l’immagine dei rifugiati e degli stranieri in generale. Non le donne. Non posso dirvi quanto questo mi abbia dato fastidio. Come se la tutela delle donne possa venire dopo. I commenti si concentravano sul proteggere gli stranieri dalla xenofobia, e questo è uno scopo nobile. Ma il risultato è che nessuno si è dichiarato inorridito per le donne aggredite».
Adesso che 31 sospetti sono stati identificati dalle autorità tedesche, e 29 risultano stranieri dei quali 18 richiedenti asilo, Élisabeth Badinter prende posizione. La filosofa e femminista, 71 anni, si batte da tempo in Francia per la difesa della laicità. «L’integrazione è possibile, ma solo se i nuovi arrivati adottano i valori che sono i nostri, e che noi dobbiamo difendere.
Il
caso di Colonia è un esempio perfetto».
Il primo gennaio la polizia di Colonia ha dichiarato che i festeggiamenti del nuovo anno si erano svolti in modo tranquillo. Ieri, dopo una settimana, il capo della polizia Wolfgang Albers è stato sospeso. Si è voluto nascondere la realtà?
«Succede anche in Francia, dove i giornali spesso sono molto timidi e pieni di premure. Non si dicono i nomi quando i sospettati sono arabo-musulmani, si fa molta attenzione a non suscitare le reazioni violente e a non incoraggiare il razzismo e l’esclusione. In nome di questo principio morale, che è a fin di bene, si finisce per camuffare la verità». Allo stesso tempo un’altra verità è che il razzismo esiste, movimenti xenofobi come Pegida tendono a strumentalizzare ogni avvenimento.
«Certo, ma questo non può impedire a noi di vedere e dire le cose come stanno. In Germania, come in Francia, siamo schiacciati dall’estrema destra, che imbavaglia il discorso pubblico. Per frenare l’estrema destra si finisce per tacere. Ma anche il silenzio è pericoloso. Questa storia tedesca è molto rivelatrice: a nutrire un riflesso estremista e xenofobo sono anche il silenzio e gli imbarazzi. Ieri la cancelliera Merkel ha pronunciato parole dure, ma avrebbe dovuto farlo subito». Lei sostiene che in Francia si è abbandonata la difesa della laicità e dei valori nazionali a Marine Le Pen. È lo stesso rischio che correla Germania ?
«Esattamente. Ho fatto scalpore per avere detto che quando si difende la laicità non bisogna avere paura di essere trattati da islamofobi. L’estrema destra se ne infischia di essere trattata da islamofoba, siamo noi altri a essere intimiditi da questa accusa, e il risultato è che vengono confinate nel silenzio persone di buona volontà che vogliono potere criticare tutte le idee, comprese le religioni. Questo silenzio è spaventoso, perché alla fine a dominare il dibattito resta Marine Le Pen. È così che il Front National e gli altri movimenti simili avanzano in Europa».
Ieri il «Corriere della Sera» in prima pagina ha scritto «Tutte a Colonia, il 4 febbraio», per una «Giornata delle donne» che si tiene ogni anno ma stavolta diventa più significativa. Il 1° febbraio sarà invecela Giornata del velo,
organizzata da una ragazza di New York contro le discriminazioni, sostenuta
anche da alcune femministe. Lei aderirà a una delle due giornate?
«Se devo seguire le mie convinzioni sarò piuttosto a Colonia.
Il primo gennaio la polizia di Colonia ha dichiarato che i festeggiamenti del nuovo anno si erano svolti in modo tranquillo. Ieri, dopo una settimana, il capo della polizia Wolfgang Albers è stato sospeso. Si è voluto nascondere la realtà?
«Succede anche in Francia, dove i giornali spesso sono molto timidi e pieni di premure. Non si dicono i nomi quando i sospettati sono arabo-musulmani, si fa molta attenzione a non suscitare le reazioni violente e a non incoraggiare il razzismo e l’esclusione. In nome di questo principio morale, che è a fin di bene, si finisce per camuffare la verità». Allo stesso tempo un’altra verità è che il razzismo esiste, movimenti xenofobi come Pegida tendono a strumentalizzare ogni avvenimento.
«Certo, ma questo non può impedire a noi di vedere e dire le cose come stanno. In Germania, come in Francia, siamo schiacciati dall’estrema destra, che imbavaglia il discorso pubblico. Per frenare l’estrema destra si finisce per tacere. Ma anche il silenzio è pericoloso. Questa storia tedesca è molto rivelatrice: a nutrire un riflesso estremista e xenofobo sono anche il silenzio e gli imbarazzi. Ieri la cancelliera Merkel ha pronunciato parole dure, ma avrebbe dovuto farlo subito». Lei sostiene che in Francia si è abbandonata la difesa della laicità e dei valori nazionali a Marine Le Pen. È lo stesso rischio che corre
«Esattamente. Ho fatto scalpore per avere detto che quando si difende la laicità non bisogna avere paura di essere trattati da islamofobi. L’estrema destra se ne infischia di essere trattata da islamofoba, siamo noi altri a essere intimiditi da questa accusa, e il risultato è che vengono confinate nel silenzio persone di buona volontà che vogliono potere criticare tutte le idee, comprese le religioni. Questo silenzio è spaventoso, perché alla fine a dominare il dibattito resta Marine Le Pen. È così che il Front National e gli altri movimenti simili avanzano in Europa».
Ieri il «Corriere della Sera» in prima pagina ha scritto «Tutte a Colonia, il 4 febbraio», per una «Giornata delle donne» che si tiene ogni anno ma stavolta diventa più significativa. Il 1° febbraio sarà invece
«Se devo seguire le mie convinzioni sarò piuttosto a Colonia.
Ho letto libri di
femministe americane che difendono il velo come strumento di libertà e
protezione, ma non le capisco. Sono stupita: militanti per l’uguaglianza dei
sessi finiscono per adottare questo punto di vista islamico secondo il quale
sono le donne a essere responsabili del desiderio e degli eccessi degli uomini.
Molte donne che si velano oggi lo fanno non per convinzione ma per obbligo.
Sono oggetto di pressioni e minacce, se si rifiutano vengono trattate da
sgualdrine. Trovo difficile sostenere il contrario».
La sindaca di Colonia ha suggerito alle donne di stare lontane dagli
sconosciuti.
«Uno schiaffo. Le ha trattate da bambine, o da imbecilli. Avrebbe fatto meglio a richiamare gli stranieri alle regole della vita in comune, invece di dare consigli stupidi a donne adulte».
Quel che è successo a Colonia è un colpo per l’integrazione nelle società europee? Una prova che il vivere insieme è troppo difficile?
«Sì e no. In Francia è evidente che l’integrazione è perfettamente possibile per gli arabo-musulmani come per tutti gli altri, nel momento in cui adottano i valori del Paese in cui vivono. Il problema è che i nuovi arrivati più fragili o meno istruiti cadono preda dei salafiti che predicano la separazione tra le comunità. Come quell’imam che a Brest spiega ai bambini che la musica è opera del demonio. Dovremmo sbarazzarci di predicatori islamici che vogliono tornare a una visione del rapporto tra uomo e donna vecchia di secoli. Alcune forze spingono a rifiutare i valori dei Paesi di accoglienza, e questi sono i risultati».
@Stef_Montefiori
«Uno schiaffo. Le ha trattate da bambine, o da imbecilli. Avrebbe fatto meglio a richiamare gli stranieri alle regole della vita in comune, invece di dare consigli stupidi a donne adulte».
Quel che è successo a Colonia è un colpo per l’integrazione nelle società europee? Una prova che il vivere insieme è troppo difficile?
«Sì e no. In Francia è evidente che l’integrazione è perfettamente possibile per gli arabo-musulmani come per tutti gli altri, nel momento in cui adottano i valori del Paese in cui vivono. Il problema è che i nuovi arrivati più fragili o meno istruiti cadono preda dei salafiti che predicano la separazione tra le comunità. Come quell’imam che a Brest spiega ai bambini che la musica è opera del demonio. Dovremmo sbarazzarci di predicatori islamici che vogliono tornare a una visione del rapporto tra uomo e donna vecchia di secoli. Alcune forze spingono a rifiutare i valori dei Paesi di accoglienza, e questi sono i risultati».
@Stef_Montefiori
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