domenica 10 gennaio 2016

MOLESTIE NELLE VASCHE JACUZZI UNISEX. IN SVEZIA SI DECIDE DI TORNARE ALLA SEPARAZIONE PER SESSO

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Magari è una coincidenza, magari no, sicuramente è un fatto che accade ora, in Svezia, il paese fino a ieri più accogliente e integrato del mondo, e che oggi sospende Schengen e reintroduce  saune e bagni jacuzzi separate per sesso. Ora che l'invasione migratoria ha raggiunto livelli considerati insostenibili anche per gli apertissimi svedesi. Altra cosa sicura è che i musulmani saluteranno con soddisfazione la misura di separazione, essendo ovviamente inconcepibile per loro certe promiscuità del troppo permissivo nord europeo. 
La misura è seguita alla denuncia di un numero crescente di molestie subite dalle donne immerse in questi bagni.  Siccome per gli svedesi si tratterebbe, in generale, di una rinuncia ad una libertà individuale ormai radicata, sarà soggetta a consultazione, ma intanto fa riflettere il fatto che si sia posto in modo così penetrante il problema.


  • Domenica 10 Gennaio, 2016
  • CORRIERE DELLA SERA
Il caso Molestie in aumento 
E la liberale Svezia separa per sesso i bagni
nelle Jacuzzi
Luigi Offeddu


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«Piscina simpatica — scriveva uno dei suoi frequentatori, tale Olathilo Oxathy, solo due anni fa — e niente paura di restare nudi!». Ma una paura nuova sembra davvero comparsa all’Eriksdalsbladet di Stoccolma, il più grande centro acquatico della Svezia noto anche come «l’arena nazionale del nuoto», 27.500 metri quadrati e 5 enormi piscine, tempio tradizionale della Svezia sportiva e «liberal».
Molte donne hanno infatti denunciato un’ondata di pesanti molestie maschili nelle vasche Jacuzzi dove da sempre ci si rilassa insieme, fra le bollicine, senza distinzione di sesso. Così, la direzione degli impianti ha deciso: le aree Jacuzzi saranno separate, le donne da una parte e gli uomini dall’altra. Non era mai avvenuto prima. E questo ha fatto impressione, molta: la stessa direzione ha infatti spiegato che le denunce — il numero è tenuto segreto — si sono impennate in novembre e dicembre. Può essere ovviamente una coincidenza, ma qualcuno sui blog già rileva che in quel periodo la Svezia ha accolto il numero più alto di immigrati, quasi tutti musulmani. Da qui al paventare in buona o in cattiva fede un mini «caso Colonia», e cioè lo scontro fra i pregiudizi sulla donna attribuiti ai fedeli dell’Islam, e le tradizioni laiche del Nord europeo, il passo non è grandissimo. Così, la polemica si è accesa. Vi sono svedesi, uomini e donne, ostili alla «segregazione» acquatica perché vista come un sintomo di nascente razzismo. Mentre altri considerano già allarmante la situazione della sicurezza. Né mancano musulmani che plaudono alla novità: loro, la segregazione, l’hanno già chiesta in passato, anche se per motivi ideologici e religiosi. Per ora, non esistono prove certe a favore dell’una o dell’altra tesi: nessun arresto in piscina, per intendersi, nessuna incriminazione con nome, cognome e nazionalità. Così i responsabili del centro hanno annunciato la loro decisione, ma anche lanciato una consultazione pubblica che dovrebbe durare fino alla primavera: dopo di che, la decisione potrà diventare operativa.
Ora c’è chi ricorda il 1990 quando i primi topless comparvero ufficialmente nelle piscine, pure fra qualche polemica: «Gli uomini sono liberi di mostrare i loro seni — si leggeva sui manifesti — perché le donne svedesi no?».

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