Prima o poi dovranno prendere provvedimenti sui pensionati che "scappano" dal sistema fiscale italico e vanno a spendersi la pensione in paesi più accoglienti, dove con 1300 euro vivi dignitosamente laddove qui stenti.
E non devi nemmeno andare troppo lontano : Tenerife, Canarie, Spagna.
Le storie che la Stampa raccoglie - da quella di Maria Teresa Tomaselli che si era venduta tutti i regali preziosi ricevuti in una vita, a quella di Giacomo Augugliaro, che con la sua modesta pensione di professore di matematica qui vive decorosamente mantenendo anche la moglie priva di reddito - lasciano senz'altro un fondo di amarezza ma tant'è.
Il giornalista chiude il pezzo rammaricandosi per il fatto che l'Italia non colga l'opportunità di fare impresa nel settore dell'accudimento della terza e quarta età. Mah, a me sembra che da noi scappano anche i giovani, mica solo gli anziani, e quindi il problema è assai più grave.
La nuova vita dei pensionati lontani dalle tasse a Tenerife
19 mila italiani esuli in mezzo all’Atlantico, ma in realtà quasi 60 mila
Tenerife, una delle mete più agognate dagli italiani che non ce la fanno a reggere i costi della vita, il peso delle tasse e della burocrazia italiana
11/01/2016
inviato a tenerife
Questa notte la signora Maria Teresa Tomaselli andrà a ballare al Banana di Los Cristianos. Sotto le luci colorate della pista, brillerà l’unico gioiello che le è rimasto. «Me l’ha regalato il mio ex marito. E’ il nostro anello di fidanzamento. Quando stavo per vendere anche questo, pur di riuscire a pagare le bollette, ho capito che era il momento di scappare dall’Italia». Quando la signora Tomaselli balla, la cagnetta Jasmine aspetta dietro alla porta di casa. E con 800 euro di pensione maturata in 29 anni di lavoro a Massa Carrara, più 200 euro ricavati con piccoli lavoretti da sarta e rammendatrice, la vita può ancora avere un senso. «Non sopportavo più la spada di Damocle delle tasse, dei conguagli, delle ingiunzioni. Mi si chiedeva più di quanto umanamente fossi in grado di dare. Ho dovuto portare al Compro Oro tutti i regali di infanzia, i braccialetti di mamma e papà. L’Italia è la mia patria, mi vengono i brividi solo a pensarci. Ma non ce la facevo più. Qui posso vivere. Adoro il piccolo terrazzo del mio nuovo appartamentino. Adoro poter passeggiare fino all’una di notte tranquilla. Amo ballare al Banana e quando parte la musica non vedo più niente e nessuno».
Vive sola a Los Cristianos, sull’isola di Tenerife, alle Canarie, l’ultima lembo d’Europa occidentale fra l’Africa e il Sud America. «Non è vero. Vivo con Jasmine, quindi non sono sola. E poi, ho molti nuovi amici. Prendi Nives, per me è una sorella, è stata lei ad insegnarmi lo spagnolo». La signora Tomaselli è una dei 19 mila italiani esuli al caldo in mezzo all’Atlantico, a cercare tasse più basse e una specie di dolcezza perduta. Attenzione: 19 mila sono quelli ufficialmente registrati all’Aire, l’associazione per i residenti all’estero. Ma in realtà gli italiani sarebbero quasi 60 mila, con un incremento esponenziale negli ultimi tre anni.
Per capire quello che sta succedendo, basta andare a chiedere a Rosa Cavaliere dell’agenzia «Canarie per te, la casa degli italiani». Presidia un ufficio nuova di zecca nel centro storico di Puerto de la Cruz. «Ogni giorno ricevo in media dieci nuovi contatti. Sono persone che vogliono scappare. Ma se fino a qualche tempo fa, erano quasi tutti pensionati. Ora mi cercano giovani coppie. Madri anziane che vorrebbero piazzare i figli laureati e disoccupati. Come se qui fosse facile trovare lavoro…».
Se in Bulgaria e in Tunisia la tassazione per i pensionati è pari a zero, se anche il Portogallo ha appena introdotto una legge che permette di incassare l’intero assegno lordo per i primi dieci anni di residenza, questa delle Canarie è un’altra storia. È qualcosa che assomiglia a una rivincita, se non proprio a una vendetta. Tutti cercano una seconda vita. La tassazione parte dal 15%. I titolari di pensioni minime non devono fare la dichiarazione dei redditi. Non c’è l’Iva sui beni di consumo, essendo considerata una «zona ultra periferica». La benzina costa 80 centesimi al litro, una cena al ristorante 12 euro. E si capisce bene che nel 2016 possa essere una rivoluzione anche ricominciare a mangiare pesce fresco.
Il Nord è verde. Meno devastato dal cemento. Il Sud è pieno di palme piantate contro la desertificazione. Giganteschi transatlantici scaricano croceristi pallidi in ciabatte. Su tutta l’isola non esistono termosifoni. A gennaio la temperatura non scende sotto i 14 gradi. Tutte le novità più rilevanti vengono raccontate agli italiani dal mensile «Leggo Tenerife», 7 mila copie cartacee e 35 mila digitali. L’ha fondato nel 2013 Bianca Leonardi con il marito Franco, due imprenditori scappati dal Lago di Garda. «Abbiamo deciso di partire alla terza rapina, quando abbiamo constatato che neppure le inferriate e le telecamere servivano a scoraggiare i ladri». Il giornale va bene. Ma ultimamente neanche a Tenerife si può vivere completamente in pace: «Stanno arrivando anche italiani poco seri. Ladri di polli. Che truffano sulle case in affitto. Che si vendono gli arredamenti degli altri. Sono triste quando gli amici spagnoli me lo fanno notare».
È la moltiplicazione degli esuli. Pensionati. Disperati. Imprenditori. Vincenzo Spizzichino, fiscalista internazionale, è partito da Roma per venire a fare consulenza qui. «Nel giro di due anni, ho aperto tre uffici. I clienti sono in aumento. Non più i soliti ristoranti. Ma produzione di cachemire, import-export di vino, distribuzione di prodotti alimentari, web marketing. Molti imprenditori, strangolati dalle tasse italiane, si stanno trasferendo alle Canarie».
Una volta, erano solo persone come Giacomo Augugliaro, con quello sguardo dolce e ironico alla Mastroianni. «Ho fatto tutta la vita l’insegnante di matematica. Mia moglie ha nostalgia di Ladispoli, io nessuna. Con 1300 euro di pensione, la mia, stiamo bene in due. Per 500 euro affittiamo una casa stupenda in un condominio con tre piscine. Vado personalmente a fare la spesa e ho notato che, con la giusta razionalità, qui risparmi fino al 40 per cento rispetto all’Italia». Ah, l’Italia. E’ ovunque. Le pizzerie con il forno a legna. Le canzoni alla radio. E quella volta che la moka esplose piena di caffè nel cucinino della signora Tomaselli. «Ho tenuto queste macchie sulla parete come fossero un’opera d’arte», racconta.
Al Sud ci sono intere zona abitate da pensionati italiani. Solo a Los Cristianos, 5 mila. E poi, certo, c’è un signore di Belgrado in carrozzella che fissa il mare azzurro e nero: «Viaggiando ho scoperto una cosa. Tutto il mondo è lo stesso schifo». C’è un’infermiera di Glasgow che sta prendendo informazioni per trasferirsi definitivamente. Le gelaterie, una dietro l’altra, con slavine ai gusti Kinder e Oreo. Due coniugi di Liverpool impegnati con le parole crociate sulla spiaggia. «Long holiday», dicono sorseggiando succo d’ananas. Sono qui per un vacanza di sei mesi, per il momento. Poi si vedrà. Sbarca una comitiva di norvegesi. Passa una signora di Bruxelles, così abbronzata e magra. Tiene il barboncino Lilly in un passeggino per bambini, mentre cammina avanti e indietro per mantenersi in forma. L’affitto di una mobility car - piccole monoposto elettriche onnipresenti - costa 20 euro al giorno. Un massaggio ai piedi, 15 euro. C’è la chirurgia estetica laser. C’è l’osteopata all’angolo con l’ufficio postale. Cure dentarie. Check-up cardiaci. Ci sono guardie di sorveglianza privata e discoteche dedicate, come il Banana.
Quando partono i lenti, certe volte scende una lacrima. La signora Tomaselli è la stella di Los Cristianos. Nessuno balla con il suo trasporto. E alla fine, fra chi si commuove di nostalgia e chi spera di innamorarsi ancora una volta, oltre alla fuga degli italiani, ti colpisce la latitanza dell’Italia. Come abbiamo potuto perdere la partita imprenditoriale del secolo? Quella per l’industria che accudisce la terza e la quarta età.
Vive sola a Los Cristianos, sull’isola di Tenerife, alle Canarie, l’ultima lembo d’Europa occidentale fra l’Africa e il Sud America. «Non è vero. Vivo con Jasmine, quindi non sono sola. E poi, ho molti nuovi amici. Prendi Nives, per me è una sorella, è stata lei ad insegnarmi lo spagnolo». La signora Tomaselli è una dei 19 mila italiani esuli al caldo in mezzo all’Atlantico, a cercare tasse più basse e una specie di dolcezza perduta. Attenzione: 19 mila sono quelli ufficialmente registrati all’Aire, l’associazione per i residenti all’estero. Ma in realtà gli italiani sarebbero quasi 60 mila, con un incremento esponenziale negli ultimi tre anni.
Per capire quello che sta succedendo, basta andare a chiedere a Rosa Cavaliere dell’agenzia «Canarie per te, la casa degli italiani». Presidia un ufficio nuova di zecca nel centro storico di Puerto de la Cruz. «Ogni giorno ricevo in media dieci nuovi contatti. Sono persone che vogliono scappare. Ma se fino a qualche tempo fa, erano quasi tutti pensionati. Ora mi cercano giovani coppie. Madri anziane che vorrebbero piazzare i figli laureati e disoccupati. Come se qui fosse facile trovare lavoro…».
Se in Bulgaria e in Tunisia la tassazione per i pensionati è pari a zero, se anche il Portogallo ha appena introdotto una legge che permette di incassare l’intero assegno lordo per i primi dieci anni di residenza, questa delle Canarie è un’altra storia. È qualcosa che assomiglia a una rivincita, se non proprio a una vendetta. Tutti cercano una seconda vita. La tassazione parte dal 15%. I titolari di pensioni minime non devono fare la dichiarazione dei redditi. Non c’è l’Iva sui beni di consumo, essendo considerata una «zona ultra periferica». La benzina costa 80 centesimi al litro, una cena al ristorante 12 euro. E si capisce bene che nel 2016 possa essere una rivoluzione anche ricominciare a mangiare pesce fresco.
Il Nord è verde. Meno devastato dal cemento. Il Sud è pieno di palme piantate contro la desertificazione. Giganteschi transatlantici scaricano croceristi pallidi in ciabatte. Su tutta l’isola non esistono termosifoni. A gennaio la temperatura non scende sotto i 14 gradi. Tutte le novità più rilevanti vengono raccontate agli italiani dal mensile «Leggo Tenerife», 7 mila copie cartacee e 35 mila digitali. L’ha fondato nel 2013 Bianca Leonardi con il marito Franco, due imprenditori scappati dal Lago di Garda. «Abbiamo deciso di partire alla terza rapina, quando abbiamo constatato che neppure le inferriate e le telecamere servivano a scoraggiare i ladri». Il giornale va bene. Ma ultimamente neanche a Tenerife si può vivere completamente in pace: «Stanno arrivando anche italiani poco seri. Ladri di polli. Che truffano sulle case in affitto. Che si vendono gli arredamenti degli altri. Sono triste quando gli amici spagnoli me lo fanno notare».
È la moltiplicazione degli esuli. Pensionati. Disperati. Imprenditori. Vincenzo Spizzichino, fiscalista internazionale, è partito da Roma per venire a fare consulenza qui. «Nel giro di due anni, ho aperto tre uffici. I clienti sono in aumento. Non più i soliti ristoranti. Ma produzione di cachemire, import-export di vino, distribuzione di prodotti alimentari, web marketing. Molti imprenditori, strangolati dalle tasse italiane, si stanno trasferendo alle Canarie».
Una volta, erano solo persone come Giacomo Augugliaro, con quello sguardo dolce e ironico alla Mastroianni. «Ho fatto tutta la vita l’insegnante di matematica. Mia moglie ha nostalgia di Ladispoli, io nessuna. Con 1300 euro di pensione, la mia, stiamo bene in due. Per 500 euro affittiamo una casa stupenda in un condominio con tre piscine. Vado personalmente a fare la spesa e ho notato che, con la giusta razionalità, qui risparmi fino al 40 per cento rispetto all’Italia». Ah, l’Italia. E’ ovunque. Le pizzerie con il forno a legna. Le canzoni alla radio. E quella volta che la moka esplose piena di caffè nel cucinino della signora Tomaselli. «Ho tenuto queste macchie sulla parete come fossero un’opera d’arte», racconta.
Al Sud ci sono intere zona abitate da pensionati italiani. Solo a Los Cristianos, 5 mila. E poi, certo, c’è un signore di Belgrado in carrozzella che fissa il mare azzurro e nero: «Viaggiando ho scoperto una cosa. Tutto il mondo è lo stesso schifo». C’è un’infermiera di Glasgow che sta prendendo informazioni per trasferirsi definitivamente. Le gelaterie, una dietro l’altra, con slavine ai gusti Kinder e Oreo. Due coniugi di Liverpool impegnati con le parole crociate sulla spiaggia. «Long holiday», dicono sorseggiando succo d’ananas. Sono qui per un vacanza di sei mesi, per il momento. Poi si vedrà. Sbarca una comitiva di norvegesi. Passa una signora di Bruxelles, così abbronzata e magra. Tiene il barboncino Lilly in un passeggino per bambini, mentre cammina avanti e indietro per mantenersi in forma. L’affitto di una mobility car - piccole monoposto elettriche onnipresenti - costa 20 euro al giorno. Un massaggio ai piedi, 15 euro. C’è la chirurgia estetica laser. C’è l’osteopata all’angolo con l’ufficio postale. Cure dentarie. Check-up cardiaci. Ci sono guardie di sorveglianza privata e discoteche dedicate, come il Banana.
Quando partono i lenti, certe volte scende una lacrima. La signora Tomaselli è la stella di Los Cristianos. Nessuno balla con il suo trasporto. E alla fine, fra chi si commuove di nostalgia e chi spera di innamorarsi ancora una volta, oltre alla fuga degli italiani, ti colpisce la latitanza dell’Italia. Come abbiamo potuto perdere la partita imprenditoriale del secolo? Quella per l’industria che accudisce la terza e la quarta età.
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