lunedì 22 febbraio 2016

LO PSICODRAMMA DEL CASO TOTTI OSCURA LA ROMA, TORNATA A VOLARE

Risultati immagini per totti allo stadio ieri

La Roma annichilisce il Palermo, Dzeko segna la prima doppietta, pure Salah torna a brillare e Strootman rivede il campo. Tutto questo a 12 giornate dalla fine, con la Roma 4^ ma ora con "soli" 8 punti dal primo posto. Con un distacco simile, due anni fa, il primo di Garcia e della chiesa riportata al centro del villaggio, i romanisti erano certi di lottare per lo scudetto.
Eppure oggi tutto questo conta poco, perché al centro di Roma, e non solo, c'è solo il caso TOTTI.
Spalletti, bravo allenatore ( lo vorrei alla Juventus, convintissimo che farebbe giocare la squadra meglio di Allegri; non che ci voglia moltissimo...) ma uomo dal carattere pessimo, permaloso e insofferente, non digerisce l'intervista del capitano alla vigilia di Roma Palermo (dove pure era stata annunciata la sua presenza in campo dall'inizio) e lo estromette dalla lista dei convocati per la partita.
BOOM ! Radio e internet sono invasi dai commenti.
La tifoseria è spaccata, anche se la maggioranza sembra stare col capitano. Così i sondaggi in tempo reale sui giornali on line (55% contro 45%) , e allo stadio, dove pure manca il tifo più caldo, appassionato, romantico, e quindi presumibilmente "tottiano", al nome di Spalletti piovono fischi.
Personalmente, credo che, in una situazione obiettivamente complicata, Spalletti abbia esagerato, nella foga di dimostrare che lui è più tosto di tutti.
Adesso vince e quindi il tappo sul vulcano tiene (faccio presente che Garcia, con questo calendario, all'inizio del torneo era primo, e aveva battuto la Juve...Spalletti sta facendo bene, e, ripeto, per me è tecnico decisamente superiore al francese, ma aspettiamo partite più probanti) , ma dovessero cambiare le cose , il Mister dovrebbe ingaggiare un servizio di Security...
Tra le tante cose lette, veramente un fiume in piena tra ieri e oggi, le parole di Mario Sconcerti - pure uno che non gode del mio favore, ma non uno stupido - mi sembrano dire cose sensate sul vero problema di Totti, e di tutti i grandi campioni come lui arrivati al passo d'addio.
E' doloroso abbandonare il mondo dorato in cui si è stati avvolti per lustri (nel suo caso più di 4 !) , e lo è ancora di più per quelli che hanno vissuto in modo simbiotico la loro esperienza, in osmosi con la squadra, la società (Totti era il figlio maschio di Sensi, ma nel vero senso della parola ) e soprattutto la città.
Senza questo, cosa avrebbe mai trattenuto il campione a rimanere e non andare al Real Madrid, dove, con ogni probabilità, avrebbe vinto tutto, laddove il suo palmares è decisamente mediocre rispetto al fuoriclasse che è stato ?
Lo descrivono come il giocatore italiano più forte del dopoguerra. Io lo reputo tra i primi tre dagli anni 90 (prima era un altro calcio, ma Rivera e Riva non li reputo inferiori ai grandi venuti dopo) , prima di Del Piero (già li sento gli insulti dei "fratelli" bianconeri) ma dopo Baggio.
Comunque un grandissimo, che non riesce a immaginarsi senza pallone, Trigoria, lo stadio.
Un momento difficile, umanamente, e Spalletti non è un mago di empatia e sensibilità.



I diritti del capitano e il bisogno di chiarezza

di Mario Sconcerti

Risultati immagini per totti allo stadio ieri


Totti ha diritto a molte cose, ma la prima chiarezza deve farla lui: vuole continuare a giocare? Se vuole questo, deve capire che è una chiarezza opaca in partenza. Né Garcia, né Spalletti, né la società lo accreditano di essere più un giocatore importante. Può darsi sbaglino tutti, ma questa è la realtà. Garcia lo teneva fuori, Spalletti anche. La società ha comprato un altro centravanti al suo posto. Si può dire sia una realtà non gradita a Totti, ma non che non ci sia chiarezza. Totti ha improvvisamente alzato il tiro proprio perché ha capito che una scelta la Roma l’ha già fatta. E non gli piace. La Roma semmai stava aspettando proprio questo, che Totti capisse da solo la fine del tempo. I problemi allora sono due: la sua volontà di continuare a giocare e il suo ruolo nella Roma non da giocatore. La prima sta diventando una scelta personale. Del Piero è emigrato, Nesta anche, perfino Beckham. Forse mettere uno stop è la situazione migliore, permette a tutti di continuare a vivere senza rendere traumatica la fine.
Ma per un vecchio ragazzo che ha sempre seguito le stesse regole (il gruppo, il ritiro, gli orari, le partite, il divertimento, il sacrificio, la Terra che gira intorno al Sole) cambiarle è quasi inconcepibile. Non conosce altra vita.
È molto peggio di un pensionamento, è l’interruzione violenta della propria storia. Il problema dunque diventa il dopo, come continuare a «essere» la Roma a tempo indeterminato. Questo è molto più complesso, passa da stipendi inferiori e una responsabilità di ruolo da definire. Basta a Totti rappresentare l’immagine della Roma? O vuole gestirla? Qui è il caso di essere chiari: Totti non può gestire la Roma né essere un dirigente troppo operativo. Totti è un genio, sa fare una cosa sola. La Roma è un altro mondo, significa soldi non suoi, affari mai fatti, rapporti mai avuti. Non si può brillare con i soldi degli altri. Si può dare una mano e accompagnare l’avventura. Ma il resto non può che andare avanti da solo. È sempre stato così. La svolta dura presa dai fatti in compenso può solo aiutare il compromesso. In un giorno è già successo tutto. Ora si può solo ricucire.

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