mercoledì 16 marzo 2016

CONTRATTI PREMATRIMONIALI : ALLA VIGILIA DELLE NOZZE DAL NOTAIO PER DISCUTERE DEL CASO DI SEPARAZIONE

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Venti anni fa, un amico e collega, in una cena conviviale, propose che in Italia bisognava farla finita con questi fidanzamenti lunghissimi che poi finivano senza alcun vantaggio per noi avvocati ! Anche per lasciarsi bisognava passare per le maglie della legge !!
Una battuta, che è divenuta parzialmente realtà con la disciplina delle convivenze e le unioni di fatto.
Sempre a quei tempi, guardavamo con stupore alle realtà anglo sassoni  dove esistevano i contratti prematrimoniali, da noi espressamente vietati, ancorché tantissima gente definisca il matrimonio un contratto.
Bene, anche questo tabù starebbe per essere sdoganato.
Il condizionale è d'obbligo, sia perché sempre in Italia stiamo, e sia per i firmatari della proposta di legge : la Morani (una bizzarra esponente piddina, che per un certo tempo fu la responsabile giustizia del partito, con risultati che definire imbarazzanti è semplicemente eufemistico) e tale D'Alessandro, che non conosco ma la cui presenza nelle file degli indigeribili verdiniani non costituisce un gran biglietto da visita. Insomma, con due promotori così, i cattolici più ortodossi dovrebbero stare abbastanza tranquilli.
Ma è il primo aspetto che mi intriga di più, e cioè il pensiero di vedere nel mio studio uomini preoccupati di spiegare alle future consorti l'opportunità di regolare, ora per allora, l'eventualità della fine del loro sogno d' "ammore" . Una scena da non perdere !
Certo, prevengo le obiezioni delle mie amiche che - giustamente- criticano la mia vena maschilista e anche vagamente misogina, l'imbarazzo può verificarsi anche nella prospettiva opposta, ma secondo me, percentualmente (e anche per esperienza : in passato mi è capitato di avere amici o clienti chiedermi come potersi "tutelare", mentre il contrario mai ) è più frequente il primo caso.
Chiudete gli occhi e immaginate : "cara/o, ci stiamo per sposare, lo facciamo perché pensiamo di non poter vivere senza l'altro/a, di avere dei bambini, però sai, in effetti, i giornali scrivono che una coppia su tre si separa (nelle grandi città la percentuale SALE), forse sarebbe il caso che parlassimo dell'eventualità che...".
Magari discorso da fare tra una visita alla fiera della bomboniera (esiste !!) e a quella per l'arredo del nido prossimo venturo...
La Morani, che io veramente penso possedere un QI deficitario, dice che così torneranno ad aumentare i matrimoni, che oggi spaventano per le conseguenze della possibile (probabile ?) fine.
Un genio !
Intendiamoci, io non sono contrario ad una legge siffatta, sono abbastanza cinico e realista da sapere molto bene che "PER SEMPRE" è sempre meno "PER SEMPRE".
Quindi ben venga anche questa novità.
Però nella patria dell' AMMORE romantico, vorrei specializzarmi in questo nuovo campo : divertimento assicurato.

 
Il Corriere della Sera - Digital Edition
 
Il patto (dal notaio) prima del sì

L’idea di una legge per regolare gli aspetti economici in caso di divorzio
«Così le coppie torneranno a sposarsi»
 

ROMA La fine di un amore nero su bianco, scritta davanti al notaio prima delle nozze. E pazienza se il romanticismo va a farsi benedire. L’Italia accelera sugli accordi prematrimoniali, i «love contracts» anglosassoni resi celebri dalle star di Hollywood. Come dimenticare la separazione milionaria di Tom Cruise e Katie Holmes? O la clausola «sentimentale» che obbliga il fondatore e amministratore delegato di Facebook, Mark Zuckerberg, a trascorrere almeno una notte alla settimana con la moglie Priscilla Chan?

Da noi i patti prenozze sono proibiti, ma una proposta di legge che li introduce nel nostro ordinamento inizierà presto il suo iter in commissione Giustizia della Camera. Obiettivo del Pd è discuterla subito dopo le unioni civili, che tra l’altro consentono alle coppie di fatto di regolare per contratto gli aspetti economici e patrimoniali di un legame affettivo.

L’iniziativa (bipartisan) è dell’onorevole Alessia Morani, avvocato civilista del Pd, e del deputato di centrodestra Luca D’Alessandro, braccio destro di Denis Verdini in Parlamento. La proposta di legge che li vede come primi firmatari modifica l’articolo 162 del Codice civile inserendo un articolo 162-bis, dove è scritto che «i futuri coniugi, prima di contrarre matrimonio, possono stipulare accordi prematrimoniali volti a disciplinare i rapporti dipendenti dall’eventuale separazione personale e dall’eventuale scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio».

Per la renziana Morani l’introduzione dei contratti potrebbe avvicinare all’istituto del matrimonio tante coppie che oggi restano diffidenti, magari perché preoccupate dalla prospettiva di una burrascosa rottura: «Potrebbe essere un modo per avvicinarsi al matrimonio con maggiore responsabilità e libertà d’animo, decidendo di prendersi cura dell’altro anche se le cose dovessero andare male». Insomma, quando ci si ama è più facile mettersi d’accordo e decidere assieme di attutire il trauma di un divorzio.

Morani ha chiesto alla presidente della commissione Giustizia, Donatella Ferranti, di avviare al più presto il dibattito sulla legge «perché siamo in un momento politico favorevole». Si va verso le elezioni amministrative e Matteo Renzi ha promesso di imprimere, in questa seconda parte di legislatura, una forte accelerazione ai provvedimenti che riguardano i diritti e la vita privata delle persone. «Sono convinta che la nostra proposta incontrerà consensi trasversali — spinge per l’approvazione la Morani — Non credo che i Cinque Stelle avranno problemi a votarla e spero che, su questa legge, la maggioranza sia più larga di quella che sostiene il governo».

I laici approvano ed Elena Centemero, di Forza Italia, ha chiesto di sottoscrivere la proposta di legge. Analogo entusiasmo, com’è ovvio, non mostrano i cattolici intransigenti. Prova ne sia il giudizio del dem Beppe Fioroni, che era in prima linea al Family Day: «Sposarsi è una scelta libera, c’è già la possibilità di sciogliersi con il divorzio e anche con il divorzio breve». Perché i contratti prematrimoniali non le piacciono? «Credo che il matrimonio sia qualcosa di più di un contratto di lavoro o di un acquisto salvo buon fine — si prepara a boicottare la legge il presidente della Commissione Moro —. Con questi presupposti la cosa migliore sarebbe non sposarsi affatto. evitando di far perdere tempo agli avvocati e alla giustizia».

Alessia Morani tira dritto e si dice ottimista, convinta che «i patti chiari fanno matrimoni più felici» e che la Chiesa non mostrerà ostilità verso i prenuptial agreement all’anglosassone: «Il papato di Francesco è molto più aderente alle trasformazioni sociali». E così, dopo il divorzio breve e le unioni civili omosessuali, un altro tabù giuridico potrebbe presto cadere.

Monica Guerzoni

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