martedì 15 marzo 2016

LA SIRIA "CELEBRA" UN LUSTRO DI GUERRA. UN PAESE DISTRUTTO COSTRETTO ALLA DIASPORA

Risultati immagini per guerra in siria

I freddi numeri della guerra in Siria non faranno riflettere i pacifisti "sempre e comunque" sul fatto che la Pace è senz'altro un bene preziosissimo, ma che non dipende dalla buona volontà di una sola parte.  DI fronte all' oppressione e/o aggressione altrui, la pace può essere mantenuta solo a prezzo della sottomissione.
Forse quelli dell'arcobaleno e loro successori sono disposti. Io no, e comprendo che da 5 anni in Siria si combatta . Adriano Sofri ha scritto pagine indimenticabili biasimando l'ingenuità, quando non si tratta di ignavia o, peggio, viltà, del pacifismo a tutti i costi, e sul blog ne trovate diversi : http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2016/02/adriano-sofri-i-pacifisti-complici.html ; http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2015/09/adriano-sofri-contro-i-pacifisti-alla.html ; http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2015/12/renzi-le-armi-da-sole-non-bastano-sofri.html (ma ce ne sono altri...).


Il Corriere della Sera - Digital Edition


Cinque anni di guerra
Le macerie di un Paese che si è svuotato

 Risultati immagini per guerra in siria

Sono morti in 271.138. In 13 mila erano bambini. In oltre 4,7 milioni se ne sono andati. Entra nel sesto anno la guerra in Siria, una delle più sanguinose della nostra epoca. In realtà il conflitto è iniziato l’11 marzo, con un gruppo di ragazzini e una scritta su un muro di una scuola di Daraa: «Il popolo vuole rovesciare il regime». Sogni di libertà e di una primavera araba, che sembrava finalmente arrivata. È finita — ma continua ancora, nonostante il cessate il fuoco — con un’intera generazione cancellata e con un Paese che brancola letteralmente nel buio. «2 milioni di bambini non vanno più a scuola», scandisce l’Unicef racchiudendo la tragedia in un numero. Ma non ci sono solo le statistiche a farci guardare oltre la cornice vuota delle macerie. La maggioranza dei siriani che sono scappati dalle barrel bomb di Assad, dai raid russi, dagli assalti di Isis, dagli attacchi chimici e dalle carceri segrete non torneranno a casa. Per chi è riuscito a superare il mare e il filo spinato la vita ora è altrove.

M.Ser.
 
 In un altro articolo, sempre sul Corsera di oggi, Massimo Gaggi, pure un obamiano fedele, non può non tacere sulla fallimentare politica di Barak in Siria.
 
 
 
E Obama spiazzato subisce un’altra lezione
di Massimo Gaggi
 Risultati immagini per guerra in siria
Ritiro parziale, quasi «cosmetico», o sostanziale? Deciso per spingere un riluttante Assad al tavolo della trattativa con gli oppositori o per consolidare i risultati in termini di immagine e ruolo internazionale conquistati da Mosca con l’intervento di settembre, prima che inizi la fase del logorio e delle difficoltà inevitabili in ogni operazione militare lontana dai propri confini? Ieri la Casa Bianca ha preso tempo mentre i suoi analisti, presi ancora una volta di sorpresa, cercavano di misurare le conseguenze della mossa decisa da Vladimir Putin proprio nel giorno della ripresa del negoziato di Ginevra che dovrebbe consolidare la tregua in atto e provare ad aprire finalmente la strada per una soluzione politica della crisi.
Un po’ disorientato, il portavoce della Casa Bianca ricorda il «mantra» di Obama: «Non ci può essere una soluzione militare per la crisi siriana». Ma col suo intervento la Russia è comunque riuscita ad alterare i rapporti di forza sul campo ridando fiato al dittatore di Damasco che ha riconquistato 400 paesi e cittadine grazie agli attacchi missilistici e alle novemila missioni condotte da 45 bombardieri in cinque mesi. Ora con un ritiro inatteso quanto l’attacco di settembre, Putin non solo sorprende, ma dimostra di mantenere l’iniziativa (e comunque i russi resteranno nella base aerea di Latakia e nel porto di Tartus) proprio mentre l’ Atlantic pubblica l’analisi più completa sulla sterzata «pacifista» della politica estera Usa. Con Obama che, anche dopo la crisi delle armi chimiche, ha rifiutato più volte di colpire con missili Cruise bersagli di Damasco per costringere Assad a trattare: «Le armi non funzionano». Le mosse di Putin sembrano smentirlo: la crisi siriana non può avere una soluzione militare, è vero, ma le armi possono essere funzionali a un disegno politico. Almeno a quello spregiudicato del Cremlino.
 

Nessun commento:

Posta un commento