sabato 28 maggio 2016

DIECI ANNI DOPO CALCIOPOLI, LA JUVENTUS è SOVRANA ASSOLUTA DEL CALCIO ITALIANO. E' TORNATO MOGGI ?

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Alberto Costa è un bravo, ed esperto, anche per ragioni di età,  giornalista del Corriere della Sera il cui cuore batte per i rossoneri. Non può quindi  essere tacciato di simpatie bianconere, ché anzi è pensabile che soffra più di altri nel vedere come, mentre la Juve, distrutta dalla tempesta del 2006, sia risorta più forte di prima, il Milan, pure penalizzato (in misura assai più limitata) da quella stagione di pseudo giustizia sportiva , e che in precedenza si spartiva con la Signora il dominio del calcio italiano (i rossoneri assai più brillanti sullo scenario internazionale, i bianconeri sempre più vincenti all'interno dei confini nazionali), non abbia più recuperato gli antichi fasti ( a parte la breve parentesi dell'ultimo scudetto, vinto proprio con quel Massimiliano Allegri, oggi trionfante conducator delle armate juventine).
L'articolo pertanto pubblicato l'altro giorno dal giornalista in questione e che celebra la "dittatura" impressa al campionato italiano dalla Juventus dell'ultimo della stirpe Agnelli, ha, tra gli altri, il pregio della obiettività.
Costa prende spunto da un anniversario : sono passati esattamente 10 anni dalla tornado di Calciopoli, quando la Juve, causa le accuse mosse ai suoi massimi dirigenti, Moggi e Giraudo, fu precipitata in serie B. Sembrava la fine, e comunque chissà se e quando la Signora si sarebbe potuta riprendere.
In effetti il primo lustro sembrava confermare questi timori - e speranze, per l'altra metà del cielo non bianconero - , lontani dal titolo (Conte ricorderà quasi ossessivamente che lui approdava alla Juve dopo due settimi posti) e da rose lontanamente paragonabili ai fasti del passato.
E invece...
La Juve targata Andrea Agnelli, prima affidata al tarantolato (e bravo) Conte, poi al più ironico e cinico Allegri, ha compiuto un'impresa inimmaginabile : 5 scudetti di fila.
Non solo, a parte il primo anno (peraltro concluso all'insegna dell'imbattibilità : nemmeno una partita persa ) , concluso con 4 punti sul Milan secondo, i trionfi successivi avvengono tutti per distacco (9 punti sul Napoli, addirittura 17 per due anni consecutivi sulla Roma, ancora 9 quest'anno di nuovo contro gli azzurri).
Costa prende la calcolatrice e digita numeri terrificanti per le rivali : in questo quinquennio, la Juve ha totalizzato qualcosa come 89 punti più del Napoli, 98 sulla Roma, 133 sul Milan del povero Costa, addirittura 157 sull'Inter !!
Caro Moratti, fosse tornato Moggi nelle segrete stanze bianconere ??
In che altro modo giustificare una distanza così siderale, nel caso degli "odiati" rivali interisti si parla di oltre 30 punti a stagione !, senza rivangare il mantra della "rubentus" ?
No no, non c'è altra spiegazione : Moggi è tornato !



 Il Corriere della Sera - Digital Edition

Cinque anni a inseguire Bianconeri troppo lontani
 
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Buffon; Birindelli, Kovac, Boumsong, Chiellini; Marchionni (Camoranesi 32’ s.t.), Paro, Giannichedda (Boijnov 7’ s.t.), Nedved, Del Piero (Palladino dal 40’ s.t.), Zalayeta. In panchina: Mirante, Balzaretti, Marchisio, Guzman. Allenatore: Didier Deschamps.

Il 9 settembre di dieci anni fa, un sabato, la Juventus debutta in serie B appesantita dalla zavorra di Calciopoli. A Rimini, stadio Romeo Neri, fa caldo nel vero senso della parola e il risultato dell’incontro (1-1 con botta e risposta nel secondo tempo del giovane Paro e di quella vecchia lenza di Ricchiuti) ne è la prova provata.

I romagnoli allenati da Leonardo Acori pigiano sull’acceleratore e chiudono i più blasonati avversari all’angolo nonostante quasi mezz’ora di inferiorità numerica per l’espulsione di Cristiano. Tra i giocatori di casa si segnalano il portiere Samir Handanovic e l’attaccante Alessandro Matri.

Alzi la mano chi, in quel lontano sabato ancora estivo, avrebbe potuto immaginare come, dieci anni più tardi, i bianconeri rigenerati dal giovane presidente Andrea Agnelli e da Beppe «Richelieu» Marotta sarebbero riemersi più duri e più puri di prima riuscendo a scavare un abisso tra sé e la concorrenza.

L’opinione comune era che Calciopoli avrebbe sferrato a Madama un colpo mortale e invece i 5 scudetti di fila sono la fotografia di una dittatura feroce e imbarazzante al tempo stesso. Sulla vetta del calcio italiano c’è la Juve, più sotto, quasi invisibili, tutti gli altri: il Napoli e la Roma con 96 gol incassati in più, l’Inter con 157 punti in meno, la Fiorentina con 40 sconfitte in più, il Milan con 49 vittorie in meno, la Lazio con 82 gol segnati in meno.

Dal 9 settembre del 2011 (Juve-Parma 4-1) al 14 maggio scorso (Juve-Sampdoria 5-0) i bianconeri hanno totalizzato 451 punti lasciando il Napoli a 89 lunghezze, la Roma a 98, il Milan a 133, la Fiorentina a 142, la Lazio a 149 e l’Inter a 157. Il che significa un distacco medio a stagione di 17,8 punti per il Napoli, di 19,6 per la Roma, di 26,6 per il Milan, di 28,4 per la Fiorentina, di 29,8 per la Lazio e addirittura di 31,4 per l’Inter! Un dominio costruito più sulla solidità difensiva che sulla capacità di offendere se è vero, come in effetti è vero, che nel quinquennio in esame il Napoli ha segnato lo stesso numero di gol dei bianconeri (366) mentre la vera differenza corre attorno alle reti incassate: 111 per la Juve, 96 in più per Napoli & Roma, 103 per il Milan, 108 per la Fiorentina, 122 per la Lazio e 126 per l’Inter.

Un ultimo dato, giusto per favorire qualche sindrome depressiva sparsa. Nel quinquennio 2011-2016 la Juve ha giocato un totale di 60 partite di campionato contro le avversarie storiche (dal computo è escluso il Torino, in serie B nella stagione 2011-2012) perdendone soltanto sette: 3/11/12: Juve-Inter (1-3); 25/11/12: Milan-Juve (1-0); 16/2/13: Roma-Juve (1-0); 20/10/13: Fiorentina-Juve (4-2); 30/3/14: Napoli-Juve (2-0); 30/8/15: Roma-Juve (2-1); 26/9/15: Napoli-Juve (2-1). Prosit!

Alberto Costa






 

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