mercoledì 1 giugno 2016

IMMIGRAZIONE : TRA PAPA BERGOGLIO E IL DALAI LAMA, SCELGO IL SECONDO



Sono abbastanza stupito della notizia che leggo su Libero, che riporta le dichiarazione del Dalai Lama in materia di immigrazione : i rifugiati sono troppi.  Ovviamente non per la cosa in sé, che mi pare evidente, ma per l'autore della stessa, uomo spirituale e quindi, esattamente come il nostro Papa, poco disposto a fare i conti con la realtà, con il mondo qual è, preferendo discettare su come dovrebbe essere.
Ebbene - stante a quanto riportato dal giornale di Feltri - ( la guida dei buddisti, non propriamente dei razzisti e/o cinici individualisti corrotti dal capitalismo, non teme di dire che il "re è nudo", e quindi che l'accoglienza non può essere infinita, che non si può travasare un continente in un altro, che l'Europa non può diventare un paese arabo.
Che dirà il mio fedele a affezionato lettore, nonché fratello della mia adorata mamma ? Incivile anche il Dalai Lama ?




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Immigrazione

Pure il Dalai Lama bastona il Papa: "Così diventate un Paese arabo"

Papa Francesco e il Dalai Lama

di Andrea Morigi

«Anche da un punto di vista morale», il Dalai Lama è convinto che «i rifugiati dovrebbero essere ammessi soltanto temporaneamente» e «l’obiettivo dovrebbe essere che ritornino e aiutino a ricostruire i loro Paesi».
L’argomento è scottante, il terreno è scivoloso, ma lui non ha paura a dichiararlo pubblicamente, in un’intervista alla tedesca Frankfurter Allgemeine Zeitung, consapevole che sta per farsi dei nemici. A partire dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, a cui sembra rivolto il messaggio visto il mezzo di comunicazione, ma anche le parole scelte per parlare dell’emergenza migranti: «Ce ne sono troppi adesso», ha aggiunto.
Se lo avessero detto Marine Le Pen, Matteo Salvini o qualche leader di Pegida, nessuno ci avrebbe fatto caso. Che le loro opinioni siano condivise da una delle personalità più note e stimate del mondo, sconcerta. Potrà risultare anche sorprendente che un religioso mantenga il proprio attaccamento a una tradizione minacciata dalla globalizzazione, eppure il Dalai Lama sa quel che dice quando ci mette sul chi va là, spiegando che l’Europa, in particolare la Germania non può diventare un Paese arabo. La Germania è la Germania».
Certo, «quando guardiamo il volto di ogni rifugiato, ma specialmente quelli di donne e bambini, percepiamo la loro sofferenza e un essere umano che è un pochino più fortunato ha il dovere di aiutarli, ma ce ne sono così tanti che in pratica è diventato difficile».
Certo, i templi e i monasteri buddisti non sono noti come succursali della Caritas, ma ognuno ha la propria vocazione e in ogni caso Tenzin Gyatso, l’81enne leader mondiale del buddismo tibetano, è lui stesso un profugo, che ha scelto l’esilio dal 1959, a causa dell’invasione del Tibet da parte della Cina comunista nel 1950 e della successiva persecuzione della religione buddista. Già questa sua posizione politica ha contribuito un po’ a dipingere il Dalai Lama come un bieco reazionario e lo ha reso sgradito a molti che con Pechino desiderano a tutti i costi fare affari, dispostissimi a chiudere due occhi davanti ai campi di concentramento, alle esecuzioni capitali e alla mancanza di democrazia. Magari tenteranno di togliergli anche il Nobel per la Pace, che gli era stato assegnato nel 1989, di dargli dello xenofobo se non proprio del nazista, scoprendo che fra i simboli buddisti si trova anche una svastica.

4 commenti:

  1. Si, la notizia ha lasciato un attimo basito anche il sottoscritto. Naturalmente non per le parole di buonsenso quanto per il personaggio che le ha pronunciate che è, in buona sostanza, il profugo più profugo del mondo che è anche premio Nobel per la pace.

    Che dire, il Dalai Lama ci costringe (anche se, ovviamente, ce l'ha coi capi di governo) a tornare sul solito vecchio e ormai logoro tasto. Dittatori e satrapi, entrambe finanziati anche col traffico d'armi anche nostro, equivalgono ineludibilmente a guerre, anche fratricide.

    E' banale dirlo ma basterebbe smettere di vendere-fornire armi a quei paesi.

    Basterebbe convincere i quindici maggiori produttori al mondo d'armi, tra cui noi, mi pare al quinto-sesto posto, di smettere di vendergliele.

    Papa Francesco lo rispetto per la grande pulizia che sta facendo nella chiesa ma sull'accoglienza (quella urbi et orbi) esorta
    sostanzialmente il governo a "suicidare" il paese stressato già di suo.


    Leno

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  2. Io non ho mai detto che dobbiamo accoglierli tutti. Ho detto che dobbiamo farlo fintanto che non siamo capaci di trovare e attuare altre soluzioni tra le quali, ovviamente, escludo quella di lasciarli morire in mare. Quindi, chi ha il potere di farlo, invece di parlare,parlare, parlare.., studi, proponga, discuta ma poi faccia! Altrimenti il terribile sospetto che dietro a tutto ci sia un orribile e cinico business diventerà presto la prova della nostra inciviltà.UNCLE

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  3. Caro anonimo, se con il tuo ....."non ho mai detto"..... ti rivolgi al sottoscritto sappi che il mio intervento non era in nessun modo rivolto a te e la tua posizione in merito alla vicenda.
    Oltretutto, nella sostanza, siamo anche dello stesso parere, virgola più o meno.


    Leno

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    1. No, mi rivolgevo al Bloger. Comunque concordo, virgola più & virgola meno siamo dello stesso parere. UNCLE

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