domenica 12 marzo 2017

"LA JUVE AVANTI DI 15 PUNTI ? ALLORA RUBA ! " MATTIA FELTRI DA LEGGERE E RICORDARE

Risultati immagini per rigore per la juve divertente

Bisognerebbe riderci su.
Un tempo, quando l'Italia era in bianco e nero, mi ricordo che accadeva. Non sempre, però più spesso di oggi.
Rammento quanto potesse essere divertente la settimana del derby Roma Lazio, coi servizi di cronaca del Messaggero dedicati al "colore", in particolare alle scommesse più improbabili, strane e divertenti, con penitenze buffe a cui gli sconfitti si sottoponevano mugugnando ma obbedendo al trasversale "stacce !!". 
Preistoria, lo so, ma che testimonia che non sempre "nuovo" è "meglio".
Però io con le persone giuste ancora ci riesco. A riderne.
Per esempio un mio amico giallorosso mi ha spedito una divertente foto con un'auto della polizia che segue il Pullman della Juventus, e la didascalia che recita : stiamo inseguendo una banda di ladri a bordo di un autobus direzione Torino .
Oppure, quando un altro mio amico, anche lui lupacchiotto, ogni tanto, magari durante un discorso che si è fatto troppo serioso, per sdrammatizzare l'atmosfera se ne esce con l'ormai storico "e comunque..., RIGORE PER LA JUVE !".
Sono un po' banalotte direte, e sicuramente datate, però a me fanno sorridere divertito, perché fatte nel modo giusto.
Mi fa meno ridere la notizia di giocatori milionari che come dei teppisti qualunque dei centri sociali danneggiano e sfregiano il posto dove sono stati ospitati. Parlo dei giocatori del Milan, nel dopo match con la Juve allo Stadium.
Sconcerti invoca il risarcimento personale dei vandali, e io sono d'accordo con lui, per quanto sappia perfettamente che la responsabilità oggettiva investa senza dubbio la società Milan.
Apprezzo pure il fatto che la Juventus non abbia sporto denuncia, con gesto di elegante superiorità. Magari saranno quelli del Milan, i diretti interessati se hanno il coraggio di metterci la faccia e chiedere scusa, e/o la società, in nome di un blasone nobile e ricco di storia, a farsi avanti per pagare il debito.
Sarebbe bello, ma ho forti dubbi che accada.

Intanto mi capita di leggere un bellissimo articolo di Mattia Feltri, che metto nella categoria degli "Immortali" del Blog.
Feltri scrive sulla Stampa, ma è un tifosissimo del Toro e naturalmente anche il suo amarcord personale è ricco di episodi in cui la Juve è stata favorita nel derby.
Però ricorda anche altre cose, che consiglio di leggere con attenzione.
Conosco tante, anche troppe, persone che non potranno non riconoscersi nella descrizione, ora ironica, ora più critica, che Feltri fa del tifoso italicus.
Magari reagiranno come i romani bori che vanno a vedere i film di Carlo Verdone e si sbellicano a vedere se stessi sullo schermo, senza capire che loro sono comici nella vita vera.
Oppure si irriteranno stizziti, come più normale che capiti quando ci dicono verità scomode. Come per esempio, parlo per i milanisti - squadra che io ammiro dai tempi di Rivera, ammaliato poi dagli olandesi volanti di Sacchi - il fatto che se oggi tra Juve e Milan passano 20 punti forse non dipende tanto dal rigore a tempo scaduto ma dal declino dell'era - grande - del Cavaliere presidente, con un'agonia ormai decennale.
Ma gli applausi a scena aperta. la standing ovation senza se e senza ma, Feltri la merita alla fine, quando azzarda un accostamento antropologico tra il tifoso in generale e l'italiano medio che dà sempre la colpa ad altri/o, senza che mai lo sfiori il minimo pensiero autocritico.
Più comodo fare le vittime.




La Juve, gli arbitri e quei (comodi) luoghi comuni

Un grande classico del nostro calcio: la Vecchia Signora ruba gli scudetti
 
ANSA
Il contestato rigore che ha dato la vittoria alla Juve nell’ultima sfida contro il Milan
 
     
Pubblicato il 12/03/2017
Dire che la Juve ruba è come dire che rubano i politici, può essere vero ma non basta. E infatti la teoria sull’appropriazione indebita di scudetto prende regolarmente vigore a marzo, e al termine di un processo temporale costante.
Ad agosto sono tutti campioni d’Italia. A settembre sono fiduciosi e in rodaggio. A ottobre basta recuperare un paio d’infortunati e ci siamo. A novembre il distacco dalla vetta è serio, ma ce la giochiamo fino in fondo. A dicembre c’è ancora lo scontro diretto e la Champions porta via energie, e avanti così fino a marzo, quando la Juve è avanti di quindici punti, e allora ruba.  
 
Poi, ad aprile, si ricominciano a studiare i formidabili acquisti per la nuova entrante irresistibile stagione.
Ora, chi scrive è un indemoniato sostenitore del Toro che ricorda recenti derby perduti (anche) per creative interpretazioni arbitrali: un gol in fuorigioco di Paul Pogba (la Juve vince 1-0, settembre 2013), un rigore non concesso per fallo di Pirlo su El Kaddouri che era una specie di manifesto fondativo del rigore solare (la Juve vince 1-0, febbraio 2014), gol annullato a Maxi Lopez per fuorigioco fantasy sul 2-1 (la Juve poi vince 4-1, stagione scorsa). Ma è anche vero che la Juve aveva giocato meglio ognuno di quei derby, sebbene la riflessione porti sollievo relativo. Ma fa più male la nostalgia per il Toro furioso e terrificante di Pulici e Graziani, di Martin Vazquez e Lentini. 
Probabilmente qua dentro ci sono tutte le dinamiche psicologiche della complicata convivenza civile. E cioè, sarebbe un bel mondo quello in cui forti e deboli godessero delle stesse condizioni, ma il mondo in cui viviamo, più o meno da cinque millenni, va in soccorso del potente: è un’indole difficile da combattere per ognuno di noi, vale forse per un arbitro dentro lo Juventus Stadium, vale nei giornali dove, accidenti, ha sempre ragione il direttore (almeno in sua presenza), vale nei tribunali dove più si è sgangherati e meno si trova qualcuno a sostegno, vale sin da quando siamo bambini, nelle discussioni familiari, e i nostri fratelli che danno ragione a nostro padre, oppure tacciono.
I milanisti, così sdegnati per il rigore al 95’ dell’altra sera, dovrebbero portare memoria di quando gli scudetti li vincevano loro, perché erano i più forti, e il resto d’Italia attribuiva i successi al braccio alzato di Franco Baresi a estorcere l’eterno fuorigioco.  
 
Purtroppo per il Milan, i tempi del dominio sono finiti da un decennio: più che il rigore al 95’ colpisce la scarsezza dei soldi, dei giocatori, delle idee dei dirigenti.
Purtroppo per l’Inter, per la Roma e per il Napoli colpiscono le ripetitive inadeguatezze a tenere la tensione di certi livelli, anche in Europa, ma è più facile e consolatorio impegnarsi a misurare l’entità del complotto, a maledire le trame altrui ostacolo alla gloria, a trovare nell’opacità la giustificazione ai fallimenti.
E quando ci si sente vittime, si trascura di quando si è stati carnefici: nei giorni scorsi, dopo l’allucinante rimonta del Barcellona, 6-1 al Paris Saint Germain, gli interisti ricordavano con giusto orgoglio che loro la rimonta non la subirono, e poi vinsero (meritatamente) la Champions; ma non che all’ultimo minuto fu annullato al Barcellona il gol, regolare, che avrebbe cambiato la storia. 
 
Anche sulle fesserie degli arbitri, come su quelle dell’establishment, si costruiscono le verità parallele, i fatti alternativi della nostra vita: la Juve ci ruba gli scudetti come i politici ci rubano il futuro (che frase scema), e si ignora o si sottovaluta che i conti del Paese sono messi così soprattutto per un welfare enorme e sclerotico, un’evasione fiscale sudamericana, una pubblica amministrazione esorbitante, tassi di assenteismo desolanti, repulsione collettiva per le regole, totale disinteresse per il bene collettivo e poi sì, anche per una classe dirigente inetta e spesso fuorilegge.
Insomma, nessuno di noi è innocente davanti al proprio destino: ammetterlo, è il primo passo dei forti. 

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