giovedì 18 maggio 2017

ALDO CAZZULLO E I FANATICI DEL REDDITO SENZA LAVORARE

Risultati immagini per fannulloni si diventa

Leggendo sia il Corriere della Sera, nella versione digital edition, che La Stampa cartacea, mi viene da fare il confronto tra i vari giornalisti, cogliendone anche le similitudini di stile e approccio.
Facile ovviamente l'accostamento tra Mattia Feltri e Gramellini, occupandosi entrambi del trafiletto mattutino posto nella prima pagina in basso, a breve commento di uno dei fatti di cronaca più curiosi della giornata.  Feltri, che scrive sul giornale torinese, è più graffiante di Gramellini (passato da poco a via Solferino), e secondo me decisamente più bravo.
Altro accostamento, quello tra Pierluigi Battista e Aldo Cazzullo. Qui è il giornalista del Corsera, il primo, ad avere più vis  polemica, ma entrambi incentrano il loro giornalismo sul buon senso, con osservazioni generali molto spesso condivisibili.
Cazzullo ha da un po' preso il posto di Sergio Romano nella cura della rubrica delle risposte ai lettori. Per me il cambio è migliorativo, non essendo un grande estimatore dell'ex ambasciatore, troppo anti americano in una concezione dell'Europa non più fedele alleata degli USA ma equidistante (credo che qualche volta ci sia stata anche una polemica a distanza tra lui e Angelo Panebianco, molto critico con questo tipo di pan europeisti).
Tornando a Cazzullo, posto oggi la sua risposta ad un lettore, suppongo ortottero ma potrebbe anche essere un anarchico di altri tempi, che caldeggia l'adozione liberatoria del reddito per tutti, i non lavoratori per primi.
La replica del giornalista è fin troppo garbata, per la proposta del lettore che francamente, nei suoi termini, sembra dettata dai rilassanti effetti di una canna molto potente.
"Bisognerebbe dare a chi si rifiuta di lavorare una somma che garantisca la salute e il benessere loro e delle loro famiglie "
Testuale.
Sta gente non sta bene.



Il Corriere della Sera - Digital Edition

IL LAVORO E'  DIGNITA'
IL REDDITO GARANTITO NO

 Risultati immagini per REDDITO GARANTITO

Caro Aldo,

perché essere contro il reddito garantito? Bisognerebbe pagare a ogni disoccupato un sussidio adeguato alle esigenze di vita (Costituzione, art. 38). Bisognerebbe dare a chi si rifiuta di lavorare una somma che garantisca la salute e il benessere loro e delle loro famiglie (art. 25 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo). Una retribuzione decente dovrebbe essere erogata anche alle casalinghe e ai «casalinghi» (ora sono pochi, ma aumenteranno).

Mario Scarbocci San Donato Milanese

Caro Mario,

Sarebbe facile risponderle: con quali soldi? Lei sa meglio di me quanto siano aleatorie le coperture finanziarie calcolate con il recupero dell’evasione fiscale (necessario ma difficile da quantificare in anticipo); oppure con il taglio di pensioni definite improvvidamente «d’oro», mentre sono il frutto di un patto tra lo Stato e il cittadino. Aiutare chi si rifiuta di lavorare, poi, è una possibilità esclusa pure dal movimento 5 Stelle.

Il tema comunque è molto importante. Credo che vadano contemperate due esigenze: aiutare i poveri e coloro che sono a rischio povertà; e avviare i giovani e i disoccupati al lavoro.
L’idea del reddito di cittadinanza (o come lo si voglia chiamare) nasce da una constatazione giusta: la rivoluzione digitale e l’apertura dei mercati genera enormi profitti concentrati nelle mani di pochi; una parte di questi profitti deve servire a garantire un’esistenza libera e dignitosa a coloro che perdono il lavoro o non lo trovano, anche a causa del fatto che il lavoro viene distrutto dai robot e dalla rete o delocalizzato nei Paesi in cui costa meno. Ma l’idea può funzionare — cominciando con il far pagare le tasse ai colossi del web — solo se viene realizzata su scala globale; o almeno europea. Come le 35 ore in Francia: un principio in sé giusto — ripartire il lavoro «fungibile»: lavorare meno, lavorare tutti — non ha funzionato. Perché non può funzionare in un solo Paese; troverai sempre qualcuno disposto a lavorare più di te.

E poi il lavoro, caro Mario, non è solo un peso; è dignità.
Far balenare l’idea che si possano dare mille euro a tutti in cambio di nulla può avere effetti disastrosi in un Paese come il nostro, che già ha un numero basso di occupati rispetto alla popolazione.

Nessun commento:

Posta un commento