lunedì 6 gennaio 2014

RAI : SERVIZIO PUBBLICO DE CHE ?? E PIERLUIGI BATTISTA CHIEDE A RENZI DI LIBERARCI DAL CANONE


E se Renzi facesse una vera rivoluzione liberandoci dal Canone Rai ??
E' quanto auspica e sprona il bravo Pierluigi Battista nella sua rubrica settimanale sul Corriere della Sera.
In varie occasioni il già vicedirettore del giornale di via Solferino ha scritto articoli roventi contro il balzello di viale Mazzini, ricordando sempre come nel 1995 ci sia anche stato un referendum dei soliti radicali (eroi civili senza fortuna nel nostro paese) per l'abolizione del carattere pubblico dell'ente televisivo, e conseguentemente del canone che trova lì la propria giustificazione. 
In cosa consista mai poi questo "servizio pubblico" non è dato sapere, nell'epoca del digitale terrestre, di internet, del collegamento permanente con mille fonti di informazioni libere e a pagamento volontario. 
Se poi queste informazioni siano buone o meno, questo è altra faccenda, ma fanno ridere Fazio o Floris quando sostengono che la loro sarebbe buona perché "pubblica"...
Leggo, nel post che segue, che la UE dovrebbe pronunciarsi sulla legittimità dei sigilli RAI agli apparecchi televisivi di chi non paga il canone perché oggi questa imposta è legata NON alla visione delle loro trasmissioni (che uno chiede di esserne escluso e si vede gli altri 1000 canali alternativi...) ma al mero possesso di un televisore. Qualche giorno fa era stata pubblicata da Libero la notizia che la Corte europea aveva acoclto il ricorso di un cittadino italiano contro questo sequestro, di fatto, della propria TV. Libero non ha mai smentito la notizia, ma in rete sostengano sia una bufala. Credo piuttosto lo sia la traduzione da tabloid che il giornale di Belpietro ne ha dato, e cioè l'illegittimità del canone RAI tout court, mentre non sarei stupito invece che esista un provvedimento nel quale la pratica dei sigilli sia deplorata come lesione del diritto all'informazione. Che alla fine uno che non paga il balzello ha un debito, ed Equitalia troverà il modo di farglielo pagare, che la fantasia non gli manca, senza per questo privarlo della tv di proprietà. Sicuramente la questione in Europa esiste, come dimostra il video di seguito riportato che aggiorna sullo stato dell'iniziativa del deputato europeo Mara Bizzotto (parlamentare della Lega Nord) :
In realtà i problemi sono due : 1) per i politici la tribuna RAI per apparire e concionare è irrinunciabile  2) senza il canone quanta gente a viale MAzzini sarebbe a spasso ? 
Il gruppo Mediaset a dicembre 2011, secondo i bilanci, aveva poco più di 6.000 dipendenti e un costo complessivo per essi di mezzo miliardo di euro. 
Alla stessa data la RAI ne aveva oltre 10.000 e quindi un costo doppio : un miliardo. 
Renzi potrebbe fare il miracolo, anche  a termine : nel 2016 scade il contratto di concessione pubblica.
Bene, non lo si rinnovi e si realizzi la volontà popolare espressa e ignorata 20 anni prima...
In fondo, il 2016 arriva prima del 2017, anno in cui Letta promette di portare a termine il finanziamento pubblico dei partiti...
Buona Lettura


"Renzi dica no alla Rai lottizzata" 

 

Già scrivono, Claudio Cerasa sul Foglio, che nei corridoi della Rai sono tutti in ansia per capire cosa voglia «fare Matteo Renzi» degli organigrammi della Tv di Stato. Ecco, sarebbe una cosa bella, una svolta radicale, il segnale di un cambiamento vero, se Renzi, mentre si celebrano i 60 anni della televisione italiana, decidesse di non fare niente alla Rai, di non lottizzare la Rai come fanno tutti, di non farne pascolo dei partiti come è sempre accaduto, addirittura di onorare il responso di un oramai lontanissimo referendum: cominciare a privatizzare la Rai, liberarla dalla morsa della politica, dare maggiore pluralismo, più libertà, meno dipendenza dal potere di chi nomina, distribuisce posti, regola le carriere, manipolare gli organigrammi con risorse ricavate da un balzello che si chiama «canone».
Sarebbe bello se alla Rai nessuno si aspettasse alcunché da Renzi: né promozioni, né favori, né appartenenze a cordate. Tra un paio di mesi, tra l’altro, una commissione dell’Unione Europea dovrà pronunciarsi sulla richiesta di quasi 14 mila cittadini italiani di considerare una violazione dei diritti sanciti in Europa i sigilli apposti sui televisori, con conseguente impossibilità di accedere ai canali televisivi diversi dalla Rai, di chi si rifiuta di pagare la tassa occulta chiamata «canone». Un balzello medievale, e Renzi dovrebbe essere sensibile a questi temi dopo aver bocciato così categoricamente la web-tax, che risale a un’epoca in cui la Rai era l’emittente televisiva monopolista, alcune ere geologiche prima di Internet, dei tablet, degli smartphone. Oggi il canone viene ancora giustificato con il carattere di servizio pubblico fornito dalla Rai. Ma non è difficile calcolare la dose di ipocrisia che si nasconde dietro un’espressione, «servizio pubblico», che oramai davvero non si capisce più cosa voglia significare.
E dunque dopo sessant’anni di programmi meravigliosi ma anche di lottizzazione ininterrotta, Renzi tracci davvero una linea di demarcazione con il passato: lasci la Rai al suo destino, non risponda ai postulanti che vanno all’affannosa ricerca di coperture, appoggi politici, prebende, privilegi. Da politico moderno qual è si impegni a sopprimere un ente inutile e dannoso denominato «Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai», interrompendo lo spettacolo ridicolo dei controllati che si ergono arbitrariamente a controllori dell’ortodossia politica dell’informazione televisiva. E sappia anche, Renzi, che mai il controllo militare della Rai ha portato fortuna negli ultimi vent’anni ai vincitori: occupi la Rai e perdi le elezioni al turno eccessivo, ecco cosa è accaduto con regolarità matematica nel ventennio della Seconda Repubblica. «No alla lottizzazione», ecco il messaggio semplice e rivoluzionario di chi promette di rifondare la politica. Sarebbe il panico per chi ha vissuto di lottizzazione per decenni: ma uno spettacolo niente male per i cittadini costretti (ancora) a pagare il canone.

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