lunedì 29 settembre 2014

"VE LO MERITATE DE MAGISTRIS" UN GRANDE ANNETTA SCRIVE AI FAN (SPARITI) DI GIGGINO





Massimiliano Annetta è tante cose. Un amico, in primis, poi una persona di non comune intelligenza, poi un collega e infine un appartenente (almeno lo era, ultimamente non so, che troppa autonomia di pensiero non è granché garbata da quelle parti)al direttivo PD della Toscana. 
Uno di Sinistra, dunque, da sempre. 
E allora come mai io condivido ogni riga e ogni parola di quello che lui scrive su De Magistris e i suoi fan (spariti, come sempre nella disgrazia). ?






De Magistris: “per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti”


Mi direte: che c’entra il Sindaco di Napoli con la Canzone di Maggio di Fabrizio De Andrè?
Rispondo subito: è che quelli che proprio non riesco a digerire non sono i De Magistris, i Di Pietro, gli Ingroia, ma i loro sponsor e a cascata i loro tifosi, i quali codardamente si eclissano velocissimi nell’ora della caduta di quelle che sono, come scritto da uno straordinario Guido Vitiello, “nulla più che icone warholiane”.
Vediamo di capirci: a me De Magistris non sta affatto simpatico, non solo per il modo nel quale costui ha costruito la sua carriera politica; altri ce ne sono stati ed altri ce ne saranno. Lo schema è chiaro quanto elementare: si prendono uno o più personaggi di rilievo e si mettono sotto inchiesta. In proposito uno dei massimi cantori di questa figura di magistrato aveva coniato fin dai tempi di tangentopoli il termine di “controllo di legalità”, e hai voglia a dire che costituzionalmente questo compito non è demandato alla magistratura, loro sono i “buoni” e per loro, come per Saint Just, non importa appurare se il Capeto sia o meno traditore, il fatto è che egli non può regnare impunemente.
E ancor meno simpatico mi sta il De Magistris sindaco di Napoli. Un improbabile Masaniello, l’ennesimo magistrato prestato alla politica vendendo ai napoletani l’illusione di salvare quella splendida e disgraziata città facendole la morale; insomma, un triste epigono di quella napolitanità deteriore così ben descritta da due magnifici autori come Raffaele La Capria e Domenico Rea.
Nonostante questo, la circostanza che si debba dimettere, pena la decadenza coatta, in forza della Legge Severino non mi rallegra affatto. La legge Severino è una brutta legge, un monumento all’abdicazione della politica a fronte delle tricoteuses urlanti, ed evidentemente incostituzionale è la intepretazione che se ne offre. La decadenza dalla carica di sindaco ha contenuto simile, se non identico, all’interdizione dai pubblici uffici e come tale non può essere retroattiva. Valeva per Berlusconi e vale per De Magistris, con buona pace dei garantisti ad intermittenza alla Travaglio.
Ma il fatto da rilevare è un altro, ovvero che i Di Pietro, i De Magistris, gli Ingroia non sono incidenti del destino.
Ricostruiamo la la parabola politica del nostro. Il primo a scoprirlo è il solito Travaglio sul blog di Grillo, segue a ruota l’antesignano Di Pietro, e infine la canonizzazione in diretta televisiva a casa Santoro. Fu allora che debuttò una specie di saldatura tra un gruppo di PM militanti con testa di ponte in Sicilia raccordati con un gruppo di giornalisti sparsi sui principali quotidiani che trovava i suoi cantori televisivi in trasmissioni come Anno Zero et similia. Una vera e propria “macchina da guerra”, un esercito di liberazione popolare con alla guida questi improbabili generali ed una truppa di cittadini “onesti”. Ci sarebbe quasi da sorridere, se queste truppe scelte non avessero lasciato sul loro cammino decine di morti e feriti, in forma di poveri disgraziati che hanno visto la loro esistenza rovinata da inchieste giudiziarie immancabilmente svanite nel nulla. Ebbene, il punto sta proprio qui, perché a chi scrive che questa armata Brancaleone la passi liscia non va proprio giù.
La colpa è vostra, prima ancora che dei vari “Giggini”, di voi furbacchioni che quelle sacre effigi avete alimentato e sfruttato - ché ormai il giornalismo embedded in favore di certe Procure è diventata una professione assai remunerativa, fra articoli e libri che sono il copia-incolla di atti giudiziari e comparsate televisive e teatrali, quando non addirittura trasognate trasposizioni cinematografiche - ma pure di voi che le avete idolatrate festeggiando gli avvisi di garanzia al potente di turno. E vi contesto pure un’aggravante: avete preteso di farlo da sinistra, facendomi sentire troppe volte come un estraneo in casa mia.
Ecco perché “anche se vi credete assolti siete per sempre coinvolti”.      

Nessun commento:

Posta un commento