Io riporto tante notizie lette su giornali, riviste, saggi, ora anche blog...
Sto leggendo un libro divertente e tristissimo di Rondolino sulla Unità d'Italia che parte da un punto cardine : l'Unità d'Italia è una TRUFFA.
E poi spiega il perché. Non l'ho finito, poi vi racconterò.
Nel leggere le cose italiane è facile scaldarsi, arrabbiarsi, INDIGNARSI, come recentemente va di moda dire.
A me succede di arrabbiarmi si,,,per fortuna per poco in genere. Indignarmi no.
Perché non me ne sento DEGNO.
E il motivo è semplice : sono italiano anch'io, non mi chiamo fuori.
Certo posso (voglio !) pensare che a certi eccessi non arriverei leggendo che so, del tizio che al telefono ride per il terremoto in abruzzo pensando agli affari prossimi venturi, non esagererei nel fruire di vantaggi e privilegi di cui mi toccasse beneficiare...insomma ritengo che il mio essere "moderato" politicamente e intellettualmente si manifesterebbe anche nel momento in cui stessi dalla parte "giusta", quella "comoda" di chi è vicino, o proprio HA il potere (economico, politico, entrambi).
Però da qui a pensare che non farei compromessi, che non approfitterei mai di una posizione di favore, non raccomanderei nessuno in nome di quel "merito" in cui pure credo tanto idealmente...NO, questo in onestà non mi sento di dirlo.
Bisogna trovarcisi nelle situazioni per poter dire con certezza : io direi di NO.
Mi rimase tanto impressa la pagina di un libro di un autore che a me piace molto : SCOTT TUROW. Il libro è l'ONERE DELLA PROVA.
Il protagonista è un avvocato di mezza età , piuttosto normale, intelligente il giusto, onesto abbastanza, scettico nella misura in cui raggiunti i 50 il realismo ti costringe.
A quell'età però ti senti anche più libero di dire la verità, le cose come sono (a me succede).
E quindi un giorno, passeggiando con il cognato, il marito della sorella, gli viene spontaneo dirgli per una volta TUTTO, ma proprio TUTTO, quello che pensa di lui.
Che è stato (è) un uomo cinico, opportunista, infedele (facendo soffrire per questo la sorella), arrivista. Un uomo che dietro una finta parvenza di perbenismo ha celato un'anima con ben pochi scrupoli.
Tutto questo viene detto con pacatezza, senza alzare la voce, senza guardare l'altro, continuando a camminare non discosti, di fianco.
E l'altro ascolta. Non si adira per le accuse che gli vengono rivolte, anzi con la testa assente lentamente, quasi a dire silenziosamente "lo so, queste cose le so".
Alla fine, quando il protagonista, l'avvocato, tace, l'uomo sotto accusa alza la testa e con serenità, con lo stesso tono calmo che ha sentito fino a quel momento, fa al cognato una domanda apparentemente strana, assurda :
"Sai perché un cane si lecca le palle ?" l'altro, colpito, risponde ovviamente di no.." perché lo PUO' FARE".
Ecco, io questa frase letta a 22 anni credo, non l'ho più dimenticata.
E quando leggo di tante cose di cui certo non c'è da essere orgogliosi, quando penso alla natura più tipica di noi italiani, anarcoidi, opportunisti, egoisti...non ce la faccio a chiamarmi fuori. A INDIGNARMI.
Certo mi piace pensare che mi comporterei meglio...sono piuttosto sicuro che spesso lo farei pure...Ma SEMPRE ?
Ripeto, bisogna STARCI nelle cose.
Bisogna POTERLE FARE. E allora, se si è capaci, NON farle.
Se no, è troppo facile.
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