mercoledì 3 agosto 2011

COLPEVOLI COMODI

Chi ha raggiunto , come me, la mezza età, ricorda la TV a due canali, in bianco e nero, E ricorda probabilmente, tra le varie serie familiari, "La famiglia Benvenuti" , con un bravissimo Enrico Maria Salerno nervoso ma onesto papà, e tra i figli un ragazzino narratore, buono ma nonostante questo simpatico.
FIORAVANTI E MAMBRO
Quel bambino dal viso angelico era Giusva Fioravanti, e sarebbe stato uno dei  leader del terrorismo di destra negli anni 70.
Catturato, Fioravanti ammise una serie dei delitti di cui veniva accusato, prendendosi vari ergastoli, ma negò SEMPRE di essere l'autore , ideale e materiale, della strage della stazione di Piazza Bologna di cui in questi giorni cade il 31° anniversario . Insieme con lui, fu processata e condannata per lo stesso orrendo crimine Francesca Mambro, compagna - oggi moglie - di Fioravanti , anche lei rea confessa di alcuni delitti che le hanno comportato l'ergastolo , e che ha sempre negato di essere stata complice di quel massacro.
Magari inconsciamente mi sembrava impossibile che il bambino Benvenuti potesse aver fatto una cosa simile (ma non regge, allora avrei dovuto rifiutare anche gli omicidi invece confessati) , però da sempre io ho creduto alla professione d'innocenza di Fioravanti.  Ho seguito le sue interviste sia scritte che in TV (e anche quelle della Mambro), ho letto il libro sulla sua vita " a mano armata".
Ebbene Fioravanti e Mambro sono terroristi che non hanno denunciato i loro compagni, non si sono "pentiti" nel senso utilitaristico del termine, non hanno avuto nessuno sconto di pena per collaborazione con la giustizia.
Hanno ammesso le LORO responsabilità  in vari omicidi , che li hanno portato ad accumulare vari ergastoli.
Pure non "pentendosi " a scopi utilitaristici entrambi hanno ripercorso in modo autocritico quella parte sanguinosa della loro vita, chiedendo perdono ai familiari delle loro vittime.
Oggi Fioravanti ha scontato la pena (da noi "ergastolo" non è mai tale veramente...e si può discutere questa cosa , ma resta che così è la legge) e nel 2013 anche la Mambro avrà scontato la sua.
Badate, qui non si vuole tessere il panegirico di due terroristi...E il loro pentimento, che io credo sincero, non lenisce la sofferenza , grande, da loro causata.
Dico che in quegli anni l'aria era avvelenata, tanti giovani furono preda facile di "cattivi maestri" , molti a sinistra soprattutto ma qualcuno anche a destra , pensarono che fosse arrivato il momento della "rivoluzione", della "lotta armata". Bruciarono vite, tra cui la propria. Tra questi vi erano persone da due soldi, criminali comuni che trovarono nel terrorismo un posto dove sfogare la loro violenza e balordaggine (Battista, per fare un nome di moda). Altri ci credevano veramente.
Anche il MALE ha le sue sfaccettature.
Tornando ai due e alla loro pretesa dichiarazione di innocenza, Maria Giovanna Maglie oggi su Libero dà coraggiosamente voce a Stefano Sparti, figlio del pentito accusatore principe dei due : MAssimo Sparti.
Fu lui sostanzialmente a inchiodare con la sua testimonianza Fioravanti e la Mambro, sostenendo di essere stato a Bologna e di avere incontrato i due, che invece hanno sempre sostenuto di trovarsi , quei giorni, a Padova.
Bene, i familiari di Sparti, la moglie , la suocera, la donna di servizio, smentirono Massimo Sparti, dichiarando che quel giorno, e quelli successivi, quest'ultimo si trovava con la famiglia a Cura di Vetralla , vicino Viterbo. Quella stessa versione fu poi ripetuta ( e ancora oggi) dal figlio Stefano, nel frattempo divenuto maggiorenne.
Queste persone non sono mai state credute, si è preferito attribuire affidabilità al congiunto, criminale violento, terrorista anche lui MA PENTITO.
MAssimo Sparti di prigione ne fece poca : gli diagnosticarono  nel 1981 una malattia terminale (tumore al pancreas) e uscì dal carcere. Nel 1982, operato per una laparotomia esplorativa , si scoprì che il tumore non cera più... Da notare che la malattia terminale diagnosticata allo Sparti non solo gli aprì le porte del carcere, ma gli attribuì nel processo una preziosissima patente di veridicità : può mentire uno che sta per morire ?
Invece Sparti muore 21 anni dopo...e non certo di tumore, .e al figlio che gli chiede il perché di tutte quelle menzogne la risposta fu che "non poteva fare altrimenti".
Tuttoggi tantissime persone tra cui molti dei familiari delle vittime di Bologna, dubitano assai sulla verità della sentenza alla fine emessa.
Ma qui i colpevoli sono stati trovati SUBITO.
E comodi. Comodissimi.
Se poi autentici, conta di meno. Anzi, nulla.

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