ELEZIONI 2008 |
Proprio Follini, che tacciato come traditore all'epoca del secondo governo Berlusconi perché da segretario dell'UDC - CAsini era Presidente della CAmera - si metteva troppo spesso di "traverso", mostra apparente coerenza. Non era disposto a stare a tutti i costi in un centro destra troppo sbilanciato verso la Lega, non è disposto - almeno questo è quanto dice nell'intervista di oggi al Corriere della Sera - a rimanere in un PD guidato da "BERSANI 2" , come lui lo definisce, quello che si schiaccia su Di Pietro e Vendola, sbilanciandosi nettamente a sinistra, proprio nel momento in cui il tramonto del Berlusconismo apre scenari del tutto nuovi e inesplorati nel vasto mondo dei MODERATI.
Secondo me Follini ha ragione. Bersani preme per le elezioni perché se le cose restassero esattamente come sono ORA sullo scacchiere politico, la sinistra le vince.
Questi i dati dell'IPSOS di PAgnoncelli, dati a BAllarò martedì scorso, ma che sostanzialmente, con variabili di 1 max 2 punti, si ripetono ormai da un po' nei rilevamenti delle intenzioni di voto :
1) PD 27% dei voti. Sono sempre 6 punti in meno rispetto al 2008, quando le elezioni furono perse dal centro sinistra, ma sufficienti a diventare il primo partito italiano insieme al PDL, anche questo oggi attorno a quella cifra, e quindi con un crollo di voti più grave : - 10 % (nel 2008 Berlusconi ottenne quasi il 37.5 % ).
2) Di Pietro è cresciuto passando dal 4% al 7
3) SEL, di Vendola, che ha preso il posto della Sinistra Arcobaleno, viene addirittura data a poco meno del 9% laddove nel 2008 la sinistra cosiddettà radicale si fermò al 3.1 e per la prima volta nell' Italia Repubblicana i comunisti di nome ( di fatto è cosa diversa) non entrarono nel Parlamento ( confesso che è stato una bella emozione per chi scrive, liberale e anticomunista dai 14 anni) .
4) PDL , l'abbiamo visto sopra, viene dato al 27% circa, come il PD
5) Lega. attorno al 9 % o poco meno. Stabile rispetto al 2008 (ma alle regionali era cresciuta fino al 12 ...)
6) La Destra di Storace anch'essa viene data attorno al 2%
7) L'UDC di CAsini sale al 9%, crescendo nettamente rispetto al 5,6 del 2008 quando si presentò da sola
8) FLI di Fini non viene accreditato oltre il 3,5 %, l'API di Rutelli non arriverebbe al 2%.
Quindi, continuando nel gioco del FANTAELEZIONI avremmo :
- l'alleanza di sinistra . PD, IDV e SEL col 43% dei voti
- il centro destra PDL LEGA e Destra col 39%
- Terzo Polo con un potenziale del 13/14%
I conti sono dunque facili e spiegano , ma solo in parte, la scelta di Bersani.. Con l'attale sistema elettorale la sinistra vincerebbe e col premio di maggioranza dominerebbe la Camera, mentre al Senato bisognerebbe vedere se non si ripete la situazione del 2006 perché è vero che lo scarto rispetto al centro destra sarebbe più ampio (almeno 4 punti) rispetto ad allora (si parlò di pareggio di fatto) , ma resta l'incognita di DOVE il Terzo Polo andrebbe a conquistare i suoi senatori , potendo diventare indispensabile per una maggioranza anche nella camera Alta.
Se il Terzo Polo si alleasse con la sinistra, stravincerebbero, salvo poi dover mettere insieme mondi sideralmente diversi su praticamente TUTTO.
La stessa cosa però vale se l'alleanza CAsini e soci la facessero con il centro destra . Col 52% le elezioni sarebbero vinte a mani basse, ma non sarebbero pochi i nodi da sciogliere tra Lega e il nuovo alleato.
Quindi è Casini, l'ex allievo di Forlani, l'unico vero erede della DC che fu, ad essere il vero ago della bilancia. Bersani sembra aver smesso di aspettarlo, ma rischia, e tanto.
Ciò detto, il dato che più mi conforta è vedere come nonostante passino i decenni, cadano i muri , finisca la guerra fredda, l'idea di sinistra di società, quella definirei "egualitarista" per semplificare molto, continua a sedurre un terzo abbondante degli italiani , che sono sicuramente tanti, MA MAI DI PIU'. Eccoli li i numeri : PD + SEL , la vera sinistra (Di Pietro è solo un arrivista, e quando fu ministro nel governo Prodi i suoi nemici più veri furono i rifondaroli di Bertinotti e Giordano ) arriva al 35 - 36 % dei voti, il massimo toccato col PCI ai tempi dell'icona Berlinguer negli anni 70. La maggioranza di questo paese continua a NON volere quel tipo di società e l'esperienza dei governi di Prodi, sia nel 1996 che nel 2006, rappresentano un po' la prova del 9 di questa affermazione, con spaccatura verticale tra sinistra radicale e il centro, con la sinistra moderata a fare da pompiere stremato e frustrato).
E poi, come dice spesso l'ultimo patriarca della stampa italiana, Scalfari, si può polemizzare sulle opinioni, non sui fatti.
E i numeri sono fatti.
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