Un genio. Una di quelle persone speciali grazie alle quali la nostra vita migliora.
Questo accade se la genialità di queste persone trova la LIBERTA' di esprimersi, l'humus in cui farlo. Zuckerberg, Jobs, Bill Gates, sono americani, e grazie al loro genio noi viviamo meglio e loro sono miliardari.
Certo, non sempre l'"incastro" riesce così bene. Però siccome i MIGLIORI esistono, lasciamoli lavorare, non imprigioniamo la loro creatività, la loro mente e anche, si , la loro ambizione di beneficiare, loro per primi, della loro specialità . Non inventiamo regole "sociali" per cui questa gente deve pensare "all'umanità". Penseranno a sé, inventeranno cose nuove, importanti, le venderanno, loro diventeranno ricchi, noi vivremo meglio.
Funziona così, non è uno scandalo.
Io sono grato ad un genio per il frutto della sua mente, e NON gli chiedo di essere anche un filantropo.
Ce ne sono già troppi in giro che, peccato, nulla creano se non i loro appelli per una sbagliata, utopistica, uguaglianza . Principio, quest'ultimo, che è giusto nei diritti , come avviene sufficientemente nelle democrazie, giusto nelle opportunità (cosa che invece NON avviene ma un po' ci si prova : bisogna migliorare assai ), ma assolutamente non lo è nella pretesa di livellare bravi e no, capaci e mediocri. Se l'Avv. Coppi, considerato uno se non il più bravo penalista di Roma, ha 100 clienti e io ne avessi 10, cosa dovrei fare? Studiare e impegnarmi di più, sia professionalmente che socialmente per farmi maggiormente conoscere e apprezzare, oppure chiedere allo Stato una legge che imponga a Coppi di limitarsi a 30 clienti e gli altri rifiutarli così io a un altro paio di mediocri come me possano lavorare e guadagnare di più, anche se siamo meno bravi?.
Messa così la risposta sembrerebbe ovvia, ma evidentemente non lo è, perché nella nostra società succede da diverso tempo il CONTRARIO. E succede sempre di più.
Tornando a quello che un mio amico ha giustamente definito un Leonardo da Vinci dei tempi moderni, invito tutti a seguire il link di you tube che riporta un discorso di Steve Jobs a dei neo laureati dell'università di Stanford. Dura un pochino, 15 minuti, ma è emozionante, profondo, qualcosa che dovremmo conservare , per noi stessi ma soprattutto per i ragazzi ( alla fine del post trovate il titolo con cui trovarlo).
Riassumo brevemente i concetti espressi da Jobs, ma rinnovo l'esortazione a vedere direttamente il video.
Concentra il suo messaggio in tre storie.
1) UNIRE I PUNTINI.
Lui non si è laureato. Steve Jobs è figlio di genitori adottivi. La madre, lasciandolo in adozione, aveva in mente per lui due genitori laureati, lui sarebbe dovuto essere un Avvocato. All'ultimo però la coppia ideale, che era stata trovata, si orienta su una bambina e si contattano in tutta fretta due altri adottanti, che accettano subito con gioia. MA...NON sono laureati, e la madre di Jobs non intende firmare le ultime carte (riporto quello che Jobs racconta, non conosco il sistema adottivo americano, da noi tutto questo sarebbe FOLLIA). Alla fine si accontenta dell'impegno che i genitori adottivi manderanno a ogni costo Steve all'università. E così accade. A 17 anni Steve Jobs si iscrive ad una Università...ma dopo pochi mesi si accorge che qualcosa non va. Non c'è proporzione , per lui, tra i sacrifici dei genitori per pagare la costosa retta, e il SENSO, L'UTILITA' di un sistema che, per sé, lo sottolinea, trovava "dispersivo". Allora si cancella, pur continuando a frequentare i corsi che gli interessano e solo quelli. Per far questo dorme per terra ospite nelle stanze degli amici iscritti, si dà da fare per guadagnare qualche dollaro e si fa 10 km a piedi per andare a mangiare in una mensa poco costosa....( ve li immaginate i nostri figli fare questo? io no). Avendo più tempo, si iscrive ad un corso di Calligrafia che trovò stupendo. Apprese cose sconosciute, anche sulla tipografia. Li per lì la cosa non era di alcuna utilità concreta eppure anni dopo lui la sfruttò per la grafica di Macintosh...Jobs attribuisce la genialità tipografica dei moderni PC (anche di Windows, visto che, polemizza sorridendo, ha copiato MAC) a quel CORSO. Ed è qui che i puntini della vita si uniscono. Il suo messaggio è che , se uno fa con impegno ed entusiasmo qualcosa che gli piace, che lo interessa, con ogni probabilità questo puntino che scrive e che in quel momento potrebbe sembrare senza seguito, a distanza di tempo lo ritroverà. Di qui l'esortazione ad avere fiducia nel proprio intuito, nel fatto che in futuro qualcosa del passato tornerà utile, se fatta BENE.
2) La seconda storia ribadisce un concetto noto ma non creduto : da una crisi può nascere una importante opportunità. ma soprattutto, che è fondamentale AMARE ciò che si fa. Banale? Non si direbbe guardando in giro...
A 30 anni Jobs, creatore con Woz della Apple e di Macintosh, un'azienda con 4.000 dipendenti e 2 miliardi di dollari di fatturato, viene LICENZIATO. Un dissidio sulle strategie aziendali, viene messo in minoranza. Estromesso dalla sua creatura. Il colpo fu terribile e per mesi Jobs lo accusò. La tentazione di mollare, di lasciar perdere tutto, fu grande. Ma col tempo si accorse che l'amore per quello che faceva era rimasto intatto nonostante il colpo subito e decise di ricominciare da capo. Si accorse che aveva una nuova "leggerezza", la sua attenzione non era più solo rivolta a conservare quanto acquisito, come ormai accadeva in Apple, e tornò a CREARE. Fondò così due società, prima NEXT, poi PIXAR ( la più grande società di disegno animato oggi esistente, dice con orgoglio, l'inventrice di TOY STORY ) e alla fine NEXT fu acquistata proprio da Apple, contribuendo al rilancio della sua prima creatura, alla quale con gioa si ricongiungeva. In questo periodo di nuovo entusiasmo Jobs incontra la donna che diventerà sua moglie, e con la quale ha creato una splendida famiglia. Bene tutto questo lui lo fa risalire al licenziamento subito. Gli ha fatto capire definitivamente che per lui quello fatto alla APPLE non era solo un lavoro che lo aveva fatto diventare ricco e famoso, era quello che AMAVA. Ai ragazzi di Stanford è questo il messaggio che lascia: cercate quello che amate fare e non smettete di cercare finché non lo avete trovato. NON è facile, ovviamente, ma è fondamentale. Il nostro lavoro prenderà la maggior parte del nostro tempo e quindi della nostra vita. Avere la bravura, il coraggio di cercare quello giusto, senza arrendersi, darà una mano alla fortuna per trovarlo.
3) IL PENSIERO DELLA MORTE COME MEMENTO A VIVERE PIENAMENTE LA VITA
STEVE JOBS DA GIOVANE |
Steve Jobs si congeda, ieri a Stanford ma, mi piace pensarlo, oggi da noi , con le parole di saluto lette su una rivista da lui amata nella sua gioventù.
Nell'ultima pagina c'era scritto: SIATE AFFAMATI. SIATE FOLLI".
E' il suo augurio. Il suo saluto.
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