martedì 29 novembre 2011

IL PROCESSO E' IN CORSO PERO' INTANTO FACCIAMOCI UN FILM

SILVIO ORLANDO NEL FILM SU VIA POMA
Il delitto di via Poma....l'omicidio di Simonetta Cesaroni, avvenuto il 7 agosto 1990. Sono passati 21 anni, dopo 20 (VENTI!!!), in primo grado è stato condannato RANIERO BUSCO, l'ex fidanzato.
 La pena, 24 anni di reclusione.
Da poco è iniziato l'appello, che mi incuriosisce particolarmente perché a presiederlo c'è Mario D'Andria, a suo tempo giudice a latere di mio padre quando era quest'ultimo a presiedere la Corte d'Assise di Roma (VI Sezione). Chissà, mi chiedo, se quegli anni hanno lasciato un'impronta autenticamente garantista...Nel ruolo di D'Andria c'è oggi Giancarlo De Cataldo, più noto ai più come scrittore, specie di "Romanzo Criminale", da cui è stato tratto - con il giudice autore nei panni di consulente - sia un film che una fortunata fiction su sky. Di De Cataldo ho letto altri libri, perché sa scrivere bene. Quello che scrive è sempre romanzesco, anche quando vorrebbe inventarsi saggista ("In GIUSTIZIA" Rizzoli) o, peggio, storico ("IL MAESTRO, IL TERRORISTA, IL TERRONE" La Terza). De Cataldo è un partigiano palese, e secondo me deve fare un grande sforzo per attenersi al suo dovere di imparziale applicatore della Legge. Però, dice, è uno sforzo che FA. Sono disposto a credergli.
Sulla vicenda non mi azzardo ad entrare. Ho scritto più volte che i processi si fanno in AULA, anche perché poi l'unica verità che conta è quella processuale, che non è affatto detto che sia quella REALE. Ma la società ha delle regole, ne ha bisogno perché si possa vivere insieme, e una di queste è che la giustizia, intesa come applicazione della legge, si svolga tramite un processo, con dei riti, delle norme che lo disciplinano...E nel rispetto di tutto questo si cerca di fare in modo che i delitti siano puniti infliggendo la giusta pena ai COLPEVOLI, non a chicchessia,  perché siccome qualcuno è morto per forza qualcun altro DEVE pagare.
Badate non è così assurda questa inconscio desiderio che qualcuno comunque PAGHI. Nell'antichità si immaginava che gli Dei sarebbero stati offesi dall'impunità di un delitto e quindi per placarne l'ira era comunque bene offrire un sacrificio. Il sangue innocente chiedeva sangue. E se era di un altro innocente, pazienza: il Dio andava quietato.
Usanze barbare certo, ma sopite dentro l'angolo buio degli uomini.
E che escono fuori dalla bocca della pensionata che insoddisfatta dell'assoluzione di una Amanda Knox commenta arrabbiata:"allora Meredith si è uccisa da sola!!".
RANIERO BUSCO
Quindi trasmissioni come quelle di Vespa, con tanto di plastico, di PM in aspettativa, criminologi, psichiatri, sono mondezza.
Vespa non è stupido, la moglie è anche giudice, quindi lo sa. Ma sa anche che fanno audience, e quindi chissene.
Come nel processo di Perugia, anche in questo la Corte d'Appello ha disposto una nuova perizia, per cercare di fugare dubbi importanti. A differenza di Perugia, qui nessuno ha gridato allo scandalo, nessuno si è opposto : né la  Pubblica Accusa, né le parti civili costituite. Buon segno. Niente ostruzionismi.
Però mi domando. Se questa perizia è stata disposta, vuol dire che le risposte ai quesiti posti ai periti sono considerate DECISIVE ai fini della nuova decisione.
E se ci vuole una nuova perizia per dirimere dei dubbi così importanti, come accidenti hanno fatto i giudici di primo grado a CONDANNARE un uomo a 24 anni di prigione????
E questo quesito ne pone un altro di tipo legislativo. La proposta di abolizione dell'appellabilità da parte dell'accusa contro la sentenza di assoluzione.
La protesta dei PM, e di giudici come De Cataldo, è che così si dà un vantaggio alla difesa, che invece non ha limiti di impugnazione.
Giusto. Si tratta di SCELTE. Se il PRINCIPIO PREVALENTE deve essere la presunzione d'innocenza, come è scritto in quella Costituzione che pure De Cataldo pare avere sul comodino del suo letto, allora come si potrebbe superare mai il RAGIONEVOLE DUBBIO di fronte ad una condanna in secondo grado che sovverta quella di assoluzione del Primo???
Riflettete un secondo.....
Costituzionalmente, nel processo, l'imputato ha una chance in più, sancito nel principio addirittura romanistico "IN DUBIS PRO REO". Se non sei sicuro, ASSOLVI.
Ora, se una corte di GIUDICI, non di cittadini radunati al mercato, ha ritenuto in base alle prove e indizi emersi, che NON ci fossero elementi per questa ragionevole certezza, come il RAGIONEVOLE DUBBIO potrà mai essere sovvertito in un secondo processo?
E ancora. Il doppio grado di giudizio (addirittura tre, ma il terzo dovrebbe essere di mera legittimità) è, DI NUOVO, una tutela dell'IMPUTATO, non della "giustezza" del  procedimento. Se io sono stato assolto in primo grado, e poi condannato in secondo, avrò avuto un solo giudizio "utile" secondo la tutela costituzionale...
Sono discorsi complessi, lo comprendo, e anche opinabili.
Oltretutto, lo ricordo, non c'è un GIUSTO e un INGIUSTO.
C'è una SCELTA.
Di Società nella quale si vuole vivere. Una più garantista, col rischio che dei colpevoli restino impuniti, e una più, come dire?, "protettiva"? "sicura"? .
Io la mia scelta l'ho fatta tanti anni fa, sui libri di scuola, poi di diritto, e ascoltando mio padre: meglio 10 colpevoli fuori che un innocente dentro.
E sono d'accordo col pensiero di un presidente americano che sosteneva che barattare la libertà per la sicurezza non è un buon affare: si finisce per perdere ENTRAMBE.
Comunque NON è una scelta che spetterà mai ai GIUDICI e sarebbe bello che su questo tema si esprimessero veramente SOLO come cittadini e non come "tecnici".
Infine, speriamo che il 7 dicembre il Tribunale di Roma sospenda la messa in onda del film sulla vicenda. A me piace Silvio Orlando ma ci manca veramente che, a processo in corso, si metta in tv una ricostruzione romanzata che magari la gente prende per VERA.

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