sabato 12 novembre 2011

OGGI , 12 NOVEMBRE 2011, VOTO PER CHI DICE : PRIMA L'ITALIA, DIETRO TUTTO IL RESTO

Siamo solo all'inizio e chissà quante cose si vedranno nel corso dei prossimi giorni. In effetti scrivere un blog che piacevolmente scopri letto da un centinaio di persone ogni giorno - che ringrazio per la curiosità e la pazienza che mi mostrano! - comporta un rischio: commentare ciò che accade (e fin qui...) e provare ad esprimere giudizi e formulare ipotesi. Il margine di errore è enorme. Prudenza e saggezza indurrebbero a starsene un po' a guardare per vedere se la nebbia si dirada e fare POI valutazioni più ponderate.
Però partecipare al dibattito, scrivere un blog appunto, induce a tentare di stare dietro alla cronaca quotidiana, cercando magari di ragionare a voce alta piuttosto che tenere posizioni per partito preso.
E ammettere, del caso, i propri dubbi.
Io lo faccio.
Ho scritto, all'indomani del voto sul rendiconto dello stato che sanciva la perdita numerica della maggioranza che, pur immaginando la sconfitta del centro destra, ritenessi giusto andare a votare. Ho spiegato il perché: nel sistema bipolare instauratosi con la cd. Seconda Repubblica, se la coalizione vincente, che l'elettorato ha designato a governare, poi perde la maggioranza, la soluzione più democratica mi sembra il ritorno al voto. E' anche vero che, non essendoci stata una riforma costituzionale in questo senso (cosa criticata da più parti e non per partigianeria ma proprio perché è stato un errore sciagurato non armonizzare le istituzioni costituzionali con l'avvento del nuovo sistema maggioritario), la nostra Carta fondativa consente che il Capo dello Stato ricerchi all'interno del parlamento, indirettamente, tramite un suo incaricato, una diversa maggioranza.
Insomma, per la forma conservata dalla Costituzione, il famoso "ribaltone" è possibile (e del resto se ne ebbe una ante prima già nel 1994, ancorché allora il bipolarismo era alle prime armi; adesso la cosa, con il nome del candidato premier stampigliato nella scheda elettorale, è ancora più evidente).
Non è una soluzione che piace pare né al Presidente Napolitano, né a Casini, che pure da sempre chiede un governo di emergenza nazionale piuttosto che nuove elezioni, e nemmeno a Bersani. I motivi immagino siano diversi tra i personaggi citati, ma tra questi credo ci sia il fatto che, comunque vada, le elezioni ci saranno tra poco più di un anno, nel 2013, e lasciare a PDL (quello che ne rimarrà) e Lega l'arma propagandistica della denuncia del "Ribaltone" non è considerata una cosa saggia.
A mio avviso, un anno e mezzo fa, quando i Finiani finirono per uscire dalla maggioranza, Berlusconi avrebbe dovuto chiedere di ri-votare. Non c'erano ancoro i terremoti finanziari di questa estate, lo spread nessuno di noi sapeva cosa fosse, e la pretesa del rispetto del principio democratico sopra citato aveva senso e forza,
Oggi, in una situazione di crisi euro-mondiale, con noi prossimi ai destini dei vicini greci, il discorso è più difficile. In tempi di emergenza nell'antica Roma si sospendevano le regole repubblicane e ci nominava il Dittatore. Quindi, se pure la cosa pare brutta, a mali estremi...se i numeri dal parlamento escono, ebbé così sia.
Ricordato e comprendendo tutto questo, diversi dubbi emergono prepotenti.
Il governo ha inviato una lettera di intenti all'Europa con tutta una serie di misure economiche e amministrative che prometteva di svolgere. Queste misure non sono affatto amene, per nessuno ma TANTOMENO per il popolo di sinistra. Le riforme preannunciate sono infatti più di marca liberale che socialista. Molte addirittura possono essere riscontrate negli storici programmi elettorali del centro destra del 1994: liberalizzazioni, privatizzazioni, concorrenza, sburocratizzazione, alleggerimento della presenza dello Stato, maggiore flessibilità del lavoro. Causa forti presenze NON liberali nelle maggioranze Berlusconiane, (leggi Lega populista e destra sociale) non sono state realizzate. Il governo Monti pare si riprometta di perseguirle. Bé dovrebbero avere più problemi quelli del PD a votare la fiducia a questo Premier che il PDL no?
IO francamente lo voglio vedere il PD votare provvedimenti nel senso sopra descritto - lo scetticismo è grande -  ma resta il fatto che loro la disponibilità al Presidente Napolitano l'hanno data.
Bersani ha potuto dire una frase molto bella: "prima dell'IDV, dei partiti e delle alleanze c'è l' Italia"
E, per ora, alle 17,20 del 12 novembre, a questo forte enunciato mostra coerenza, tanto è vero che Di Pietro pare aver ammorbidito il suo NO a Monti.
Dall'altra parte invece le valutazioni di bottega interna sembrano prevalere: tenere unito il partito, lacerato tra i favorevoli al voto (a cui è toccato il riesumato epiteto di "fascisti !") e gli assolutamente contrari, pro Monti; la volontà di salvare l'alleanza con la Lega...
Scusate ma il PD non ha gli stessi problemi? Oggi con Di Pietro ma anche con la parte più socialista del partito, domani con Vendola? 
Eppure Bersani dice che viene prima l'Italia.
Sapete che c'è? OGGI, sabato 12 novembre 2011, voto Bersani,
Domani, visto la navigazione a vista ammessa in premessa, vedremo come va.

2 commenti:

  1. Interessante. Io sono berlusconiano da prima che scendesse in campo, in quanto milanista, ma in questo momento drammatico, pur avendo le budella rivoltate da un golpe totalmente antidemocratico, temo che la situazione sia talmente catastrofica che non ci resti altro da fare che fare il tifo per il ''dittatore'', nel senso romano da te ricordato. Arrivare a dire, come fai tu, che oggi voto Bersani, quello è davvero troppo. Voto Monti, sperando che la dittatura scompaia al più presto, con un ritorno alla democrazia ed un partito di centrodestra da votare senza esitazioni.

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