mercoledì 11 gennaio 2012

BELPIETRO INTERVISTA BEFERA: OCCASIONE SPRECATA

Ho criticato l'intervista di Fazio a Monti e a suo tempo quella di Massimo Mucchetti, del Corriere della Sera, a Befera, con la medesima accusa: servilismo (più o meno ben camuffato).
Cos'è un'intervista servile? Quella in cui si fanno domande gradite, si evitano accuratamente quelle non gradite, SE si toccano argomenti spinosi si fa capire che l'intervistatore NON li condivide e infatti si prende qualsiasi risposta  venga data dall'intervistato senza minimamente insistere sul tema ostile.
Bene, con grande stupore ho letto su Libero l'intervista che il direttore Belpietro , che quando scrive certo non è né un amico di Befera né tanto meno del Premier in carica, ha fatto (su Canale 5)  al Direttore dell'Agenzia delle Entrate, seguendo , sia pure in modo meno ossequioso, l' andazzo del "Non disturbatore".
Alla fine della giostra, Befera ha pure fatto la sua bella figura dicendo:
1) si è vero, il Blitz di Cortina aveva una valenza propagandistica. Certi rilevamenti sono fattibili tranquillamente dai terminali, ma restano una cosa tra Fisco ed Evasore. Invece l'obiettivo è incutere un "sano timore", in modo che i cittadini spontaneamente facciano dichiarazioni corrette. Questo è l'obiettivo, non essendo ovviamente immaginabile procedere costantemente a milioni di controlli giornalieri. Queste dichiarazioni sono opinabili, ma Belpietro non ha mosso alcuna obiezione. E allora se non altro hanno il pregio di essere SINCERE.  L'atteggiamento conforme alla leggi si può ottenere in due modi : reprimendo e inquisendo a tappeto oppure cercando  un consenso più generalmente diffuso. Il nostro Stato ha scelto la prima strada e Befera lo dice apertamente.
2) Spiegato in maniera chiara che non ci sono stati errori a Cortina, che la volontà precisa era proprio quella di "dare un esempio e un segnale forte", Befera parla anche del volto umano dell'Agenzia. Quella che contesta un'evasione di un miliardo e trecento milioni per poi arrivare ad un accertamento di trecento, che sono sempre tanti ma meno di un quarto (il caso gli veniva ricordato da Belpietro). Befera spiega pacato che è "normale". L'Agenzia contesta ma mica ancora pretende. Il contribuente ha modo e tempo di spiegare, documentare, eccepire e si può , collaborando, arrivare a correggere eventuali errori....Anche qui....l'obiezione che viene spontanea è che uno che riceve una contestazione di 1.300.000.000 di euro, facilmente ha fior di avvocati e commercialisti in grado di  far presente al Fisco gli errori commessi.  Persone normali sono più in difficoltà, specie se, come dice lo stesso Befera, a volte il problema nasce da "INTERPRETAZIONI GIURIDICHE DIVERSE" da dare alle norme!!!  Che è ammettere che la materia normativa in campo fiscale è un vero caos (chiedete a qualunque commercialista ed esperto in materia), con un florilegio di leggi, circolari, testi unici da far impazzire chiunque....Questo aiuta i grandi evasori, in grado di stipendiare fior di professionisti,mentre favorisce il fisco contro le persone normali. Era così difficile osservarlo  Direttore Belpietro?
3) Parlando di Equitalia, fossi stato in Belpietro avrei ricordato la lettera che Befera aveva mandato la scorsa primavera ai suoi dipendenti per sollecitarli ad un atteggiamento di DISPONIBILITA', ASCOLTO E COMPRENSIONE dei problemi dei cittadini contribuenti e come si conciliava questo messaggio con la caccia all'uomo intrapresa negli ultimi mesi , dove sono tutti evasori, sia quelli che sbagliano per cattiva interpretazione delle norme (confuse), sia quelli che NON ce la fanno a pagare, sia gli altri (che divideremmo ancora tra coloro che non sono disposti a pagare a livelli così ALTI rispetto a coloro che tanto non pagherebbero MAI).  Non è una distinzione da poco. Se i FURBI si possono muovere nel mare GRANDE dei vessati, avranno buon gioco a "confondersi", a mimetizzarsi, a potersi avvantaggiare del fatto che comunque milioni di controlli non sono semplici da effettuare. Se INVECE si cambia marcia e volto al Fisco, lo si riporta a livelli UMANI, sia per atteggiamenti che per livello della tassazione , allora i furbi e gli arroganti avranno molta meno acqua in cui nuotare e sarà anche più facile, su numeri più bassi , controllarli.
4) Parlando degli errori di Equitalia ( ma del Fisco tutto ovviamente) Befera se ne esce con una cosa che è falsa ma che Belpietro non gli contesta. Su milioni di cartelle gli errori sono qualche migliaio. Sempre tanti, ma su un numero così grande , in fondo un piccolo male, che va superato ma sul quale non bisogna fare propaganda (qui no!). Ora, il contenzioso tributario conta quasi mezzo milione di ricorsi, non poche migliaia, e la percentuale di accoglimento degli stessi , laddove cioè viene data ragione al contribuente, è il 40% dei casi !!!!! Questo si Direttore Befera è un numero di cui deve dare conto !!!! Ma il Direttore Belpietro questa contestazione non gliela fa e Attilio nostro ha buon gioco nel non dover rispondere.
Alla fine dell'intervista non sappiamo cosa Befera pensi di:
A) Il livello di tassazione raggiunto nel nostro paese: 45% di media. Punte del 60%
B) Il fatto che gli italiani lavorino per 6 mesi l'anno (19 giugno il tax free day) per lo Stato
C) La crescita bloccata anche e soprattutto dal COSTO del Lavoro, causato  principalmente dalla pressione fiscale 
D) Come potrebbe mai la pressione fiscale diminuire per il SOLO effetto del recupero dell'evasione, da lui quantificata in 120 miliardi nel 2010, quando, nello stesso anno, le uscite dello stato sono state quantificate in 750 miliardi e le entrate in 400. Anche recuperata TUTTA l'evasione (a parte l'impoverimento di tanti settori medio-piccoli) , nella migliore delle ipotesi mancherebbero all'appello sempre 230 miliardi . Quindi, come si potrebbero mai abbassare le tasse?
E) Se fa bene al paese questa caccia alle streghe, la violenza che può derivare dal confronto tra dipendenti (costretti a pagare le tasse) e autonomi e imprenditori ( che rimproverano lo spreco del denaro pubblico, stipendi e previdenza regalata in primis).
F) Se veramente il problema del debito pubblico è costituito dall'evasione e non dagli sprechi, l'assistenzialismo, la corruzione, il welfare smisurato e fuori portata per un paese che non cresce.
G) Se per lui, come padre e cittadino, è più importante che il nostro paese cresca grazie alla ripresa delle imprese e dell'occupazione, che attraverso il salasso fiscale.
Peccato Direttore Belpietro. occasione sprecata.

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