sabato 25 febbraio 2012

UNA SENTENZA INUTILE. MA SI SAPEVA GIA'. EPPURE LA VOLEVANO A TUTTI I COSTI, MA DI CONDANNA!

Berlusconi a margine di un'udienza del processo (Fotogramma)
PROCESSO MILLS, BERLUSCONI NE ESCE CON UNA NUOVA SENTENZA CHE DICHAIRA IL REATO PRESCRITTO.
Il nostro commento lo abbiamo postato, chi vuole può leggerlo qui: http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2012/02/anche-il-processo-mills-finisce-nel.html.

Di seguito invece riportiamo la notizia di cronaca ripresa dal Corriere .it

Dopo 5 anni di dibattimento, Silvio Berlusconi, accusato di corruzione in atti giudiziari, è stato prosciolto dai giudici della decima sezione penale del tribunale di Milano, confermando le attese della vigilia. Prosciolto per prescrizione dall'accusa di avere corrotto il testimone David Mills. Questo significa che i giudici non hanno ravvisato le condizioni per assolvere l'imputato perché, in quel caso, avrebbero dovuto farlo con la formula più favorevole. Il pubblico ministero aveva chiesto 5 anni di reclusione. «Inutile commentare...», è stata l'unica riposta data ai giornalisti dal pm Fabio De Pasquale dopo la lettura in aula del verdetto.
L'AUSPICIO DELLA DIFESA - Accolta la richiesta degli avvocati, Niccolò Ghedini e Piero Longo, di assolvere l'ex premier «perché il fatto non sussiste». «Non ci sono prove, agite senza timore», hanno affermato rivolgendosi ai giudici (Francesca Vitale, Antonella Lai e Caterina Interlandi) prima di riunirsi in camera di consiglio. «Noi abbiamo l'auspicio di avere una assoluzione piena, perché crediamo che il presidente Berlusconi se la meriti», ha risposto Ghedini ai cronisti che gli chiedevano se ricorreranno contro la sentenza che ha dichiarato la prescrizione. «Impugno tutta la vita una sentenza così», ha detto Longo e ha aggiunto: «Una prescrizione a Milano per il presidente Berlusconi è un successo, perché gli avversari politici diranno che è uno scandalo». «Berlusconi? L'abbiamo informato, lui ha preso atto della sentenza, non ha detto nulla e gli parleremo dopo», ha aggiunto Ghedini. L'ex premier si trovava a Villa Certosa in Sardegna. Rientrato a Milano, ha espresso, parlando con i suoi, «soddisfazione» per il fatto che non sia passato il «monstrum» giuridico che avrebbe bloccato la prescrizione. Ma anche «rammarico» per il fatto che non ci sia stata l'assoluzione che tanto «auspicava».
IN APPELLO - Con ogni probabilità la Procura di Milano ricorrerà in appello contro la sentenza che ha dichiarato il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione nei confronti di Silvio Berlusconi per il caso Mills. Ma, visti i 90 giorni indicati dai giudici per il deposito della motivazione e la data della prescrizione che, secondo il pm, sarebbe tra il 3 maggio e metà luglio, appare come minimo improbabile che si riesca a celebrare un giudizio di secondo grado.
LA PRESSIONE POLITICA - Sul processo Mills «hanno pesato la pressione politica e quella della stampa». A dirlo sono i legali di Silvio Berlusconi. «È certo che il processo ha sentito la pressione politica - ha commentato Longo - una pressione ribadita anche dal pm con le sue piccole intemperanze di natura processuale». Al legale non sono piaciute «le pseudo argomentazioni utilizzate dal pm nel processo». Ghedini ha spiegato che Berlusconi non è «venuto in aula né a farsi interrogare né a rilasciare dichiarazioni spontanee» perché era inutile la sua presenza davanti al tribunale che ci ha impedito la difesa».
LA MEMORIA DIFENSIVA - «Voglio ricordare che l'attuale capo di imputazione costituisce un radicale e profondo rimaneggiamento costruito ad arte dal pubblico ministero». È quanto scrive l'ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nella sua memoria difensiva, pubblicata da Il Giornale, in merito al caso Mills in cui è imputato per corruzione in atti giudiziari. «Se un tribunale non vuole ascoltare i testimoni della difesa e ammette solo quelli dell'accusa, è ovviamente impossibile pervenire a una sentenza giusta», continua. «Ritengo di avere il diritto di aspettarmi da questo Collegio non una sentenza di prescrizione, ma invece una sentenza di piena assoluzione per non avere commesso il fatto», conclude.
L'UDIENZA DEL 15 FEBBRAIO - Secondo la memoria depositata dal pm Fabio De Pasquale, era impossibile sottoporre a indagine l'avvocato inglese David Mills già nel 1995, come sostiene la difesa di Berlusconi, perché solo a distanza di anni si scoprì che il legale inglese creatore del sistema offshore utilizzato dalla Fininvest aveva falsificato documenti a favore del gruppo. La tesi dei legali dell'ex premier è, invece, che se Mills fosse stato indagato nel 1995 e sentito in tale veste, poi non sarebbe stato possibile accusarlo di falsa testimonianza e corruzione in atti giudiziari. Nell'udienza del 15 febbraio scorso il pm ha chiesto una condanna di cinque anni per Berlusconi. Inoltre, la presidenza del Consiglio dei ministri ha chiesto che Berlusconi risarcisca 250mila euro perché il reato di corruzione in atti giudiziari già riconosciuto dalla Cassazione in questa vicenda è lesivo dell'immagine della pubblica amministrazione e della presidenza del consiglio.
IL COMUNICATO DI BERLUSCONI- «Si tratta» ha scritto l'ex capo del governo in un comunicato «di uno dei tanti processi che si sono inventati a mio riguardo. In totale più di cento procedimenti, più di novecento magistrati che si sono occupati di me e del mio gruppo, 588 visite della polizia giudiziaria e della guardia di finanza, 2600 udienze in quattordici anni, più di 400 milioni di euro per le parcelle di avvocati e consulenti. Dei record davvero impressionanti, di assoluto livello non mondiale ma universale, dei record di tutto il sistema solare». Nella nota Berlusconi fornisce la sua versione su una serie di aspetti del processo, a cominciare dalla questione della prescrizione: «Già tre anni fa il processo sarebbe caduto in prescrizione, se nel febbraio 2008 la Procura di Milano non si fosse inventata la stupefacente tesi che il reato di presunta corruzione non si perfeziona nel momento in cui il corrotto riceve i soldi dal corruttore, ma nel momento in cui comincia a spenderli! Cioè due anni dopo, proprio in tempo per far scattare in avanti i termini della prescrizione».
MILLS: «UNA CONDANNA SAREBBE STATA SCORRETTA» - «Sono molto contento. Una condanna sarebbe stata scorretta. Ma soprattutto l'importante è che dopo 16 anni sia finito tutto». David Mills ha commentato la sentenza a Radio 24. «La prescrizione non è il miglior risultato, ma è molto meglio di una condanna». In un'intervista telefonica, Mills parla anche della diversa sorte giudiziaria per lui e per l'ex premier. «Io ho sempre ritenuto ingiusta anche la mia condanna, avrei preferito un'assoluzione sia per me che per Berlusconi, perché i documenti sono unanimi. Ma la prescrizione è una via di mezzo». In Gran Bretagna, però, non esiste che un reato si estingua, no? «Vero, ma l'Italia è un Paese cattolico. O forse era. E quindi crede nel perdono. Ci sono tanti difetti nel sistema legale italiano, ma la prescrizione è un aspetto positivo». Quanto alla storia del processo all' ex premier, Mills dice che «è stato sacrificato. Perché lui è assolutamente innocente. Il suo coinvolgimento è stato causato da un mio errore, e ho già più volte offerto le mie scuse».

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