giovedì 15 marzo 2012

FORNERO..LA NOSTRA IRON LADY? MMMM.......

 
Sempre sul tema del giorno, visto che dovremmo essere al rush finale, della riforma del mercato del lavoro, trovo su FB un bell'articolo tratto dal quotidiano on line "IL LEGNO STORTO" (titolo ripreso da una frase ahimè profondamente vera di quello che è considerato il più grande filosofo dell'età moderna , Imanuel KANT : "da un legno storto com'è quello di cui è fatto l'uomo, non si potrà mai ricavare qualcosa di perfettamente dritto" ) , autore GIANNI PARDO.
L'ho trovato acuto, molto, e anche accattivante. Condivido la sua speranza ma temo che alla fine si verificherà invece il suo timore finale: la prudenza del Premier farà partorire un timido topolino.
E molti staranno lì a dire che il meglio è nemico del bene...(della serie, meglio poco che niente...) , ma non avranno ragione. Perché se non si approfitta di questa congiuntura straordinaria, in cui i partiti sono timorosi e prudenti, la crisi e l'europa giustificano misure eccezionali, non ci saranno tempo altre occasioni, e ci limiteremo a fare quello che abbiamo fatto in questi ultimi dieci - quindici anni: stare fermi e sperare che "io me la cavo"...
Buona Lettura

Seguiamo da settimane, anzi da mesi, la discussione fra il governo – nella persona della ministra Elsa Fornero – e i sindacati. “Seguire” è tuttavia un verbo eccessivo. Indica un’attenzione costante o, quanto meno, la buona volontà di leggere tutto quanto viene pubblicato in materia. Invece l’osservatore disincantato legge solo i titoli perché vede la discussione con i sindacati come la pubblicità dei rimedi contro la calvizie: si vantano mirabolanti risultati sin dai primi tempi dellaDomenica del Corriere e tuttavia, a parte i “trapiantati”, ci sono ancora i calvi. E non solo fra coloro che non si possono permettere di spendere molto, ma anche fra i ricchi e famosi. 
Ciò non significa che la calvizie sia invincibile o che non si troverà mai un rimedio contro di essa. E nello stesso modo non è sicuro che i sindacati l’avranno sempre vinta: ma l’atteggiamento scettico è l’unico dettato dall’esperienza.
Dunque chiunque legga solo i titoli non ha il dovere di chiedere scusa: se qualcosa deve spiegare è perché non salti anche quelli. E forse può spiegarlo facendo rilevare che oggi siamo in una situazione diversa dalle precedenti: chissà, potrebbe magari esserci qualche novità. I ministri non hanno la viva speranza di ogni politico, cioè non contano di essere ancora ministri dopo il 2013; forse non contano neppure di entrare in un partito e di continuare a fare politica. Potrebbero dunque avere la tentazione di “fare la cosa giusta” perché il massimo prezzo da pagare – e cioè la scomparsa dalla scena politica – lo hanno già messo in conto. In secondo luogo, quando si tratta di dimostrare che intende “fare la cosa giusta”, il ministro “tecnico” dispone di una possente giustificazione: è quella l’opinione dell’Europa e dei mercati. Dunque può dire a tutti, a muso duro: “Da un lato non potete farmi niente, perché niente io voglio da voi; dall’altro che il governo abbia ragione non lo dico io, lo dicono delle autorità più in alto di me e di voi”
E, si sa, andare contro l’Europa non è politically correct.
Potenti motivi per sperare, dunque. E tuttavia l’uomo di buon senso non ci riesce. Da noi la demagogia parte sempre vincente. Mentre in Svizzera due cittadini su tre votano per non avere due settimane in più di ferie l’anno, in Italia abbiamo visto troppe volte prevalere la fazione che sostiene la tesi sbagliata. In un Paese allevato a credere all’utopismo sfasciatutto del Partito Comunista, se si facesse un referendum per scegliere se avere tutti una bottiglia di vino in regalo o la Luna nel pozzo, la Luna nel pozzo vincerebbe con largo margine.
Stavolta i sindacati sono più prudenti del solito perché la signora Fornero è forse capace di commuoversi sui cittadini che devono fare sacrifici, ma sembra meno incline alle lacrime quando si tratta dei privilegi degli iper-protetti. Lei non dimentica quei milioni di lavoratori senza padre né madre di cui si disinteressano i tribuni della plebe. Non sarà una Iron Lady, ma non è neppure detto che si riveli una Rubber Lady (una signora di gomma). 
La verità è che chiunque deve stare attento, quando affronta una donna di potere. La signora Fornero sa che se un uomo cede è accomodante, se una donna cede, si sa, è una donna. Per questo una signora importante è un avversario più temibile del previsto: ne seppero qualcosa gli argentini, quando sottovalutarono Margaret Thatcher. O coloro che osarono sfidare Golda Meir. Gli uomini hanno troppo a lungo disprezzato le donne perché esse non siano pronte a far loro rimangiare la loro arroganza. 
È vero, la Fornero ha di fronte un’altra donna, Susanna Camusso: ma costei è costretta a ripercorre sentieri talmente vecchi e frequentati che non vi cresce l’erba. Ciò che ripete è una canzone troppe volte sentita. Forse il suo coraggio di donna si rivelerebbe veramente se riuscisse ad andare contro i pregiudizi della sua base.
Non si riesce ad evitare di riporre qualche speranza in questa ministra del lavoro, ma rimane da vedere se il governo la sosterrà fino in fondo; se l’Italia non sarà messa a ferro e fuoco dalla base delirante della sinistra; se non ci sarà una tale serie di scioperi da mettere in pericolo la fragile stabilità economica dell’Italia; se infine Mario Monti, che non è una donna, non riterrà dopo tutto che, come si è rinviata la “seconda fase” per tre mesi, la si può rinviare per redici. E all’art.18 e al rilancio economico dell’Italia che ci pensi qualcun altro. Forse San Gennaro.
 

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