A volte io e Revange non siamo stati d'accordo su qualche tema ma questo pezzo lo sottoscrivo riga per riga.
Buona Lettura
IL PAPA A CUBA HA INCONTRATO UN “SIMPATICO” VECCHIETTO: FIDEL CASTRO. ALMENO SECONDO L’OSSERVATORE ROMANO
Mentre il popolo cubano, in attesa della visita del Papa, stava vivendo giornate di terrore, di repressione, di minacce, di arresti, di linee telefoniche tagliate, l’Osservatore Romano ha scelto di ignorarlo, preferendo raccontarci il commovente incontro del Papa con un “simpatico vecchietto” di nome Fidel. Poco importa che per decenni sia stato un tiranno e che abbia ospitato nelle sue non proprio comode carceri le voci del dissenso. E interessa ancor meno che abbia delegato suo fratello Raul a continuare con i medesimi metodi repressivi.
L’Osservatore Romano ha preferito ignorare che in questi giorni molte Damas de Blanco - mogli, madri e figlie di prigionieri di coscienza - sono state arrestate. E non erano pericolose terroriste, ma solo donne che avrebbero voluto l’intercessione del Santo Padre per la liberazione dei propri congiunti. E non ha speso una parola in difesa di quelle persone che si erano rifugiate nelle Chiese cubane nel tentativo disperato di poter parlare col Papa e che sembra, almeno in un caso, siano state invece consegnate alla Polizia cubana dallo stesso clero.
Volevano soltanto che il mondo sapesse che a Cuba i diritti umani sono un optional e da cattolici riponevano grandi attese nella visita del Papa.
Per essere un “osservatore”, il quotidiano dovrebbe fare una scelta: visita oculistica oppure cambiare denominazione.
E mentre a Cuba accadeva tutto questo, qualcuno tentava di convincerci che l’isla verde avrebbe un solo vero problema: l’embargo. Un po’ come dire, parafrasando Benigni, che in Sicilia hanno solo il problema della siccità. Come se la scelta castrista di avere il “partito unico” e di non consentire la benché minima libertà di espressione che sia contraria ai principi del comunismo, sia colpa dell’embargo.
E intanto Radio Cuba, anzi no, Radio2, ci raccontava il commovente incontro Papa-Fidel.
E’ un bene che Radio2 non si ascolti a Cuba. Pensavo all’indignazione dei cubani arrestati e vittime di soprusi, se avessero udito per sbaglio l’intervista rilasciata il 29 marzo dal Direttore dell’Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian, alla trasmissione Start.
Vian ha descritto un uomo anziano provato dagli anni e dalla malattia. Un nonnetto insomma, tipo quelli delle sit-com, che fanno tanta tenerezza. Ma gli acciacchi chi non ce l’ha? Anche Pinochet non è che si sentisse tanto bene negli ultimi tempi. Ma non ricordo che l’Osservatore fosse indulgente con lui in virtù delle sue condizioni di salute e neppure che fosse interessato al suo percorso spirituale Anche i peggiori dittatori si ammalano e poi muoiono, lo sa Direttore? E questo non li rende più umani, né li assolve dai crimini commessi.
Vian ci ha poi spiegato come la malattia abbia costretto Fidel ad una transizione non facilissima. Egr. Direttore, guardi che Fidel non ha dovuto cedere il potere a chissà quale forza nemica: ha solo passato lo scettro al fratello Raul, mica ad Obama. Si tranquillizzi: è rimasto tutto in famiglia. E il fido Raul governa nel segno della continuità, senza strappi, tant’è che ha prontamente dichiarato che “il principio del partito unico non si tocca”. In definitiva, un altro democratico come Fidel. E intanto si sta preparando Mariela, figlia di Raul, come in tutte le democrazie: di fratello in fratello, di padre in figlio. Tolto un Castro, ne arriva subito un altro, nuovo - si fa per dire - di zecca.
Per essere un “osservatore”, il quotidiano dovrebbe fare una scelta: visita oculistica oppure cambiare denominazione.
E mentre a Cuba accadeva tutto questo, qualcuno tentava di convincerci che l’isla verde avrebbe un solo vero problema: l’embargo. Un po’ come dire, parafrasando Benigni, che in Sicilia hanno solo il problema della siccità. Come se la scelta castrista di avere il “partito unico” e di non consentire la benché minima libertà di espressione che sia contraria ai principi del comunismo, sia colpa dell’embargo.
E intanto Radio Cuba, anzi no, Radio2, ci raccontava il commovente incontro Papa-Fidel.
E’ un bene che Radio2 non si ascolti a Cuba. Pensavo all’indignazione dei cubani arrestati e vittime di soprusi, se avessero udito per sbaglio l’intervista rilasciata il 29 marzo dal Direttore dell’Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian, alla trasmissione Start.
Vian ha descritto un uomo anziano provato dagli anni e dalla malattia. Un nonnetto insomma, tipo quelli delle sit-com, che fanno tanta tenerezza. Ma gli acciacchi chi non ce l’ha? Anche Pinochet non è che si sentisse tanto bene negli ultimi tempi. Ma non ricordo che l’Osservatore fosse indulgente con lui in virtù delle sue condizioni di salute e neppure che fosse interessato al suo percorso spirituale Anche i peggiori dittatori si ammalano e poi muoiono, lo sa Direttore? E questo non li rende più umani, né li assolve dai crimini commessi.
Vian ci ha poi spiegato come la malattia abbia costretto Fidel ad una transizione non facilissima. Egr. Direttore, guardi che Fidel non ha dovuto cedere il potere a chissà quale forza nemica: ha solo passato lo scettro al fratello Raul, mica ad Obama. Si tranquillizzi: è rimasto tutto in famiglia. E il fido Raul governa nel segno della continuità, senza strappi, tant’è che ha prontamente dichiarato che “il principio del partito unico non si tocca”. In definitiva, un altro democratico come Fidel. E intanto si sta preparando Mariela, figlia di Raul, come in tutte le democrazie: di fratello in fratello, di padre in figlio. Tolto un Castro, ne arriva subito un altro, nuovo - si fa per dire - di zecca.
Ma l’elegia della redenzione di Fidel continua attraverso le parole del direttore dell’Osservatore Romano, che lo ha descritto come un uomo desideroso di conoscere, che ha cercato e voluto insistentemente questo colloquio con il Pontefice, il quale è stato ben lieto di combinare. Anche i dissidenti avrebbero tanto desiderato un incontro, ma di certo non vantavano le stesse credenziali di Fidel. Niente vittime di cui vantarsi sul loro curriculum e nemmeno violente repressioni del dissenso.
Sul percorso religioso del leader cubano, Vian ha sottolineato che è improprio parlare di conversione, perché Castro ha avuto una educazione cattolica. Non vorrei sbagliarmi, ma a me non sembra che Fidel abbia dato grandi dimostrazioni di questa sua educazione cattolica. Oppure mi è sfuggita qualche parte del Vangelo che consente di condannare a 36 anni di carcere per reati di opinione, come nel caso di Orlando Zapata Tamayo, morto per sciopero della fame?
E mentre mi risuonano ancora nelle orecchie le commoventi parole di Vian che ci raccontano di un Fidel che sembrava non voler lasciare il Papa, mi torna in mente l’Innominato di manzoniana memoria, che non somiglia affatto a Fidel. La vera redenzione passa attraverso l’eliminazione delle conseguenze dannose delle proprie azioni, quando è possibile. E non mi sembra che sia stato un gran segno quello offerto dal regime castrista in questi giorni, con l’inasprimento della repressione.
Il direttore dell’Osservatore Romano non ha poi risparmiato un velato attacco ai blog, affermando che se su un blog viene lanciata una notizia poco importa se sia vera o meno, si diffonde ugualmente. Ed ha parlato di come l’informazione sia drogata.
Caro Direttore, c’è qualcosa di peggio dell’informazione drogata dei blog, mi creda. Ed è l’informazione di fonte autorevole ed accreditata che tenta di dare un volto umano ad un dittatore. Non se la prenda: questo è solo un blog.
Sul percorso religioso del leader cubano, Vian ha sottolineato che è improprio parlare di conversione, perché Castro ha avuto una educazione cattolica. Non vorrei sbagliarmi, ma a me non sembra che Fidel abbia dato grandi dimostrazioni di questa sua educazione cattolica. Oppure mi è sfuggita qualche parte del Vangelo che consente di condannare a 36 anni di carcere per reati di opinione, come nel caso di Orlando Zapata Tamayo, morto per sciopero della fame?
E mentre mi risuonano ancora nelle orecchie le commoventi parole di Vian che ci raccontano di un Fidel che sembrava non voler lasciare il Papa, mi torna in mente l’Innominato di manzoniana memoria, che non somiglia affatto a Fidel. La vera redenzione passa attraverso l’eliminazione delle conseguenze dannose delle proprie azioni, quando è possibile. E non mi sembra che sia stato un gran segno quello offerto dal regime castrista in questi giorni, con l’inasprimento della repressione.
Il direttore dell’Osservatore Romano non ha poi risparmiato un velato attacco ai blog, affermando che se su un blog viene lanciata una notizia poco importa se sia vera o meno, si diffonde ugualmente. Ed ha parlato di come l’informazione sia drogata.
Caro Direttore, c’è qualcosa di peggio dell’informazione drogata dei blog, mi creda. Ed è l’informazione di fonte autorevole ed accreditata che tenta di dare un volto umano ad un dittatore. Non se la prenda: questo è solo un blog.
A chi volesse conoscere la vera Cuba, consiglio di seguire la più nota blogger cubana, Yoani Sanchez http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/generaciony/hrubrica.asp?ID_blog=272 tradotta da Gordiano Lupi, vero esperto in materia, che potete leggere qui http://gordianol.blogspot.it/. Grazie ad entrambi.
REVENGE
GRazie!
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