Però questa confessata visceralità non mi ottenebra il cervello e non mi impedisce di avere dialogo e amicizia anche con gli esponenti dei gruppi citati. Basta conservare SEMPRE educazione e un minimo (quello sindacale basta) di onestà intellettuale.
In realtà, per superare ogni barriera partigiana basterebbero due qualità purtroppo rare: autocritica e autoironia.
Queste due doti sono però presenti in quantità sorprendente e grandemente apprezzata in due tifosissimi giallorossi che su FB hanno creato il profilo KANSAS CITY 1927, dove l'anno richiama con evidenza l'anno di fondazione della AS Roma. I due giovanotti, anonimi, si sono "Inventati" una pagina vernacolare dove, in stretto romanesco, commentato le vicende della Roma, e lo fanno con una acutezza mista a comicità veramente straordinarie.
Sono BRAVISSIMI.
Forse un po' lunghetti...ma assolutamente bravi. Tanto è vero che in una stagione hanno collezionato quasi 18.000 affezionati lettori alla loro pagina , senza contare tutti gli altri che occasionalmente ci capitano.
Detto della loro bravura, credo che siano stati anche fortunati nell'iniziare la loro "mission" sotto l'egida di LUIGI ENRICO, come chiamano l'allenatore romanista, e del suo fantomatico "PROGETTO".
In effetti una stagione così schizofrenica, con un mister che, alla Mourinho (ma lontano dalla stessa efficacia...) si ingegna a trovare a ogni partita soluzioni e formazioni cervellotiche per stupire il mondo, ben si presta al sarcasmo e alla satira.
E così i nostri talentuosi emuli di Belli e Pascarella hanno avuto assist su assist per costruire la loro meritata fama sul socialnetwork.
Sadicamente, propongo il loro pezzo sull'ultimo disastro asturiano, il 4-0 rimediato allo Juventus Stadium che, alla vigilia, la Roma sarebbe stata - unica nel campionato fin qui giocato - in grado di espugnare.
Per i non romani ci sarà qualche piccola difficoltà, ma non più di quella richiesta dal siciliano del commissario Montalbano....
Che se è vero che chi gioca gioca e che noi tifamo solo la maja e che l'Itaglia è un paese co 56mioni d'allenatori e tutte quelle cose lì, è vero pure che sta maja na quarche logica nei criteri co cui se decide de vorta in vorta a chi falla indossà andrebbe pure seguito. Ce sia chiaro che pensamo ciò in totale controfase co quanto accaduto a Genova, tana de Preziosi carichi de valori in valigia pe acconcià partite, perché qua non è un problema de meritasse o meno la maja sssorica (che de pippe ne avemo avute e ne avremo ancora tante e mpo jamo voluto e je vorremo pure bene), ma de capì quali siano le logiche che a sta maja fanno arivà. Insomma, mai come quest'anno l'irrazionale pare essese impossessato de noi, e non appena pensamo a torto d'avé debellato l'imponderabile, quello riciccia asturianamente fori, verso nuove e cocenti forme de progettuale masochismo.
Nela stagione in cui l'unico risurtato concreto fin qui raggiunto dar progetto è quello de facce crede che ce sia davero un progetto, convincese che saremmo stati noi a espugnà Torino era impresa da arditi visionari indefessamente romantici, pertanto ala nostra portata.
E però, lette le formazioni, convincese che ce se possa riuscì schierando na difesa fatta de Rosiardo, Chiaia, Capitan Stopper e @Joseangel comincia a diventà roba da seguaci der Mago Oterma. Se poi a protezione de cotal gruvierabile diga viene scongelato zio Perotta, uno che er tifoso medio ha già da tempo relegato nei racconti a figli e nipoti come colui che, a differenza dele quasi coeve figurine de Loris Boni, Mimmo Maggiora e Romeo Benetti, ebbe er culo de sta ar posto giusto ner momento giusto diventando campione der monnonfame, pure er Mago Oterma diventa un moderato pronto pe Casini.
E però, mentre snocciolamo formazioni alternative e madonne come se le madonne fossero in panca, Conte bacia er santino in saccoccia, e noi, armeno noi che stamo a casa e vedemo la rappresentazione dell'Omojuventricoticum, nce vedemo più. Vaffanculo, se gioca co questi, chi c'è c'è, daje progetto, daje scucchiò, daje regà, sfonnamoli, espugnamoli come fossimo la Roma primavera, complicamoje lo scudo, per tutti i gò de Turone, per tutte le sigarette de Zeman, per tutti i Moggi e le triadi impunite, per tutte le farmacie, per un mondo più giusto, equo e solidale, scatenate l'inferno!
Ma l'inferno è già lì, tutt'intorno a noi che semo finiti ner girone dei progettisti superbi, fantasiosi e recidivi, dove la pena immediata, rapida e dolorosa ha le fattezze de forigioco sbajato e shampoo cileno. Quando Vidar incrocia e segna, i peggiori presagi, quelli de 56mioni de allenatori, arrivano in anticipo sulle più pessimistiche previsioni. Noi stamo lì che ancora sistemamo er volume der televisore, e Arcapitano je tocca già decide quale faccia mostrà ar monnonfame che ne scruterà pe 90 minuti i rodimenti de culo. Ner mentre i rosafucsia corono e schiumano e zompano e irrompono senza pietà sulle nostre ben salde incertezze, Capitan Stopper invecchia 20 anni in 7 minuti passati invano a cercà un esperanto in grado di mettere in riga i tre compagni di reparto non suo, e l'Into Illimano vaporoso fa doppietta e chiude la partita quando ancora non è cominciata.
L'incubo peggiore è già un ricordo gradevole. Dopo 7 minuti stamo sotto de du gò, e i 7 minuti successivi non vanno tanto mejo. La palla non la piamo mai, mentre loro se la sparano in faccia pe stoppalla coi denti nella rappresentazione der più frenetico degli Shaolin soccer. Giggierico stavorta se arza dala panca, dirige e gestisce quel che basta pe fa sì che er poro Franco se ritrovi pe l'ennesima vorta co nomo solo davanti a lui. "Esci Franco", je urlamo tutti mentre Marchisio attraversa Rosi e se dirige verso la palla, ma "esci" proprio ner senso de rifiutate Franco, non è giusto, poni fine a sto bullismo nei tuoi confronti, che tu sei no stimato professionista che ha fatto dell'handicap virtù, e quando te dicono "esci" è giusto che fai capì che da st'orecchio nce voi sentì più, cazzo!
Ma questa è gente che per un mondo migliore ha liberalizzato le droghe, gente che per un mondo migliore va incontro ar nemico, ar pericolo e ar destino, senza sapé che se voi un mondo migliore, non è contro la Juventus che lo troverai mai. Marchisio stoppa la palla peggio der primo Ciccio Graziani, scavarca er piede de Franco, ce intruppa e casca laddove pe avé un rigore basta notoriamente morto meno. E siccome le cronache dell'anno dicheno chiaramente che due difensori dela Roma sula linea de porta non bastano pe fa pensà che l'occasione da gò non sia "chiara", è pure espursione. "Fallo da urtimo omo su chiara occasione da gò": la prima e unica frase de itagliano imparata da Franco quest'anno, na mannaia su na stagione intera, na regola tarmente stronza de suo da diventà serial killer se pe appalesasse sceje due derby e la Juve (e la Fiorentina e nse ricordamo più chi altri)."Esci Franco", je dice Bergonzi. "Esci Caciara, entra Curci" dice Erico, "avete finito?" dice Pirlo disorientato quel che basta pe fasse parà er rigore da Curci quer che basta pe segnà sula respinta e facce rosicà quer che basta pe facce rimané sempre mpo peggio pure sule aspettative peggiori.Mezz'ora, stamo sotto de 3 gò e de nomo.
E poi c'è la postilla pe gli emuli Dercapitano. Caro lict, carissimo stai, carerrimo ner: a fa gli stronzi co stile tocca esse capaci, te sei ferrato sulle basi, ma te manca l'inventiva sulla seconda parte, tanto che, ahinoi, c'hai fatto er gesto che st'anno c'avrebbe potuto fa quasi chiunque, insomma, te ce sai mette coi regazzini. Pertanto pagaje la Siae ar capitano e pe la prossima volta applicate mpo de più. Se poi i regazzini so come Lasòla, pure loro vonno copià Ercapitano ma pe le cose più brutte, che so le più facili da copià, e così salivano e sputeno lo svizzero poco neutro e in generale completano la figura de merda personale e collettiva.
Che dev'esse er fonno, er fonnonfame, pefforza.Pensavamo fosse Lecce, dopo avé pensato fosse Firenze, o Cagliari, o Bergamo o Slovan.E invece se semo sbajati ogni vorta. E invece se semo sbajati nantra vorta.Ce piacerebbe tanto non sbajasse più.
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