martedì 24 aprile 2012

KANSAS CITY 1927: I GIALLOROSSI CHE NON TI ASPETTI

I miei amici conoscono le mie viscerali antipatie: la Roma - club calcistico - , i comunisti - travestiti o autentici -, i giustizialisti, quelli per i quali sei sempre colpevole oltre ogni ragionevole dubbio - spesso vestiti da PM.
Però questa confessata visceralità non mi ottenebra il cervello e non mi impedisce di avere dialogo e amicizia anche con gli esponenti dei gruppi citati. Basta conservare SEMPRE educazione e un minimo (quello sindacale basta) di onestà intellettuale.
In realtà, per superare ogni barriera partigiana basterebbero due qualità purtroppo rare: autocritica e autoironia.
Queste due doti sono però presenti in quantità sorprendente  e grandemente apprezzata in due tifosissimi giallorossi  che  su FB hanno creato il profilo KANSAS CITY 1927, dove l'anno richiama con evidenza l'anno di fondazione della AS Roma. I due giovanotti, anonimi, si sono "Inventati" una pagina vernacolare dove, in stretto romanesco, commentato le vicende della Roma, e lo fanno con una acutezza mista a comicità veramente straordinarie.
Sono BRAVISSIMI.
Forse un po' lunghetti...ma assolutamente bravi. Tanto è vero che in una stagione hanno collezionato quasi 18.000 affezionati lettori alla loro pagina , senza contare tutti gli altri che occasionalmente ci capitano.
Detto della loro bravura, credo che siano stati anche fortunati nell'iniziare la loro "mission" sotto l'egida di LUIGI ENRICO, come chiamano l'allenatore romanista, e del suo fantomatico "PROGETTO".
In effetti una stagione così schizofrenica, con un mister che, alla Mourinho (ma lontano dalla stessa efficacia...) si ingegna a trovare a ogni  partita soluzioni e formazioni cervellotiche per stupire il mondo, ben si presta al sarcasmo e alla satira.
E così i nostri talentuosi emuli di Belli e Pascarella hanno avuto assist su assist per costruire la loro meritata fama sul socialnetwork.
Sadicamente, propongo il loro pezzo sull'ultimo disastro asturiano, il 4-0 rimediato allo Juventus Stadium che, alla vigilia, la Roma sarebbe stata - unica nel campionato fin qui giocato - in grado di espugnare.
Per i non romani ci sarà qualche piccola difficoltà, ma non più di quella richiesta dal siciliano del commissario Montalbano....

Quanno l'omo testimone de ogni scandalo sportivo degli urtimi 20 anni bacia l'immaginetta sacra che tiene in saccoccia, quarcosa ce se risveja dentro. Nela tana der burbo che dopato ricresce, senza fomento non se po scenne, e però, l'urtimo degli infiniti paradossi de stannata ha fatto sì che, pe la prima vorta nela sssoria der tifoso dela maja sssorica e probabirmente nela sssoria de ogni tifoso, er lecito e intangibile fomento de un pregara co chicchessia, ce se sia sgonfiato già all'annuncio dele formazioni. 


Che se è vero che chi gioca gioca e che noi tifamo solo la maja e che l'Itaglia è un paese co 56mioni d'allenatori e tutte quelle cose lì, è vero pure che sta maja na quarche logica nei criteri co cui se decide de vorta in vorta a chi falla indossà andrebbe pure seguito. Ce sia chiaro che pensamo ciò in totale controfase co quanto accaduto a Genova, tana de Preziosi carichi de valori in valigia pe acconcià partite, perché qua non è un problema de meritasse o meno la maja sssorica (che de pippe ne avemo avute e ne avremo ancora tante e mpo jamo voluto e je vorremo pure bene), ma de capì quali siano le logiche che a sta maja fanno arivà. Insomma, mai come quest'anno l'irrazionale pare essese impossessato de noi, e non appena pensamo a torto d'avé debellato l'imponderabile, quello riciccia asturianamente fori, verso nuove e cocenti forme de progettuale masochismo.
Nela stagione in cui l'unico risurtato concreto fin qui raggiunto dar progetto è quello de facce crede che ce sia davero un progetto, convincese che saremmo stati noi a espugnà Torino era impresa da arditi visionari indefessamente romantici, pertanto ala nostra portata.
E però, lette le formazioni, convincese che ce se possa riuscì schierando na difesa fatta de Rosiardo, Chiaia, Capitan Stopper e @Joseangel comincia a diventà roba da seguaci der Mago Oterma. Se poi a protezione de cotal gruvierabile diga viene scongelato zio Perotta, uno che er tifoso medio ha già da tempo relegato nei racconti a figli e nipoti come colui che, a differenza dele quasi coeve figurine de Loris Boni, Mimmo Maggiora e Romeo Benetti, ebbe er culo de sta ar posto giusto ner momento giusto diventando campione der monnonfame, pure er Mago Oterma diventa un moderato pronto pe Casini.
Se poi infine, su sto compromesso sistema de difese immunitarie, ce se va a innestà er virus dela visione Dercapitano in panca, vale a dire, senza scomodà ssoria e ssatistiche, der miore in campo dell'urtima partita giocata, vinta e goduta come praticamente mai st'anno, approccià er match fomentati sì, ma ar contrario, è cosa tanto contro natura quanto de pancia, ma succede, ce se sentimo pure in corpa e non è bello.
E però, mentre snocciolamo formazioni alternative e madonne come se le madonne fossero in panca, Conte bacia er santino in saccoccia, e noi, armeno noi che stamo a casa e vedemo la rappresentazione dell'Omojuventricoticum, nce vedemo più. Vaffanculo, se gioca co questi, chi c'è c'è, daje progetto, daje scucchiò, daje regà, sfonnamoli, espugnamoli come fossimo la Roma primavera, complicamoje lo scudo, per tutti i gò de Turone, per tutte le sigarette de Zeman, per tutti i Moggi e le triadi impunite, per tutte le farmacie, per un mondo più giusto, equo e solidale, scatenate l'inferno!
Ma l'inferno è già lì, tutt'intorno a noi che semo finiti ner girone dei progettisti superbi, fantasiosi e recidivi, dove la pena immediata, rapida e dolorosa ha le fattezze de forigioco sbajato e shampoo cileno. Quando Vidar incrocia e segna, i peggiori presagi, quelli de 56mioni de allenatori, arrivano in anticipo sulle più pessimistiche previsioni. Noi stamo lì che ancora sistemamo er volume der televisore, e Arcapitano je tocca già decide quale faccia mostrà ar monnonfame che ne scruterà pe 90 minuti i rodimenti de culo. Ner mentre i rosafucsia corono e schiumano e zompano e irrompono senza pietà sulle nostre ben salde incertezze, Capitan Stopper invecchia 20 anni in 7 minuti passati invano a cercà un esperanto in grado di mettere in riga i tre compagni di reparto non suo, e l'Into Illimano vaporoso fa doppietta e chiude la partita quando ancora non è cominciata.
L'incubo peggiore è già un ricordo gradevole. Dopo 7 minuti stamo sotto de du gò, e i 7 minuti successivi non vanno tanto mejo. La palla non la piamo mai, mentre loro se la sparano in faccia pe stoppalla coi denti nella rappresentazione der più frenetico degli Shaolin soccer. Giggierico stavorta se arza dala panca, dirige e gestisce quel che basta pe fa sì che er poro Franco se ritrovi pe l'ennesima vorta co nomo solo davanti a lui. "Esci Franco", je urlamo tutti mentre Marchisio attraversa Rosi e se dirige verso la palla, ma "esci" proprio ner senso de rifiutate Franco, non è giusto, poni fine a sto bullismo nei tuoi confronti, che tu sei no stimato professionista che ha fatto dell'handicap virtù, e quando te dicono "esci" è giusto che fai capì che da st'orecchio nce voi sentì più, cazzo!
Ma questa è gente che per un mondo migliore ha liberalizzato le droghe, gente che per un mondo migliore va incontro ar nemico, ar pericolo e ar destino, senza sapé che se voi un mondo migliore, non è contro la Juventus che lo troverai mai. Marchisio stoppa la palla peggio der primo Ciccio Graziani, scavarca er piede de Franco, ce intruppa e casca laddove pe avé un rigore basta notoriamente morto meno. E siccome le cronache dell'anno dicheno chiaramente che due difensori dela Roma sula linea de porta non bastano pe fa pensà che l'occasione da gò non sia "chiara", è pure espursione. "Fallo da urtimo omo su chiara occasione da gò": la prima e unica frase de itagliano imparata da Franco quest'anno, na mannaia su na stagione intera, na regola tarmente stronza de suo da diventà serial killer se pe appalesasse sceje due derby e la Juve (e la Fiorentina e nse ricordamo più chi altri)."Esci Franco", je dice Bergonzi. "Esci Caciara, entra Curci" dice Erico, "avete finito?" dice Pirlo disorientato quel che basta pe fasse parà er rigore da Curci quer che basta pe segnà sula respinta e facce rosicà quer che basta pe facce rimané sempre mpo peggio pure sule aspettative peggiori.Mezz'ora, stamo sotto de 3 gò e de nomo.
Fanne una giusta Bergò, fischia, annamosene a casa, famo che è stato mbrutto sogno da pennica pomeridiana e tra mpo se svejamo e so le cinque e tra mpar d'ore escono le formazioni vere e annamo alo Iuventu Ssadium a giocassela. Ma i sogni son Ciccio Desideri, e a sto giro i desideri se li damo nfronte: ce sta nantra ora de crocifissione da subì, nantri 60 piccoli supplizi che scandiscono il tempo che ormai è andato e non torna più. Ce se trascina la carne martoriata fino a primo tempo sperando che in quei 15 minuti nuragano, no zunami, nteremoto, ndistaccamento dela tettonica a placche giungano a funestà sta porzione de teritorio e impediscano il rientro in campo. Ma non è vero un cazzo.L'Arena sta lì che ce aspetta, impietosa come un Massimo Giletti pronto a intervistà un reduce de guera, co la differenza che nel nostro ipotetico 15-18 noi stamo ancora a 16,5 e prima de potesse proclamà reduci ce sta nantro mezzo conflitto da archivià. Ma poi, conflitto de che. La Guera se fa in due. Quello che ricomincia come se non ce fosse stata pausa alcuna è bullismo, è prepotenza, è abuso, è stalking de gruppo, è come rubaje le caramelle a un ragazzino, ma un ragazzino che dorme chiuso dentro a na teca de cristallo spessa 10 centimetri insonorizzata che pure se je strilli "Te sto a batte le morositas" non te sente e te lascia fa.Enfatti noi li lasciamo fa.E la terna maturata grazie a noi e ar Padre Terno non può che trasformasse presto in una quaterna. A a sto secondo giro ne servono 8 de minuti, perchè nse dica che noi non semo na squadra che impara dall'erori, roba che ar primo tempo a quest'ora navevamo già presi due e mo invece er parziale è immacolato. Ecco, messi in bacheca gli 8 minuti de imbattibilità, sistemati lì tra le percentuali bulgare de possesso palla e gli innovativi accordi commerciali co Topolino, mo siamo pronti pe pianne nantro. Nell'ottica della serata, non stupisce affatto che la cosa più bella dell'azione la faccia lui, l'amaro montenegrino, l'alpha e l'omega delle nostre madonne e dei nostri applausi nel lustro appena trascorso. Il servizio pe Marchisio già ce basta, er gò è un de più inutile, anche perchè dopo l'amaro basta, hai finito, er caffè l'hai ammazzato, che cazzo te infierisci. Aparecido Curci nulla può, e se piega ala par condicio del raccoglimento in fondo ar sacco, due pe Franco e due pe lui che pure evita er quinto diventando con un sol gesto er miore in campo dei nostri.A ogni gò er sadico regista indugia in piani sequenza degni de Tarantino sula panca nostra, sperando de coje na mezza battuta Dercapitano, che però sa, e rimane immobile a osservà la Pulp Fiction che je se para davanti, co le zebre che se fanno Iene che se sbavano der nostro sangue, co noi mannati alo sbaraglio come fii de nessuno, come Bastardi senza gloria alcuna da riportà a casa.Manca ancora ninfinitá, ma le cose da raccontà finiscono qua. Anzi no. C'è ancora da dì de Psyco Erique che, dicheno i bordocampisti, riprende Aquistinho reo de essese inortrato nell'acqua arta dela difesa rosafucsia esponendo l'equipo, così facendo, ar possibile cinquazzero. E poi ce sta er possesso palla che finisce in parità grazie ar fatto che nell'urtimi minuti jelancartamo proprio, giocamo quasi solo noi, facendo melina tra gli olé dei tifosi artrui che ce pigliano giustamente per il culo. E poi c'è la statistica che dice 1 tiro in porta (Gago), 0 occasioni da gò (er tiro era lemme lemme).
E poi c'è la postilla pe gli emuli Dercapitano. Caro lict, carissimo stai, carerrimo ner: a fa gli stronzi co stile tocca esse capaci, te sei ferrato sulle basi, ma te manca l'inventiva sulla seconda parte, tanto che, ahinoi, c'hai fatto er gesto che st'anno c'avrebbe potuto fa quasi chiunque, insomma, te ce sai mette coi regazzini. Pertanto pagaje la Siae ar capitano e pe la prossima volta applicate mpo de più. Se poi i regazzini so come Lasòla, pure loro vonno copià Ercapitano ma pe le cose più brutte, che so le più facili da copià, e così salivano e sputeno lo svizzero poco neutro e in generale completano la figura de merda personale e collettiva.
Che dev'esse er fonno, er fonnonfame, pefforza.Pensavamo fosse Lecce, dopo avé pensato fosse Firenze, o Cagliari, o Bergamo o Slovan.E invece se semo sbajati ogni vorta. E invece se semo sbajati nantra vorta.Ce piacerebbe tanto non sbajasse più.

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