mercoledì 11 aprile 2012

PROVA BALISTICA POSITIVA. I MARO' HANNO UCCISO. CI CREDETE? IO ANCORA NO.

Non è ufficiale, ma organi di stampa indiani, che hanno già dato prova di essere bene informati sullo stato delle indagini (e che gli spifferi ci sono solo da noi!?!?!) in corso nei confronti dei nostri Marò prigionieri ormai da due mesi a Kollum .
Riepiloghiamo brevissimamente la vicenda. Il 15 febbraio, quindi ormai quasi due mesi fa, i militari del reggimento San Marco, imbarcati come difesa anti pirateria sulla petroliera Lexie, sparano su una barca che non obbedisce all'intimazione di non avvicinarsi alla nave italiana. Secondo le autorità indiane quella nave era un semplice peschereccio e i colpi sparati dai due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, avrebbero ucciso due pescatori.
Con un inganno la nave italiano viene convinta a lasciare le acque internazionali in cui si trovava e a fare scalo in un porto indiano. Qui i due militari vengono fatti sbarcare e arrestati con l'accusa di omicidio.
Interviene l'autorità italiana contestando innanzi tutto la giurisdizione indiana sulla vicenda. I fatti, qualunque siano stati, si sono svolti in acque internazionali, da soldati italiani, in missione di difesa di una nave italiana, quindi su territorio italiano. Devono pertanto essere rilasciati e il loro processo deve avvenire in Italia.
Gli Indiani non ci sentono, anche se una pronuncia ufficiale sulla questione giurisdizionale sollevata non è stata ancora presa.
Intanto i due Marò vengono tradotti in prigione, ancorché ricevendo un trattamento particolare : possono indossare la divisa , ricevere quotidianamente visite e mangiare pasti ricevuti da fuori (quindi cucina italiana).
Finora tutto quello che poteva andare storto, ha seguito la nota legge di Murphy, e storto è andato.
La nave ha obbedito all'esortazione indiana di sbarcare a Kollum, e questo nonostante dall'Italia fosse giunta l'indicazione contraria. I soldati non dovevano scendere dalla nave, e invece sono scesi e sono stati fatti prigionieri. La nostra diplomazia pare si sia mossa male , non attivando subito e in modo deciso i canali della UE e degli alleati che potevano realizzare una "moral suasion" efficace (leggi Obama, che pure tante feste pare fare a Monti ogni volta che lo vede).
Si persegue la politica della diplomazia soft, senza gesti più duri, come sollevare la questione avanti agli organi di giustiziai internazionale, e all'ONU, anche perché i marò avrebbero agito secondo dei protocolli approvati di lotta alla pirateria navale che in quei mari affligge parecchi nazioni (ve l'immaginate una nave russa al posto della Lexie ? o che Putin si faceva arrestare due dei suoi soldati? Io francamente no).
Il nostro Presidente della Repubblica, che pure è un esternatore niente male, sulla vicenda ha sempre taciuto, per non sbagliare. Quando ha parlato, è stato per replicare stizzito (la permalosità, con la vecchiaia peggiora, è un fatto noto e comune, quindi comprendiamo il nostro caro Presidente, avviato felicemente verso gli 87 anni!) che se qualcuno avesse avuto qualche consiglio utile da dare sulla vicenda, "loro" - plurale maiestatis d'obbligo - lo avrebbero ben ascoltato, mentre non trovava efficaci le manifestazioni di solidarietà espresse per esempio con le foto dei due soldati e la richiesta della loro pronta liberazione. Che dire? Meno male che ci ha assicurato che nel 2013 non si ricandida per un altro mandato...a 88 anni e per altri sette anni...ve lo immaginate?
Badate, io ho stima per Napolitano, ne ho apprezzato le posizioni socialdemocratiche raggiunte da anziano all'interno del PCI di Berlingiuer. Però non condivido che a 8i anni qualcuno, invece di andare in meritata pensione, diventi capo dello stato. E' una gerontocrazia solo italiana e forse nordcoreana.
Comunque, tornando ai Marò, l'ultima  brutta notizia è che la perizia balistica, che deve essere stata assai accurata se ancora dopo due mesi non se ne sa nulla ufficialmente, sarebbe stata negativa per i nostri. Dal confronto della rigatura dei  bossoli estratti dalle vittime e i proiettili delle armi dei due marò, risulterebbe la compatibilità. Interrogato in proposito un perito esperto e conosciuto, Luigi Di Stefano, ha commentato " La cosa importante è il CALIBRO, non la rigatura, che è secondaria. In passato, sul calibro, le autorità indiane avevano indicato un 7,62. ebbene le armi Nato, e quindi quelle italiane, portano un calibro 5,56."
Resta il fatto che , fucili italiani o no, quei due giovanotti , secondo il diritto internazionale, NON devono stare lì, e non devono essere processati in India.
Non assolti per forza. Ma con un giusto processo. Secondo diritto.
Dice, ma non ti fidi dei Giudici Indiani? Potrei rispondere che NON è questo il punto. Che il diritto internazionale vale per tutti, anche per i brics (acronimo che indica i paesi economicamente in forte espansione, tra cui l'India)
Però sarò più sincero.
NO, NON MI FIDO.

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