Vale per quasi tutti, e certo non fa eccezione Saviano, il santino eletto dalla intellighenzia di sinistra a modello dell' HOMO CIVICUS per eccellenza.
Dopo i predicozzi ammanniti per tre sere tre su LA 7, la TV alternativa che sta cercando affannosamente un compratore che chiuda il profondo rosso dei bilanci , leggiamo che il predicatore laico (quello mistico è Celentano, si sa) è permaloso e anche molto presuntuoso.
Infatti, il semplice fatto che si adombri che la sua versione di un fatto POSSA non essere vera, viene preso da Saviano come una lesa maestà e il nostro come pensate che reagisca? Invitando i suoi critici ad un civile dibattito in cui confrontare in pubblico le rispettive ragioni? No. QUERELA.
E sapete quanto chiede di risarcimento la giovane icona della sinistra formato Repubblica (scalfariana)?
Una cosuccia : 4 milioni e 700.000 euro. Di cui, 700.000 per danni patrimoniali ...(quali ???), 4 milioni di immagine....E bisogna avere una ben grande considerazioni di se stessi!!
A me Saviano ormai sta inviso, è evidente. Avevo ammirato il coraggio indubbio che aveva mostrato nello scrivere un libro denuncia come Gomorra (al di là che non mi piacque come era scritto, ma questo è personale) ed ero colpito dalla vita da recluso che era costretto a condurre per le minacce della Camorra.
Da allora però sono passati tanti anni, lui non ha scritto più nulla che abbia avuto senso (e lettori), e ha pensato di usare la popolarità ottenuta con Gomorra ( ne fu fatto un film premiato) e la sua vita da martire civile per diventare il simbolo sopra descritto. Per farlo, giustamente pensò di iscriversi tra i critici in servizio permanente effettivo del Caimano. Non una strada insolita, anzi, e altri autori letterari in crisi di ispirazione l'avevano percorsa prima di lui. Lo schieramento inevitabilmente gli ha alienato molte simpatie, e da "eroe" civico di tutti, Saviano lo è diventato solo di una parte. Sono scelte. Ma per quelli narcisi e permalosi come lui, il prezzo da pagare è sempre troppo.
Allora meglio farlo pagare agli altri: esattamente 4,7 milioni di euro!!!!
Ma ecco l'articolo di MArco de MArco del Corriere del Mezzogiorno
L'aspetto curioso della vicenda è che alla fine saranno i giudici a dire se è vera o falsa la notizia della «mazzetta» o, se si vuole, della mancia di centomila lire offerta da Benedetto Croce a chi lo tirò fuori dalle macerie di Casamicciola. Si parla del terremoto del 1883, del terremoto dei ricchi, come si scrisse a quel tempo, essendo già allora Ischia meta estiva di famiglie possidenti. L'aspetto inquietante è invece il seguente: per accertare la verità, Roberto Saviano, che la storia l'ha raccontata come vera, ha citato per danni il Corriere del Mezzogiorno, che invece ha ospitato una lettera critica di Marta Herling, segretario generale dell'Istituto italiano per gli studi storici, nonché nipote del filosofo.
Roberto Saviano chiede 4,7 milioni all'editore del Corriere del Mezzogiorno
I dubbi di quest'ultima sull'attendibilità dell'episodio, la loro pubblicazione e quindi i successivi articoli apparsi su questo giornale e su altre testate avrebbero dato vita, secondo Saviano, ad una vera e propria campagna diffamatoria con conseguente «pregiudizio» per la reputazione dell'«istante». Conclusione: quattro milioni di risarcimento per danni non patrimoniali e 700 mila per danni patrimoniali. Somme che vengono chieste complessivamente ai vari responsabili della campagna. Tra questi, non compare il sottoscritto, direttore del Corriere del Mezzogiorno, che quella lettera ha pubblicato e commentato, ma il rappresentante legale dell'Editoriale del Mezzogiorno, l'azienda che pubblica il nostro quotidiano.
Vale a dire l’unico, in sostanza, che di tutta questa vicenda, posso ben dirlo io, non si è mai occupato. La tesi di Saviano, che la storia di Casamicciola l’ha raccontata prima in diretta tv da Fazio due anni fa, e poi in un libro, è che Croce non smentì mai la voce dell’offerta ai soccorritori. La tesi di Marta Herling, la cui lettera è stata pubblicata l’8 marzo del 2011, è invece che quell’episodio non fu mai raccontato dall’unico testimone oculare, che fu, appunto, lo stesso Benedetto Croce. Il quale descrisse più volte, in libri e interviste, gli attimi terribili in cui perse i genitori e la sorella, ma mai accennando al particolare della «mazzetta». E tanto per capire quanto valessero allora centomila lire, si tenga conto che per le vittime del terremoto di Casamicciola, Papa Leone XIII, il papa della Rerum Novarum e della dottrina sociale della Chiesa, stanziò molto, ma molto meno: ventimila lire. La nostra tesi, mia e di Giancristiano Desiderio, infine, è che tutte le fonti finora citate da Saviano (prima Ugo Pirro su Oggi del 13 aprile del 1950 e poi Carlo Del Balzo, autore di un libro pubblicato poco dopo i fatti) portano, a loro volta, ad una fonte anonima, probabilmente influenzata dalle polemiche che già al tempo divamparono sul terremoto dei ricchi. E quella di Croce era appunto considerata una famiglia ricca.
Nessuno può escludere che Croce possa essersi autocensurato per ragioni morali, ma perché credere più a fonti anonime che all’unico testimone? È stato questo il quesito da me posto a Saviano. La risposta l’avrò ora con l’aiuto dei giudici napoletani. Nel frattempo mi limito a condividere ciò che Saviano ha scritto più volte sulla libertà di stampa. In modo particolare le parole da lui usate su Repubblicail 29 agosto 2009, a proposito delle domande a Berlusconi: «Nessun cittadino, sia esso conservatore, liberale, progressista, può considerare ingiuste delle domande. (…) Spero che tutti abbiano il desiderio e la voglia di pretendere che nessuna domanda possa essere inevasa o peggio tacitata con un’azione giudiziaria. È proprio attraverso le domande che si può arrivare a costruire una società in grado di dare risposte». Parole sagge, allora come oggi. Proprio per questo mi colpisce che, mentre si torna in tv a celebrare il valore della parola, la si sospetti, per quanto ci riguarda, di intenti diffamatori.
Io francamente mi stupirei poco....tra il predicare e il fare.....però è bene sapere di che pasta sono fatti in realtà i nuovi moralisti.
ah l'invidia di chi vorrebbe essere al suo posto
RispondiEliminanon credo si tratti di invidia, perchè pure io provo per saviano una sorta di repulsione fisica, per identici motivi, ho 52 anni e non credo di avere motivo di essere invidioso... saviano non sa stare in tv, non sa raccontare, scrive pure male, dice un sacco di banalità... lucarelli è un affabulatore vero, uno che sa fare il suo mestiere, pure baricco, che non è il massimo come scrittore, è un ottimo comunicatore... saviano no, è solo un fenomeno gonfiato da sinistra... ve lo dice uno di sinistra! (ma non della sua sinistra)
RispondiEliminaChe dire ? Ha detto tutto, ottimamente, Gordiano
EliminaDurante il periodo, purtroppo lunghissimo, del governo Berlusconi ho letto e sentito spessissimo che chiunque imboccava la strada della critica dal punto di vista morale era un “moralista” più o meno nuovo. Ora la cosa si ripete con Saviano. A parte il sentimento personale che nutro nei confronti di Saviano che mi è cordialmente antipatico se pur, per alcuni aspetti stimabile, non riesco ad individuare, per ora, alcun aspetto di immoralità. Non così per Berlusconi per il quale era ed è difficilissimo individuare gli aspetti morali. Ma, mi chiedo, cosa toglie di immoralità ad un comportamento immorale se è denunciato da un nuovo o vecchio “moralista” ?
RispondiEliminaIl fatto, quello di volta in volta denunciato, è di per se immorale. Ben venga la denuncia da qualunque parte provenga, tutt’al più se essa proviene da un “moralista” e bene che qualcuno denunci anche le immoralità del moralista.UNCLE
Caro zio, posso chiederti che c'azzecca ? Qui nessuno ha criticato Saviano per aver rivolto il suo moralismo verso Berlusconi pur non avendone i titoli. Non era assolutamente questo l'oggetto. Si critica Saviano in sé. Per la sua retorica, per la sua ipocrisia, per un suo predicar bene e razzolare male, senza nemmeno l'alibi che , chi fa, può sbagliare. Si biasima il suo moralismo nella misura in cui si autoelegge uomo migliore degli altri, perché più democratico e civico.
RispondiEliminaDevono essere stati veramente troppo lunghi questi anni di berlusconismo zio. Non ti hanno fatto bene.
Non c'azzecca assolutamente nulla. Mi riferivo a due esempi diversi e distinti uniti solo dalle critiche dei "moralisti" nei confronti di entrambi che ovviamente, a parte essere oggetto di critiche, non hanno nulla, ma proprio niente, in comune. Continuo a ritenere qualunque critica in campo morale degna di attenzione da qualunque parte venga sia da una persona morale, sia da un moralista. Tutt'al più il moralista verrà additato lui stesso di comportamenti poco coerenti con il suo moralismo. Ma le azioni immorali sono tali di per se, da qualunque parte venga la loro denuncia. Per quanto riguarda gli anni di berlusconismo hai perfettamente ragione: sono stati veramente troppo lunghi e ne subiamo tutte le conseguenze in tutti i campi a cominciare da quello morale. UNCLE
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