giovedì 17 maggio 2012

LA PAURA PER UN MINUTO DI SILENZIO. LA VIGLIACCHERIA SENZA CONFINI DEL COMITATO OLIMPICO



Pierluigi Battista ha una forte empatia per Israele, la questione ebraica, e combatte, coi suoi mezzi, ogni forma, più o meno esplicita, di anti semitismo (nel suo piccolo ma bel libro "lettera ad un amico antisionista"  metteva  in guardia dal finto anti sionismo che in realtà cela unicamente sentimenti razziali nei confronti delle persone ebree). Con questo spirito ha commentato la notizia che il Comitato Olimpico di Londra ha deciso di NON commemorare le vittime dell'atto terroristico di Monaco in occasione del quarantennale dal tragico episodio.
Nemmeno un minuto di raccoglimento. NULLA.
Io ricordo bene quei fatti, perché mi colpirono ancorché fossi appena un ragazzino di 12 anni.
Mi ricordo dello sforzo fatto dalla Germania Occidentale di mostrare un volto sorridente, sempre efficiente ma senza la parte "ringhiosa", teutonica.. E quindi le misure di sicurezza allentate, per dare questa dimensione di "leggerezza". Tentativo comprensibile, anche lodevole, pagato carissimo.
Ricordo lo sbigottimento di tutti, e il dolore degli Israeliani per i loro 11 atleti, tutti alla fine uccisi dal commando palestinese . Così un commentatore ebreo di allora :
"Abbiamo appena ricevuto le ultime notizie. Quando ero bambino, mio padre mi diceva che raramente le nostre speranze più belle e le nostre paure più grandi si avverano. Questa notte le nostre paure più grandi sono divenute realtà. Ci hanno comunicato in questo momento che gli ostaggi erano undici. Due di loro sono stati uccisi nelle loro stanze ieri mattina, gli altri nove sono stati uccisi questa notte all'aeroporto. Sono tutti morti". " 
Ricordo il cordoglio del mondo occidentale, più o meno sincero, cui comunque e ovviamente non partecipò il mondo arabo né l'Unione Sovietica.
A quarant'anni di distanza il CIO  mostra pavidità ma questo francamente NON mi stupisce. Però le Olimpiadi si tengono a Londra, e gli inglesi, pur con i loro tanti difetti, in genere sanno essere "diritti", "verticali". Staremo a vedere.
Questo il commento di Battista, che ritengo vada letto


 È evidente il motivo per cui il Cio si rifiuta di ricordare con un minuto di silenzio a Londra il massacro olimpico di Monaco '72: la paura. Il terrore di boicottaggi e rappresaglie solo per un minimo gesto di omaggio agli atleti israeliani uccisi quarant'anni fa da un commando di terroristi palestine...si. La preoccupazione di urtare la suscettibilità di chi non vuole riconoscere lo Stato di Israele e dunque non pensa che i morti ammazzati di Israele, uccisi in Germania nel mezzo di una competizione olimpica, debbano essere onorati. La paura, il terrore. Nessun'altra spiegazione plausibile. Un minuto di silenzio, non cerimonie mastodontiche e costose. Un minuto di silenzio e di raccoglimento per i due atleti israeliani che vennero ammazzati nel villaggio olimpico e per gli altri nove che, presi in ostaggio, persero la vita (assieme a un poliziotto tedesco e al commando di sequestratori) alla fine di un disastroso blitz condotto dalle forze speciali della Germania occidentale. Una strage. Una carneficina ad altissimo valore simbolico perché, per la prima volta dopo l'Olocausto, 11 ebrei vennero trucidati in terra tedesca. Il massacro fece molto scalpore, ma si decise lo stesso di andare avanti con i Giochi olimpici. Oggi, dopo quarant'anni, la richiesta di un minuto di silenzio avanzata dagli israeliani sembra una richiesta ragionevole, misurata, tutt'altro che provocatoria. Ma gli organizzatori delle Olimpiadi di Londra non hanno perso l'occasione per un altro gesto di viltà. Ai Giochi del Mediterraneo lo Stato di Israele viene escluso. Ora viene esclusa persino la possibilità di ricordare i morti di quarant'anni fa. Nessuna ragione convincente per questo sconcertante rifiuto. Non un argomento sostenibile. Soltanto la paura. Ma la paura, il cedimento preventivo ai diktat dei prepotenti, è la negazione stessa dello spirito olimpico, fondato sulla lealtà e sul riconoscimento del valore di tutti gli atleti di tutte le Nazioni. E si sancisce così il principio che alcuni morti non possono nemmeno essere nominati, che il Cio è ostaggio di chi addirittura sente il massacro di Monaco come una bandiera da sventolare. Una pagina orribile della storia. Uno sfregio alle Olimpiadi: le Olimpiadi della paura.

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