Pierluigi Battista ha una forte empatia per Israele, la questione ebraica, e combatte, coi suoi mezzi, ogni forma, più o meno esplicita, di anti semitismo (nel suo piccolo ma bel libro "lettera ad un amico antisionista" metteva in guardia dal finto anti sionismo che in realtà cela unicamente sentimenti razziali nei confronti delle persone ebree). Con questo spirito ha commentato la notizia che il Comitato Olimpico di Londra ha deciso di NON commemorare le vittime dell'atto terroristico di Monaco in occasione del quarantennale dal tragico episodio.
Nemmeno un minuto di raccoglimento. NULLA.
Io ricordo bene quei fatti, perché mi colpirono ancorché fossi appena un ragazzino di 12 anni.
Mi ricordo dello sforzo fatto dalla Germania Occidentale di mostrare un volto sorridente, sempre efficiente ma senza la parte "ringhiosa", teutonica.. E quindi le misure di sicurezza allentate, per dare questa dimensione di "leggerezza". Tentativo comprensibile, anche lodevole, pagato carissimo.
Ricordo lo sbigottimento di tutti, e il dolore degli Israeliani per i loro 11 atleti, tutti alla fine uccisi dal commando palestinese . Così un commentatore ebreo di allora :
"Abbiamo appena ricevuto le ultime notizie. Quando ero bambino, mio padre mi diceva che raramente le nostre speranze più belle e le nostre paure più grandi si avverano. Questa notte le nostre paure più grandi sono divenute realtà. Ci hanno comunicato in questo momento che gli ostaggi erano undici. Due di loro sono stati uccisi nelle loro stanze ieri mattina, gli altri nove sono stati uccisi questa notte all'aeroporto. Sono tutti morti". "
Ricordo il cordoglio del mondo occidentale, più o meno sincero, cui comunque e ovviamente non partecipò il mondo arabo né l'Unione Sovietica.
A quarant'anni di distanza il CIO mostra pavidità ma questo francamente NON mi stupisce. Però le Olimpiadi si tengono a Londra, e gli inglesi, pur con i loro tanti difetti, in genere sanno essere "diritti", "verticali". Staremo a vedere.
Questo il commento di Battista, che ritengo vada letto
È evidente il motivo per cui il Cio si rifiuta
di ricordare con un minuto di silenzio a Londra il massacro olimpico di Monaco
'72: la paura. Il terrore di boicottaggi e rappresaglie solo per un minimo
gesto di omaggio agli atleti israeliani uccisi quarant'anni fa da un commando di
terroristi palestine...si. La preoccupazione di urtare la suscettibilità di chi
non vuole riconoscere lo Stato di Israele e dunque non pensa che i morti
ammazzati di Israele, uccisi in Germania nel mezzo di una competizione
olimpica, debbano essere onorati. La paura, il terrore. Nessun'altra
spiegazione plausibile. Un minuto di silenzio, non cerimonie mastodontiche e
costose. Un minuto di silenzio e di raccoglimento per i due atleti israeliani
che vennero ammazzati nel villaggio olimpico e per gli altri nove che, presi in
ostaggio, persero la vita (assieme a un poliziotto tedesco e al commando di
sequestratori) alla fine di un disastroso blitz condotto dalle forze speciali
della Germania occidentale. Una strage. Una carneficina ad altissimo valore
simbolico perché, per la prima volta dopo l'Olocausto, 11 ebrei vennero
trucidati in terra tedesca. Il massacro fece molto scalpore, ma si decise lo
stesso di andare avanti con i Giochi olimpici. Oggi, dopo quarant'anni, la
richiesta di un minuto di silenzio avanzata dagli israeliani sembra una
richiesta ragionevole, misurata, tutt'altro che provocatoria. Ma gli
organizzatori delle Olimpiadi di Londra non hanno perso l'occasione per un
altro gesto di viltà. Ai Giochi del Mediterraneo lo Stato di Israele viene
escluso. Ora viene esclusa persino la possibilità di ricordare i morti di
quarant'anni fa. Nessuna ragione convincente per questo sconcertante rifiuto.
Non un argomento sostenibile. Soltanto la paura. Ma la paura, il cedimento
preventivo ai diktat dei prepotenti, è la negazione stessa dello spirito
olimpico, fondato sulla lealtà e sul riconoscimento del valore di tutti gli
atleti di tutte le Nazioni. E si sancisce così il principio che alcuni morti
non possono nemmeno essere nominati, che il Cio è ostaggio di chi addirittura
sente il massacro di Monaco come una bandiera da sventolare. Una pagina
orribile della storia. Uno sfregio alle Olimpiadi: le Olimpiadi della paura.
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