Ieri il Corriere della Sera pubblicava un articolo nel quale si riportava la denuncia della Corte dei Conti in merito ai permessi esagerati richiesti dai dipendenti del pubblico impiego (quelli privati para siano più parchi, chissà come mai), e i costi dell'inefficienza di questo settore. Luoghi comuni si sa. Sono le solite accuse volgari, contro coloro che, soli, pagano le tasse...solo che stavolta vengono rivolte da una Istituzione dello Stato.
Oggi, eccoti un articolo e un filmato anche divertente - controindicazioni: ulceretta infastidita dal dispetto per certe cose, ma colpisce solo gli ingenui e i giovanissimi, gli altri tutti assuefatti! - su come sia facile ottenere certificati di malattia senza alcun controllo medico. Indovinate a che categoria lavorativa appartengono i pazienti?
Il filmato è questo
Stefano Turchetti ha condiviso un link.
E questo il breve ma arguto articolo che lo accompagna
I certificati medici non si possono prorogare più per
telefono? Ma stiamo scherzando? E la Cassazione, che ha condannato un medico
che aveva prorogato la malattia via telefono, cosa dovrebbe sentenziare contro
il medico che il certificato ce lo manda direttamente via fax, senza averci mai
visto in faccia e senza essere nemmeno suoi pazienti? E come lui ne incontriamo
tanti.
A Roma chiediamo giorni di malattia a medici che troviamo sull'elenco telefonico. Entriamo nei loro studi privati per la prima volta, non sanno chi siamo, non ci visitano, non ci guardano nemmeno in faccia. «Quanti giorni le servono?» ci chiedono solo. Oppure «che malattia mettiamo? Una bella lombalgia e 20 giorni a riposo?». E se per i Supremi giudici «non è consentito al sanitario effettuare valutazioni o prescrizioni semplicemente sulla base di dichiarazioni effettuate per telefono dai suoi assistiti», figuriamoci cosa direbbe di chi certificato, diagnosi e giorni di riposo ce li manda via fax. Alla fine della giornata saremo entrati in circa dieci studi medici e avremo accumulato le diagnosi più fantasiose: influenza A, calcoli renali, stress, vertigini, sciatalgia e polmonite. Sempre senza mai controllare niente. Ma non solo. Mettendo insieme tutti i certificati medici avremo un monte di 50 giorni di malattia. Una terribile abitudine, insomma, che fa tornare alla mente il peggior medico della mutua firmato da Alberto Sordi.
A Roma chiediamo giorni di malattia a medici che troviamo sull'elenco telefonico. Entriamo nei loro studi privati per la prima volta, non sanno chi siamo, non ci visitano, non ci guardano nemmeno in faccia. «Quanti giorni le servono?» ci chiedono solo. Oppure «che malattia mettiamo? Una bella lombalgia e 20 giorni a riposo?». E se per i Supremi giudici «non è consentito al sanitario effettuare valutazioni o prescrizioni semplicemente sulla base di dichiarazioni effettuate per telefono dai suoi assistiti», figuriamoci cosa direbbe di chi certificato, diagnosi e giorni di riposo ce li manda via fax. Alla fine della giornata saremo entrati in circa dieci studi medici e avremo accumulato le diagnosi più fantasiose: influenza A, calcoli renali, stress, vertigini, sciatalgia e polmonite. Sempre senza mai controllare niente. Ma non solo. Mettendo insieme tutti i certificati medici avremo un monte di 50 giorni di malattia. Una terribile abitudine, insomma, che fa tornare alla mente il peggior medico della mutua firmato da Alberto Sordi.
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